Scor-data: 23 ottobre 1923

Nasce Gianni Bosio

di Remo Agnoletto (*)  

Per ricordare Bosio ho ripreso stralci di una cronologia della vita e delle opere, curata da Cesare Bermani.

Nasce il 23 ottobre 1923 ad Acquanegra sul Chiese, un comune di tradizione socialista della campagna mantovana, primogenito di Lorenzo Barbato Bosio, fabbro, ateo e di sentimenti socialisti; e di Ida Pellegrini, negoziante in ferramenta, casalinghi e religiosa.

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1934-1936 A 13 anni smette di frequentare l’oratorio, «si svia» come diceva sua madre. Andare a dottrina era una forma di imposizione, e lui le imposizioni non le accettava.

1937-1938 Frequenta la terza e la quarta tecnico. Comincia a essere attratto dalla politica e dagli studi sociali. Frequenta la terza liceo scientifico, cui è stato ammesso con altro esame integrativo.

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1942-1943 Mette a punto un ciclostilato dal titolo «Chiaroscuri». Ma la rivista, di stampo antifascista aveva fatto scandalo negli ambienti clericali sicché il federale ne proibì l’ulteriore pubblicazione. Conseguita la maturità, si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova. Lì aderisce al Partito Socialista Italiano.

1944 Inizia il periodo della resistenza. Primi contrasti con la Brigata Garibaldi e Bosio. Tra la fine di giugno e l’inizio di luglio Bosio subisce una prima perquisizione da parte dei fascisti. La Guardia nazionale repubblicana invade il negozio della mamma alla ricerca di Bosio, che riesce però a mettersi in salvo rifugiandosi a San Fermo dalla zia Speranza. Vengono fatte azioni di sabotaggio, sparsi chiodi tricuspidi lungo le strade provinciali per forare le gomme agli automezzi tedeschi, operati disarmi. L’aggressione in centro di Acquanegra del vicebrigadiere comandante la locale stazione della GNR, che viene ucciso, attira sul paese tedeschi e fascisti che operano decine di arresti. Bosio si nasconde e poi riesce a lasciare il paese.

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1945 Soltanto alla fine di febbraio riuscirà a “evadere”, dal rifugio riprendendo i contatti con la Resistenza milanese. Nei mesi successivi pubblica con l’Editrice Terra nostra di Mantova «Il Manifesto dei comunisti». Ad Acquanegra sul Chiese dà vita all’Università Popolare.

1946 Lelio Basso sposta Bosio alla redazione di «Quarto Stato», la rivista dell’omonima corrente del Partito, sarà il redattore sino alla fine di agosto.

1947-1949 Inizia la collaborazione con l’«Avanti!». Sarà uno tra i protagonisti dello svecchiamento della terza pagina. Conosce Gioietta Dallò e avrà una lunga relazione sentimentale che condividerà con lui sino al 1966. Nell’ottobre 1949 fonda la rivista «Movimento Operaio» di cui sarà direttore ed editore sino al 1951 e poi estromesso nel 1953.

1950-1953 Estromesso da «Movimento operaio» per una decisione dell’editore G. Feltrinelli, allora militante comunista. Nella sede dell’«Avanti!» inizia il lavoro redazionale.

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1955 Sua è l’idea di iniziare la pubblicazione del Lunario italiano.

1956 In gennaio entra a far parte del comitato di redazione di «Mondo operaio», la rivista teorica del Psi.

[…]

1958 Collabora alla «Rivista storica del socialismo».

1959-1960 Escono i Canti della Resistenza italiana, cui è allegato il primo disco a 33 prodotto dalle Edizioni Avanti!. Con Luciano Della Mea, Vincenzo Palmiotta e Carlo Strada collabora alla messa a punto del primo de «I quaderni del Labriola», numero monografico su La Resistenza al fascismo.

1961 In agosto effettua la sua prima ricerca sul campo con il magnetofono, registrando canti anarchici a Carrara.

1962 Inizia una produzione non sporadica di dischi di canto sociale. In febbraio esce il suo Giornale di un organizzatore di cultura. Sul numero di aprile-giugno di «Movimento operaio e socialista» pubblica La «Belle époque» di Acquanegra sul Chiese, un capitolo del suo Il trattore ad Acquanegra. Per quella ricerca su Acquanegra, iniziata nel 1960, ha cominciato da qualche anno a raccogliere testimonianze orali poi elaborate; dall’aprile del 1962 – e per tutto il corso della sua vita – userà il magnetofono, raccogliendo moltissimi documenti sonori riguardanti non solo Acquanegra ma tutto il cremonese e mantovano. Sua è anche la cura di una bibliografia essenziale dei canti sociali italiani avviata insieme a Roberto Leydi (che dirige «il Nuovo Canzoniere italiano».

1963 Il 22 febbraio presenta alla Casa della Cultura di Milano «il Nuovo Canzoniere Italiano» (e da questa presentazione trarrà il saggio Alcune osservazioni sul canto sociale). Nella collana “Mondo popolare” esce in novembre il primo volume (destinato a rimanere tale) dei Canti sociali italiani di Roberto Leydi, che molto deve all’apporto di Bosio, che con l’autore ne scrive l’introduzione.

1964 Dal marzo a maggio organizza con Roberto Leydi, alla Casa della Cultura di Milano la prima rassegna italiana della canzone popolare e di protesta vecchia e nuova. Poi a giugno viene portato da Il Nuovo Canzoniere Italiano lo spettacolo Bella ciao al «VII Festival dei due Mondi» di Spoleto e, a seguito di incidenti verificatisi durante le rappresentazioni dopo l’esecuzione della canzone O Gorizia tu sei maledetta in un testo più provocatorio di quello concordato con la direzione del festival, Bosio viene incriminato – assieme a Roberto Leydi, Filippo Crivelli, Franco Fortini e Michele L. Straniero – per vilipendio dell’esercito. Durante le ferie effettua le sue prime registrazioni in Sardegna, nella provincia di Sassari e in settembre cura per I Dischi del sole il primo LP prodotto, «La Prima Internazionale».

1965 In aprile coordina il Canzoniere del Lavoro. Cinquanta canzoni per la protesta operaia. Poi firma con Leydi «Bella ciao» e i problemi della interpretazione contemporanea delle manifestazioni del mondo popolare, ciclostilato datato «Milano 1° maggio 1965», diffuso in occasione della rappresentazione di Bella ciao al Teatro Odeon di Milano il 3 maggio. In agosto continua le sue ricerche in Sardegna, sempre nella provincia di Sassari.

1966 Con il 1° di luglio entra in funzione l’Istituto Ernesto de Martino. In luglio prende a occuparsi di persona, assieme a Cesare Bermani e a Michele L. Straniero, anche de «Il Nuovo Canzoniere Italiano». Per le ferie si reca in Calabria e in Puglia, dove effettua le sue prime ricerche in quelle regioni, registrando nella provincia di Reggio Calabria e in quella di Bari. Il mese precedente ha scritto il suo Elogio del magnetofono: chiarimento alla descrizione dei materiali su nastro del Fondo Ida Pellegrini, forse il suo saggio più importante riguardante la cultura orale e una chiave di lettura indispensabile ai 655 nastri del suo fondo di registrazioni, che ha chiamato con il nome della madre.

1967 Escono i primi 12 dischi 45 giri della collana «Linea Rossa». Alla fine di aprile si era intanto sposato civilmente a Milano con Clara Longhini. Nelle ferie continua le sue ricerche registrando in provincia di Cosenza e nelle province di Potenza e Matera.

1968 In giugno cura il disco I giorni cantati. Ricerche, riproposte, verifiche del Gruppo Padano di Piàdena.

Invierà Franco Coggiola con il registratore a Parigi durante il “maggio francese” e indirizzerà i ricercatori verso la fissazione di occupazioni di fabbrica o scontri di piazza. Nell’estate conduce ricerche in Puglia, nella provincia di Lecce.

1969 Scrive in agosto gli appunti Fonti orali e storiografia, dove propone, nelle sue linee essenziali il modello di «storia globale delle classi lavoratrici». È un modello metodologico che presuppone ricerche sul campo e ricerche d’archivio, uso delle fonti orali e delle fonti scritte.

1970 In maggio scrive la presentazione della nuova collana di dischi “Gli uomini, le opere e i giorni”.

1971 Lavora a un numero de «il Nuovo Canzoniere Italiano» sul teatro popolare e politico. Nell’estate continua le sue ricerche al Sud registrando nelle province di Napoli, Benevento e Salerno; lavora pure a Il trattore ad Acquanegra con l’intenzione di concluderlo. Muore però all’ospedale di Mantova il 21 agosto, in seguito a due interventi chirurgici susseguenti a una peritonite. Al funerale, cui manca il cordoglio ufficiale di partiti e sindacati, la bara sarà ricoperta da un drappo rosso spoglio di simboli. Sulla sua tomba, al cimitero di Acquanegra sul Chiese si può leggere questa frase dal suo «Giornale di un organizzatore di cultura»: «La classe operaia opera, costruisce, si organizza, pensa e si esprime in maniera propria e la storia dei suoi atti interni, delle sue organizzazioni, delle sue manifestazioni, è materia di ricerca e di analisi, è argomento appunto di storia, ma di una storia viva e che fa vivere e quasi valica i confini per diventare politica, cioè linfa per nuova storia».

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

Remo Agnoletto

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