Scor-data: 24 agosto 1954

Getúlio Vargas si uccide

di Julio Monteiro Martins (*)  

Vargas-Julio

 

 

 

 

 

 

Per i brasiliani, diversamente dagli studiosi europei, ci sono due Getúlio Vargas. Il primo è il dittatore dell’Estado Novo che dal 1930 al 1945 governava il Brasile con mano di ferro, ispirato dai totalitarismi prevalenti allora in Europa ed emulando il corporativismo di Mussolini e il populismo di Perón, oltre al controllo poliziesco e l’eliminazione anche fisica della sinistra come faceva la Gestapo di Hitler (l’esempio storicamente più studiato è stata la consegna alle SS della rivoluzionaria tedesca Olga Benario, moglie del leader del Partito comunista brasiliano Luís Carlos Prestes, che è stata uccisa ad Auschwitz e venne estradata per volere personale di Vargas). Poi c’è il Vargas 2.0, quello eletto democraticamente nel 1950, chiamato da quasi tutti – tranne che dal partito conservatore di destra Udn –  il “padre del poveri”, anti-americano, creatore della Petrobrás contro gli interessi statunitensi e con un progetto nazionalista radicale, chiaramente in contrasto con i grandi interessi del capitale internazionale che in Brasile erano rappresentati dai feroci politici dell’Udn, capitanati dal fervente oratore carioca Carlos Lacerda.

Un ufficiale dell’aeronautica vicino a Lacerda, Rubens Vaz, venne ucciso in un agguato, mentre cercava di proteggere fisicamente il politico, in quello che è rimasto nella storia come l’attentato di Rua Toneleiros, a Copacabana. I militari scoprirono subito che l’assassino era il gigante nero Gregório Fortunato, sin dai primi tempi guarda-spalle di Vargas. La campagna contro il presidente diventò pesantissima, anche se gli storici credono che Getúlio Vargas non sapesse niente dell’attentato, pianificato dal suo “angelo custode”, insofferente per gli attacchi giornalieri della stampa di destra contro il suo capo.

Il 24 agosto 1954, pochi giorni dopo l’attentato, braccato e isolato nel Palazzo del governo e consigliato dai propri alleati a rinunciare, Getúlio Vargas si è suicidato sparandosi al cuore. Lasciò una bruciante lettera-testamento accusando gli Stati Uniti e i suoi “agenti” nella politica brasiliana come i colpevoli: una lettera che inizia con la frase «Lascio la vita per entrare nella Storia».

Lo shock e la reazione collettiva al suicidio del Presidente e alla sua lettera furono esplosivi, al punto che i politici che lo accusavano, per non subire un linciaggio, dovettero rifugiarsi per settimane in una porta-aerei offerta dalla Marina militare e ancorata nel mezzo della baia di Guanabara. Il suicidio di Vargas entrò nella storia del Brasile come la sconfitta (provvisoria) del progetto nazionalista brasiliano, che sarebbe rinato prima con Goulart, deposto dai militari nel 1964, e più tardi con Lula da Silva e Dilma Roussef. Ma la sua lettera-testamento è il documento seminale del Brasile autonomo e forte di oggi; ogni 24 agosto viene ripubblicata, riletta e discussa.

Nella parte centrale del Novecento il Brasile ha avuto un dittatore della destra totalitaria e un presidente democratico di sinistra che ha dato la propria vita per l’indipendenza del Brasile e per il suo popolo. Lo straordinario è che tutte e due si chiamavano Getúlio Dornelles Vargas. E tutte e due sono morti per le proprie mani in quel tragico 24 agosto.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”. Ma qualche volta ci sono argomrenti più leggeri che… ogni tanto sorridere non fa male.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 24 agosto fra l’altro avevo ipotizzato: 79: eruzione Vesuvio; 1227: muore Gengis Khan; 1536: muore Quizu Yupanqui; 1654: famosa lettera di Pascal sulla «teoria delle probabilità»; 1943: muore Simone Weil; 1952: nasce Linton Kwes Johnson; 1955: il linciaggio di Emmett Till; 1970: primo attentato mortale dei Weathermen; 1989: ucciso Jerry Masslo; 1989: la sonda Voyger raggiunge Nettuno; 1999: arriva in Italia Silvia Baraldini; 2010: misteriosa morte in Francia di Daniele Franceschi. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

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