Scor-data: 24 febbraio 1303

Nasce Ibn Battuta, il Marco Polo orientale

di Daniela Pia (*)  

Quasi ignorato dai libri di storia eurocentrica, Ibn Battuta iniziò il suo primo viaggio a 22 anni, divenendo uno dei più avventurosi esploratori di tutti i tempi. Viaggiatore per amore della conoscenza, descrisse così l’ inizio di quello che divenne il suo “mestiere” di etno-geografo: «partii da Tangeri, la città dove sono nato, giovedì 2 rajab 725, cioè il 14 giugno 1325, per andare in pellegrinaggio alla Mecca e visitare a Medina la tomba del profeta; non avevo con me nessun compagno, ma ero spinto dal desiderio di vedere quei luoghi. Così mi decisi di abbandonare le persone care, uomini e donne, e lasciai la mia patria come gli uccelli lasciano il nido. Mia madre e mio padre erano ancora vivi, e soffrii nel separarmi da loro, come loro soffrirono per me. Il viaggio che dovevo affrontare era lungo e mi aspettavano molti pericoli: predoni del deserto, guerre tra principi rivali, le malattie, la fame e la sete. Partii a piedi verso Fez, e da Fez raggiunsi Tlemcen, in Algeria, dove mi unii ad una carovana di pellegrini e mercanti che viaggiavano con muli e cammelli. Quando arrivammo alla città di Bougie, mi ammalai gravemente: avevo la febbre alta e tremavo; il capo della carovana voleva che mi fermassi lì per qualche giorno, fino a quando non mi fossi ripreso, ma io risposi: se Iddio ha destinato la mia morte, essa mi coglierà in viaggio verso la Mecca, così proseguii con loro fino a Costantina; ero spossato, senza forze, e quasi senza speranza di riuscire. Tanta era la mia debolezza che mi legai con il turbante alla sella del cammello per non cadere». Questa la testimonianza di un uomo giovane, capace di sfidare il destino e andare avanti a ogni costo, per il quale a nulla valsero, forse «dolcezza di [un futuro] figlio, né la pietà / del vecchio padre, né ‘l debito amore / lo qual dovea [ una donna?] far lieta, /

vincer [non] potero dentro a [lui ] l’ardore / ch’ ebbe a divenir del mondo esperto e de li vizi umani e del valore». Si fece dunque esploratore di luoghi e di se stesso, arso dal desiderio di sperimentare quello che rapì uomini «fatti a viver [non] come bruti ma per seguir virtute e canoscenza». Osò spingersi in terre ignorate verso confini inimmaginabili: Arabia, Siria, Egitto, Maghreb, Sudan, Afghanistan, India, Cina, Russia, Indonesia, luoghi e popoli di cui racconta nel suo libro «Rihla» redatto da uno scriba del sultano del Marocco Merinide Abu Inan, vero mecenate del suo tempo. Tornato in patria, Ibn dentro di sé sentì ancora fremere «il demone del viaggio» che riuscirà a farà tacere solo quando si metterà nuovamente in cammino: Spagna, Sahara, Sudan, Mali le nuove mete. Nel 1353 ritornerà infine a Fes. La Rihla era stata lunga quasi trent’anni nei quali aveva percorso 120.000 chilometri. Alla sua capacità di osservazione si debbono numerose finestre spalancate sul suo tempo, un panorama fatto di personaggi, luoghi, governi, abitudini, tradizioni, che hanno costituito una fonte cui tanti studiosi hanno attinto per la conoscenza dei popoli africani e asiatici. Un’apertura verso la diversità cui ancora guardare: «un dono di gran pregio per chi vuol gettar lo sguardo su città inconsuete e peripli d’incanto».


(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 24 febbraio fra l’altro avevo ipotizzato: 391: legge Teodosio contro i pagani; 1463: nasce Pico della Mirandola; 1525: «disastro» a Pavia («tutto è perduto fuorché l’onore»); 1616: Paolo V condanna la teoria copernicana; 1821: il Messico si dichiara indipendente; 1905: cade l’ultima roccia della galleria del Sempione (ma quanti morti è costata?); 1912: per sostenere le lotte gli Iww evacuano i bambini; 1945: a Dachau muore Mayr-Nusser e lo stesso giorno viene ucciso Eugenio Curiel; 1949: piano Ina-casa;1966: esce il film «Fahrenheit 451»; 2006: muore Octavia Butler; 2009: gli Usa intercettano un drone in Iraq e all’inizio non capiscono di chi è…; 2010: l’occupazione dell’Asinara, 2011: ultima missione della Discovery e lo stesso giorno la Cassazione condanna Radio Vaticana per inquinamento. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info .

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

 

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

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