Scor-data: 25 maggio 1896

Muore Luigi Menabrea

di d. b. (*)

SOMMARIO: Ingegnere, generale, politico: ecco un ritratto di Luigi Menabrea che cercò di farsi dare dagli argentini o dagli inglesi qualche landa desolata dove deportare i «briganti» meridionali

C’è persino un asteroide intitolato a lui (il 1997 VA4 è stato ribattezzato «27988 Menabrea») e probabilmente merita tale onore perché come scienziato fu personaggio di rilievo. Come militare e politico fu invece uno dei peggiori rappresentanti del colonialismo e del razzismo piemontese verso il Meridione.

Nato nel 1809 (e morto appunto il 25 maggio 1896), Menabrea si laurea in ingegneria e matematica, è ingegnere e ufficiale del genio, professore all’Accademia militare, in contatto con Charles Babbage e con quell’Ada Lovelace che Wikipedia (ma quasi tutta l’informazione istituzionale si accoda) definisce «valente collaboratrice di Babbage» ma che fu molto di più … però va esclusa da ogni riconoscimento perché “la scienza non è affare di donne”.

Menabrea nel 1848 viene eletto deputato, poi nel 1860 senatore a vita. Come militare partecipa alle campagne di Lombardia (1859) e all’assedio di Gaeta. Poi è ministro della Marina nel primo governo Ricasoli (1861-62) e dei Lavori pubblici in quelli successivi. Ma soprattutto dall’ottobre 1867 al dicembre 1869 è primo ministro. E qui ecco il piemontese di ferro: contrasta Garibaldi che vuole liberare Roma dall’oppressione del papa; impone la famosa tassa sul macinato, con conseguenze tragiche e di fronte alle proteste popolari dà poteri speciali al generale Raffaele Cadorna. Ma soprattutto, anche da capo del governo, fomenta il razzismo verso i meridionali. L’iniziativa più clamorosa è quella presa il 16 settembre 1868: come capo del governo scrive all’ambasciatore italiano in Argentina (Enrico della Croce di Dojola) per chiedergli di sondare la disponibilità del governo argentino a concedere all’Italia terre «totalmente disabitate» nella deserta Patagonia per deportarvi i «briganti» del Sud. Briganti per modo di dire: in questa etichetta veniva compreso chiunque si opponesse o comunque non fosse abbastanza entusiasta di quel che le truppe piemontesi (tecnicamente sono italiane ma di fatto non è così) vanno facendo in una logica di occupazione militare. Menabrea è un sostenitore del (testuale) «sano terrorismo» di Marco Minghetti – come lui esponente della Destra “storica” – che anzi bisogna «accrescere».

Il progetto di deportazione nella testa di Menabrea è molto chiaro: occorrono «stabilimenti penali in lontane contrade». E’ un carcere, non una “migrazione” di massa o una subdola impresa coloniale (come qualcuno, dall’altra parte dell’oceano, sospetta): «Limitata allo scopo poc’anzi accennato, l’occupazione territoriale non avrebbe in vista lo stabilimento di una vasta colonia destinata ad acquistare una vasta importanza politica». L’Argentina comunque non concesse le terre disabitate e il progetto si arenò. O almeno così si legge di solito.

Ma nel libro «Terroni» (sottotitolo: «Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali») Pino Aprile inquadra il tentativo di Menabrea (che viene però definito erroneamente «ministro degli Esteri») in un contesto storico e geografico ben più ampio.

Leggiamo.

«Menabrea cercò di farsi dare una landa desolata per deportarli (i meridionali): in Patagonia o nel Borneo, in Tunisia, in Eritrea, nel Mar Rosso (l’isola di Socotra), in Mozambico, in Angola, sulla costa est dell’Australia, nell’arcipelago delle Nicobare (Oceano Indiano) o a Timor, a Goa, a Macao. Dieci anni durò questa ostinata ricerca. Il generale Cadorna (Raffaele) tentò di convincere il ministro inglese, lord Granville (l’esperto britannico delle colonie) che era la cosa migliore da fare perché le esecuzioni in massa suscitavano sdegno all’estero e reazioni in loco». Nel libro «Maledetti Savoia» Lorenzo Del Boca lo traduce così: «un campo di sterminio» ma lontano dagli occhi. «La cosa andò avanti con tale petulanza e volgarità» – è di nuovo Pino Aprile – «che la diplomazia britannica invitò poco diplomaticamente il governo italiano a non insistere».

La questione meridionale fu poi “risolta” dai governi detti italiani senza deportare briganti in lande isolate: repressione e migrazioni, rapina di beni (e di industrie) e accordi con mafia e simili. Il tutto condito da teorie razziste che non furono solo patrimonio della Destra storica; un altro scienziato dell’epoca, ben più noto di Menabrea, che ravvisò “tare genetiche” nei meridionali era infatti considerato un progressista: si chiamava Marco Ezechia Lombroso ma preferì ribattezzarsi in Cesare, forse per evitare che quell’Ezechia svelasse le sue origini ebraiche in una società dove l’antisemitismo si accompagnava al pregiudizio contro i meridionali. Ma questo è ovviamente un altro discorso (o un’altra «scordata», chissà). Nel frattempo chi voglia ricostruire questo versante del razzismo italiano può partire da un bel libro (ristampato nel 2011) di Vito Teti «La razza maledetta. Origini del pregiudizio antimeridionale».

(*) Questa «scor-data» esce anche su «Corriere delle migrazioni».

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 25 maggio avevo, fra l’altro, queste ipotesi:
325: primo Concilio; 1230: traslato san Francesco, una storia complicatissima; 1681: muore Calderon de la Barca; 1787: costituente a Filadelfia; 1810: quel giorno «a Buenos Aires piove» (già raccontata in blog); 1901: Norvegia, voto alle donne; 1905: battaglia di Tsushima; 1912: muore Pacinotti; 1928: sciagura del dirigibile Italia; 1935: record di Jessie Owens; 1954: muore Capa; 1975: Alberto Brasili ucciso dai neofascisti… E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info.
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (
db)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • Voglio scrivere un commento perché è da qualche ora che penso, anche, a questa scor-data.

    Lo scrivo in quanto terrone, che più terrone non si può. La prima idea che mi è venuta in mente è che è pericoloso, o in altri termini non molto utile, cercare sempre un Altro a cui addossare tutte le colpe come capro espiatorio. Mi spiego. Esistono dei fatti, qui ricordati, e certamente delle colpe esterne, collegate, come spesso accade, al denaro, agli speculatori che cercano di arricchirsi approfittando della situazione, e collegate anche agli stereotipi e ai pregiudizi, razziali. D’altra parte, i ‘Piemontesi’ come causa dei problemi storici sofferti e per gran parte non risolti dal, e del, Mezzogiorno, e in particolare della Sicilia, della Calabria e della Campania, il nemico esterno, l’invasore cattivo, sono tutti argomenti e strumenti sfruttati dalle mafie per mantenere appoggio, copertura, omertà e radicamento nel territorio. Lo stato come nemico espressione e strumento degli invasori. La polizia sempre nemica, in quanto espressione dello stato. I mafiosi come banditi buoni che difendono i poveri dagli oppressori.

    Raccontatelo a Peppino Impastato e a Placido Rizzotto. E a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E a tutti i caduti uccisi dalle mafie, e a tutti quei caduti uccisi da chi con le mafie e le logge massoniche ha proficuamente collaborato.

    Poi, i Piemontesi.

    In tutto questo, la Chiesa Cattolica che ruolo ha ?

    Sì.

    E rispetto ai danni provocati dalla Chiesa Cattolica, mi sembra che quelli arrecati dai ‘Piemontesi’ possano essere piuttosto ridimensionati.

    No, è che noi terroni, a parte il contesto che è stato complicato da interventi e fattori esterni, non siamo, ancora, stati in grado di costruire soluzioni efficaci. Evitare l’autocritica e aggirare le valutazioni scomode e spiacevoli che riguardano noi stessi ci continuerà a impedire o ad ostacolare nella costruzione di soluzioni migliori.

    Tra l’altro, mafie a parte, è proprio attraverso questi argomenti che gli evasori fiscali e tutta quella massa di persone che ignora e viola le leggi giustifica ciò che fa. Risultato: è sotto gli occhi di chi vuole vederlo.

    Poi, sì, la Gran Bretagna che considera le richieste italiane petulanti e così via. Certo, ci sarebbero testi e testi da trascrivere sulla civile gestione anglosassone delle colonie imperiali, in Australia, in Nord America, in India, e così via. I test nucleari nel deserto australiano … La ‘generazione perduta’ … Lo sterminio degli aborigeni … Allora, forse richiamarci ai valori civili Britannici … ripensiamoci, con tutto il rispetto dovuto a George Orwell e a tutti quei moltissimi britannici che hanno perso la propria vita combattendo il fascismo.

    Ripensando all’oggi, noi terroni d’Europa, cerchiamo piuttosto di provare a costruire soluzioni migliori, piuttosto che limitarci, in un contesto certo differente, a sostituire ai ‘Piemontesi’ allora i ‘Tedeschi’ oggi, perché di certo ci sono delle colpe, delle responsabilità, degli strozzini e degli speculatori a piede libero che banchettano, ma fare della Germania oggi l’unico capro espiatorio e l’unico colpevole, esterno, dei gravi problemi di cui la nostra Repubblica soffre, cercando di aggirare in questo modo furbo l’autocritica che dobbiamo fare, tutto ciò davvero non aiuta, così come non aiuta, secondo me, continuare a pensare ai ‘Piemontesi’ come l’unica causa, l’unico colpevole, l’unica origine dei mali di cui il Mezzogiorno continua a soffrire.

    Buona notte,

    Ago

    • Perché, quando si costruiscono ospedali pubblici in zone sismiche senza criteri antisismici, ospedali ripeto, la colpa risale ai ‘Piemontesi’ oppure è dei ‘Tedeschi’ ?

      Quando non si riesce neppure a organizzare la raccolta urbana dei rifiuti e chi è più disgraziato deve imparare a convivere con i ratti, a chi risale la colpa, ai ‘Piemontesi´ ? Oppure sono colpe recentissime e si tratta dei ‘Tedeschi’ ?

      Chi, ‘Piemontesi’ o ‘Tedeschi,’ che affondano a pagamento navi cariche di rifiuti tossici a poche decine di chilometri dalla costa ?

      Francesco Schettino ha discendenti ‘Piemontesi’ o ‘Tedeschi’ ?

      In amicizia

      Ago

      • Ah, la rabbia … ‘Antenati’ … non ‘discendenti’ …

        Vado a dormire.

      • Sono ancora sveglio per altri motivi.

        Voglio precisare.

        Daniele, tu ti riferisci lo so al ‘grande capitale.’ A me questa espressione non piace molto, preferisco ‘criminalità economica’ e ‘speculatori.’ Ma ci capiamo, e ci riferiamo pressoché allo stesso gruppo di persone e agenti. Placido Rizzotto faceva parte del movimento sindacale radicato nella resistenza antifascista, e questo movimento fu come sappiamo bersaglio di molteplici azioni criminali orchestrate dai neofascisti e eseguite dalle mafie locali con la connivenza della Chiesa Cattolica.

        Vorrei soltanto far presente la pericolosità di descrivere in termini etnici ipersemplificanti quanto accaduto nel Meridione Italiano e quanto accade oggi in Italia come Meridione Europeo avendo come riferimento i ‘Piemontesi’ allora e i ‘Tedeschi’ oggi. Non che tu Daniele lo abbia fatto, ma ci tengo a farlo presente come Terrone Italiano, in quanto Siciliano, e come Terrone Europeo, in quanto Italiano, e francamente non mi vergogno né di essere Siciliano né di essere Italiano. Poi, prima di tutto mi considero Terrestre, e questa è la mia prospettiva, dato che, circa 4 anni luce fino a Proxima Centauri, Siciliano, Europeo, Boreale … È tutto abbastanza relativo. Sono un semplice animale su questo pianeta e appartengo alla specie umana.

        Però, su queste contrapposizioni etniche, le mafie ‘ci mangiano,’ come si dice a Palermo, anzi ne fanno banchetto. Non aiuta.

        In amicizia.

        Ago

        P.s.: adesso riprovo ad andare a dormire.

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