Scor-data: 3 giugno 1989

«Le rose blu»: una poesia, una strage in carcere, un film
materiali montati da d. b. (*)

Le rose blu, scritta e detta da “Lidia” nel film.
«Sto parlando con la società / la società che è fuori dalle mura grigie / la società per cui abbiamo combattuto tanto. / Voi non sapete che le mura grigie esistono / esistono veramente / in tutti i centri rurali / nelle province / nelle città ovunque ovunque. / In queste mura grigie / ci sono delle rose / sì delle rose blu. / Le rose di solito hanno tanti colori / bianche rosse gialle. / Ma blu, blu fuori non ce ne sono rose blu. / Sono solo chiuse qua dentro. / Fuori passate e ci passate / così noi passiamo inosservate / così per voi. / Eppure io di sera di notte di mattina / io le sento / io sento di notte ogni cuore / ogni cuore di queste mie amiche sento battere / le sento palpitare. / Esistiamo».
Così http://www.torinocittadelcinema.it/schedafilm.php?film_id=128) racconta questo film, «Le rose blu» di Emanuela Piovano, Anna Gasco e Tiziana Pellerano; qui in coda tutti gli altri riferimenti alla pellicola.
Una rosa blu è stata portata dentro il carcere femminile con il preciso mandato di consegnarla alla detenuta Lidia da parte di “un’amica dei poeti”. Ma Carmen, la prima a ricevere la rosa, è anche la prima a dimenticarsene, sempre occupata a fare la morale a qualche ragazza. Inoltre non tutte sanno chi sia Lidia, né dove esattamente si trovi adesso, dato che i peraltro deboli tentativi di recapitarle la rosa falliscono sempre. Luisa, l’ultima arrivata, apprende da Carmen che Lidia è per tutte quante loro un personaggio simbolico e carismatico, che ha scritto una poesia proprio sulle rose blu, e che fino a quel giorno si trovava in cella di isolamento. Luisa chiede emozionata se può essere lei a riportare la rosa quando Lidia uscirà. Ma proprio mentre la porta sta per aprirsi si sente una fragorosa “battitura” di tutte le detenute, suonano gli allarmi, scatta l’emergenza. Nel suo appartamento l’amica dei poeti riceve la rosa dalla guardia che l’aveva condotta da Carmen. Come in una veggenza o un’evocazione, ritornano tra le fiamme i volti delle ragazze realmente morte nell’incendio delle Vallette del 3 giugno 1989, fra cui Lidia, delle quali restano soltanto i provini in video.
E così il «MORANDINI» (dizionario dei film) commenta il film.
Nato da «Lettere dal carcere» (1987) video-lettere realizzate da detenute dell’area omogenea del carcere delle Vallette a Torino con il gruppo Camera Woman, attivo a Torino dal 1984 è un collage di racconti e scene di vita carceraria col filo conduttore di una rosa blu che, passando di mano in mano, finisce in quelle di L. Betti, tramite onirico, insieme con N. Davoli, verso il corpo poetico e martirizzato di Pasolini. Girato in 16 mm (con frammenti in video) e gonfiato a 35 mm, costato meno di 200 milioni e meno di 1 mese di riprese, realizzato da donne (soltanto il montaggio è dell’ottimo Alfredo Muschietti) con la collaborazione anche creativa delle detenute come attrici non professioniste, «… non è un film sul carcere, opera impossibile, ricorda la terrorista Susanna Ronconi sullo schermo, citando Marguerite Duras: è un film del carcere…» (Alessandra Levantesi). E anomalo, straordinario, poetico e politico, commovente, con risvolti allegri o ironici, sempre teso ad accogliere i suggerimenti del set e risolto in linguaggio sciolto di taglio sperimentale. Dedicato alle detenute – tra cui Lidia, invisibile in una cella d’isolamento, che sulle rose blu aveva scritto una poesia – che morirono nell’incendio delle Vallette del 3 giugno 1989 e delle quali rimasero soltanto i provini in video.
Le rose blu
Italia, 1990, 35mm, 80 minuti, Colore
Regia
Emanuela Piovano, Anna Gasco, Tiziana Pellerano
Soggetto
Emanuela Piovano, Anna Gasco
Sceneggiatura
Emanuela Piovano, Anna Gasco
Fotografia
Elisa Basconi
Musica originale
Cinzia Gangarella
Suono
Cinzia Rossi
Montaggio
Alfredo Muschietti
Trucco
Gloria Di Muro
Interpreti
Laura Betti (“l’amica dei poeti”), Ninetto Davoli, alcune detenute del carcere Le Vallette di Torino: Carmen C., Daniela A., Concetta R., Marzia Z., Rita M., Elisabetta B., Anna F., Francesca P., Morgana C., Conni F., Caterina R., Betti P., Vittoria D., Cinzia C., Antonietta P., Maria V., Antonella C.
Ispettore di produzione
Fulvio Pontis
Produzione
Ennio Pontis per Kitchenfilm e Airone Cinematografica
Note
Sottotitolo: da una poesia di Lidia.
Didascalia iniziale: a Lidia, Ivana, Editta, Lauretta, Michi
Il film è stato girato in 16 millimetri e poi “gonfiato” a 35.
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 3 giugno avevo, fra l’altro, queste ipotesi: 1834: Garibaldi condannato a morte; 1899: Dreyfus riconosciuto innocente; 1904: nasce Charles Drew; 1924: muore Kafka; 1927: ucciso Bottego; 1949: Forlì, la celere spara; 1956: sui treni finisce terza classe; 1957: appello di 2mila scienziati contro armi atomiche; 1961: incontro Kennedy-Krusciov; 1963: Profumo si dimette, lo stesso giorno muore Giovanni XXIII; 1968: Valerie Soilanas spara a Warhol; 1977: Oesterheld «scompare»; 1991: una ragazzina parla all’Onu; 1992: sentenza australiana pro-aborigeni; 2011: muore Kevorkian, «il dottor morte». E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

Redazione
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