Scor-data: 30 Agosto1958

nasce Anna Politkovskaja, di Daniela Pia (*)

Donna dei nostri tempi, Anna Politkovskaja nasce a New York il 30 Agosto 1958.  Nel 1980 si laurea in giornalismo presso l’Università di  Mosca e dal 1982 al 1993 è impiegata per l’Izvestija e, con l’ avvento  della perestrojka, passa alla stampa indipendente, che in quegli anni  cominciava a emergere e ad affermarsi:  lavorò dapprima alla Obshaja  Gazeta, poi alla Novaja Gazeta dove approda nel1999. Inviata di guerra  frequenta assiduamente lo scenario ceceno dove si distingue per la  serietà, la dedizione e il coraggio.

 

Quando, proprio a seguito della dissoluzione dell’ URSS,  scoppiano  una serie di guerre intestine, la Politkovskaj si interessa della  Cecenia e ne diventa una delle voci più autorevoli, pubblica alcuni  articoli in cui critica l’operato del presidente russo Vladimir Putin nella gestione della guerra e denuncia verità e retroscena scomodi per il potere centrale. È impegnata a dar voce alle madri che cercano i loro figli scomparsi , soldati e giovani svaniti nel nulla, e  si  premura di creare un ponte umanitario che porti aiuti in una Cecenia assediata. Sarà questa sua indiscussa tenacia  che la metterà sul mirino di chi avrebbe voluto solo una stampa accondiscendente e acritica. Ciononostante a sua opera di denuncia, proseguirà senza tentennamenti e, a seguito della pubblicazione dell’ articolo ” scomparsi” – ove accende i riflettori sul caso del ceceno Zelimchan, arrestato dall’ OMON e sparito nel nulla – ricevette ripetute minacce di morte. Fu la stessa giornalista a fare il nome di Sergei Lapin un dipendente della Polizia di Stato russa- la stessa che aveva ordinato quell’ arresto- facente capo al Ministero degli Interni.

I suoi reportage  misero in luce le atrocità portate a compimento in Cecenia dall’esercito russo e dalle forze cecene filorusse, proprio per questo sapeva di muoversi sul filo di un rasoio tanto che, nel 2005 durante una conferenza stampa, dichiarò “Alcune volte le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano. Infatti, una persona può perfino essere uccisa semplicemente per avermi dato un’informazione. Non sono la sola ad essere in pericolo e ho esempi che lo possono provare” . Si sentiva sola  nella sua opera di denuncia, ma non pensava a se stessa come ad un’ eroina. L’
> ostracismo attuato nei suoi confronti non la scoraggiava e, seppur non venisse invitata alle conferenze stampa né alle iniziative in cui era prevista la partecipazione di funzionari del Cremlino, raccontò che i più alti funzionari accettavano  d’incontrarla quando scriveva un articolo o conduceva un’indagine. Lo facevano però di nascosto, in posti dove non potessero essere visti, all’aria aperta, quasi fossero delle spie.

” Sono felici di parlare con me. Mi danno informazioni, chiedono il mio parere e mi raccontano cosa succede ai vertici. Ma sempre in segreto. È una situazione a cui non ti abitui, ma impari a conviverci”. Ma i suoi nemici erano potenti: Kadyrov, l’ allora primo ministro ceceno e uomo di Putin, aveva dichiarato di averne abbastanza di lei aggiungendo che era una donna spacciata. “Sono una reietta. È questo il risultato principale del mio lavoro di giornalista in Cecenia e della pubblicazione all’estero dei miei libri sulla vita in Russia e sul conflitto ceceno”. Era consapevole del pericolo che correva nell’ essere testimone scomoda e  lo aveva scritto ” Sono assolutamente convinta che il rischio sia parte del mio lavoro; il lavoro di una giornalista russa, e non posso fermarmi perché è il mio dovere”. Per qualcuno doveva morire e infatti è morta, dentro l’ ascensore del suo palazzo, nel quale l’ assassino non si è nemmeno preoccupato di cancellare le sue impronte. Era il 7 ottobre 2006. Accanto al suo cadavere quattro bossoli , uno dei proiettili l’ aveva colpita testa. I mandanti  dell’ esecuzione non saranno mai individuati.

Al suo funerale, a Mosca, parteciparono centinaia di persone, ma nessun rappresentante del governo russo presenzierà alla cerimonia funebre. In occidente la notizia della sua morte si diffuse mentre Putin  in Germania, festeggiava il suo compleanno stringendo la mano alla Merkel. Il suo fu un lavoro che ebbe numerosi riconoscimenti, fra i quali  nel 2001: Premio dell’Unione dei Giornalisti Russi; il Global Award for Human Rights Journalism (Amnesty International). Nel 2002 il Freedom to Write Award (PEN American Center) e  il Courage in Journalism Award (International Women’s Media Foundation). Nel 2003 il  Lettre Ulysses Award e la Medaglia Hermann Kesten. Nel 2004 il Premio Olof Palme (assieme a Lyudmila Alekseeva e Sergei Kovalev).  Nel2005 il Premio per la Libertà ed il Futuro dei Media (Media City Leipzig). Nel 2006 l’International Journalism Award ed infine, postumo, nel 2007 il Premio Internazionale Tiziano Terzani. Sono tanti i giornalisti indipendenti che guardano al suo esempio come a quello di una professionista seria, integerrima disposta a correre il rischio di essere testimone del suo tempo. Si tratta di uomini e donne che ne hanno raccolto il testimone affinché  “The Show Must Go On”

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(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info .

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

 

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

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