Scor-data: 30 novembre 1943

Etty Hillesum è uccisa, nel campo di concentramento di Auschwitz

di Donata Frigerio (*)

Aveva 29 anni, era olandese, di origine ebraica ma non osservante, ha scelto di «vivere l'annientamento» insieme alla sua gente, pur potendo sfuggire alla Shoa. Era convinta che l’unico modo di rendere giustizia alla vita fosse quello di non abbandonare gli esseri in pericolo e di usare la propria forza per portare la luce nella vita altrui.

Sono famosi i suoi diari e le sue lettere, in cui analizza profondamente e racconta se stessa e il mondo intorno a lei, anche durante la guerra.

Scriveva parole che sono di straordinaria attualità anche per il nostro tempo. Ne riporto un brano che ci aiuta a svelare il male di alcuni sistemi in cui siamo immersi…

«Un’altra cosa ancora dopo quella mattina: la mia consapevolezza di non essere capace di odiare gli uomini malgrado il dolore e l’ingiustizia che ci sono al mondo, la coscienza che tutti questi orrori non sono come un pericolo misterioso e lontano al di fuori di noi, ma che si trovano vicinissimi e nascono dentro di noi: e perciò sono più familiari e assai meno terrificanti. Quel che fa paura è il fatto che certi sistemi possono crescere al punto da superare gli uomini e da tenerli stretti in una morsa diabolica, gli autori come le vittime».

Ed ecco un altro brano dove prova a trovare soluzioni per fermare i sistemi diabolici…

«Per umiliare qualcuno si dev’essere in due: colui che umilia e colui che è umiliato e soprattutto che si lascia umiliare. Se manca il secondo, e cioè se la parte passiva è immune da ogni umiliazione, questa evapora nell’aria. […] Dappertutto […] cartelli che ci vietano le strade per la campagna. Ma sopra quell’unico pezzo di strada che ci rimane c’è pur sempre il cielo, tutto quanto. Non possono farci niente, non possono veramente farci niente. […] Siamo noi stessi a privarci delle nostre forze migliori col nostro atteggiamento sbagliato: col nostro sentirci perseguitati, umiliati e oppressi, col nostro odio e con la millanteria che maschera la paura. […] La vita è difficile, ma non è grave. […] Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso […]. E’ l’unica soluzione possibile».

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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