scor-data: ancora sul 4 dicembre 1993
muore Frank Zappa,
di Luca Cumbo (*)
200 Motels, il film
Durante tutta la sua carriera Frank Zappa non ha mai esaltato il periodo della cosiddetta “Summer of Love” del 1967 e tutto quello che, più o meno, ha gravitato intorno. Zappa ha sempre de-sacralizzato il ricordo e sminuito l’importanza di quell’epoca, sottolineano che la vita da musicista, per lui e per molti altri, era soltanto “denaro e donne”. Ferreo oppositore delle droghe lisergiche, più volte Zappa ha sottolineato come i suoi riferimenti musicali all’epoca fossero i compositori dell’avanguardia sperimentale (elettronica e nastri magnetici) piuttosto che la generazione di bluesmen e folksingers degli anni ’50 che invece sono nel DNA di gruppi come i Jefferson Airplane, i Grateful Dead e altri “mostri sacri”.
E’ giusto prendere sul serio Frank Zappa quando biasima i suoi “colleghi” musicisti persi per strada tra alcolismo, tossicodipendenza e devastazioni psico-individuali, si percepisce un sincero e lucido dolore nell’avere visto amici e compagni di vita fare una brutta fine. Eppure all’epoca c’era qualcosa nell’aria che ha fatto letteralmente “sbiellare” le persone: che sia stata l’influenza cosmica dell’Era dell’Acquario cantata nel musical Hair? Frank risponderebbe: “volevamo solo scopare”.
Tuttavia vedendo 200 Motels, è facile rendersene conto, difficilmente avrebbe potuto esserci un’altra epoca in cui il lavoro di Frank Zappa avrebbe trovato spazio e perfino un seguito, e non è peregrina l’affermazione che proprio lo stesso Zappa è uno dei principali rappresentanti di quella incredibile stagione musicale e artistica degli anni ’60-’70 dell’ormai secolo scorso.
Frank Zappa durante le riprese di 200 Motels
Il film è un campionario di allucinati personaggi tanto assurdi quanto insospettabili: fra tutti un sorprendente Ringo Starr, fin qui innocuo batterista dei Beatles, che interpreta lo psicopatico Larry il Nano “che si crede Frank Zappa”, e Keith Moon, leggendario batterista degli Who, morto per overdose di farmaci anti-tossicodipendenza (!!!) dopo una serata in compagnia di Paul McCartney. Keith Moon interpreta nel film una suora vittima della avances di Ringo Starr.
In qualità di pseudo-attori e musicisti anche i componenti delle Mothers of Invention, la band che accompagnava Frank Zappa, andrebbero citati tutti, uno per uno, ma per motivi di spazio mi limiterò a ricordare il solo Jimmy Carl Black, indiano Cheyenne pilastro dei Mothers che nel film canta la parodia del “red-neck” (=collo-rosso) stereotipo statunitense di rozzo operaio conservatore e anticomunista.
Va assolutamente “smascherato”, tra gli insospettabili, anche un giovane Zubin Mehta che, pur non presente nel film, è stato il primo direttore delle composizioni orchestrali zappiane per il leggendario concerto-evento-delirio del 15 maggio 1970 di Frank Zappa & The Mothers of Invention insieme alla Los Angeles Philharmonic Orchestra nell’arena UCLA-Pauley Pavilion in Los Angeles. In quell’occasione furono eseguiti gran parte dei brani che poi vennero inclusi nella pellicola e nell’omonimo album.
Zubin Mehta e Frank Zappa studiano le partiture orchestrali
Descrivere la trama di 200 Motels è pressochè impossibile, spogliandolo di tutto potremmo dire che è la storia di una band musicale in una lunga tournée attraverso città e cittadine più o meno sperdute degli Stati Uniti. In questi posti sono “sperimentati” 200 improbabili alberghi. Il film vorrebbe essere dunque la descrizione di tutto quello che accade a questi attori-musicisti interpretano (?) se stessi, che sono ovviamente quelli della band di Frank Zappa, mentre vanno a caccia di donne e droghe e dietro loro tutto un seguito di artisti, fusi di testa, spacciatori e le immancabili groupies cioè un esercito di ragazze e ragazzine che in quegli anni seguiva ovunque la propria band preferita: all’epoca non erano rari matrimoni e gravidanze improvvise tra musicisti e groupies. Un po’ parodia, un po’ surreale, 200 Motels è talmente assurdo da essere assolutamente autentico, raramente un film è riuscito a catturare in maniera così naturale, non autoreferenziale o intellettualoide, l’autentica aria che si respirava in quegli anni.
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
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