Scor-data: 6 settembre 1957

Muore Gaetano Salvemini

di Fabrizio Melodia (*)

«La politica scolastica del partito clericale non può essere in Italia che una sola: deprimere la scuola pubblica, non far nulla per migliorarla e più largamente dotarla; favorire le scuole private confessionali con sussidi pubblici, e con sedi d’esami, con pareggiamenti; rafforzata a poco a poco la scuola privata confessionale e disorganizzata la scuola pubblica, sopprimere al momento opportuno questa e presentare come unica salvatrice della gioventù quella. Programma terribilmente pericoloso perché non richiede nessuno sforzo di lotta attenta ed attiva ma solo di una tranquilla e costante inerzia, troppo comoda per i nostri burocrati e per i nostri politicanti, troppo facile per l’oligarchia opportunista che ci sgoverna»: così Gaetano Salvemini in «Che cosa è la laicità» (del 1907) che ora trovate in «Scritti sulla scuola» («Opere», volume V, a cura di L. Borghi e B. Finocchiaro, Milano, Feltrinelli, 1969).

E’ stato Gaetano Salvemini uno dei massimi esponenti del socialismo italiano, un intellettuale che hanno contribuito con l’azione a rendere la cultura e la politica qualcosa di vivo e vitale.

Le parole sopracitate, sul senso stesso della laicità e del corretto agire politico, ben si sposano all’attuale situazione italiana, purtroppo anche troppo evidente nelle sue sfaccettature di distruzione dello Stato Sociale e della scuola pubblica.

Come sempre, i piani vengono da lontano e la loro attuazione appunto è avvenuta per sempre maggiore inerzia e mancanza di interventi concreti.

Laureato in lettere, Salvemini si dedicò alla storia medioevale, dimostrandosi uno dei maggiori giovani storici, insegnò nei licei e a 28 anni ottenne la cattedra di storia moderna a Messina dove, a causa del terribile terremoto, perse tutta la famiglia, rimanendo l’unico sopravvissuto.

Si stabilì a insegnare a Pisa e Firenze, dove ottenne sempre la cattedra di storia: fra i suoi allievi Carlo Rosselli, Ernesto Rossi e Camillo Berneri.

Fu un grande attivista del Psi (Partito Socialista Italiano) aderendo alla corrente meridionalista, che vedeva nel suffragio universale e nel federalismo l’unica via d’uscita alla questione meridionale, in modo da promuovere le forze interne delle varie realtà territoriali, ben coordinate.

Una chiara reazione all’unitarismo ossessivo di Giuseppe Mazzini, che non colse nemmeno le idee di Carlo Cattaneo.

Gaetano Salvemini insistette per creare una grande rete di lavoratori, che andassero dagli industrializzati del Nord ai contadini del Sud, puntando poi sull’abolizione del protezionismo e delle tariffe doganali dello Stato, che proteggevano l’industria d’elite, a danno ovviamente dei consumatori.

A dargli retta si sarebbero evitati molti bagni di sangue: tanto per ricordarne uno il popolo italiano che protesta contro il carovita e viene preso a cannonate dall’esercito di Bava Beccaris.

Fu un fervente oppositore di Giovanni Giolitti, di cui denunciò le malversazioni e le azioni criminali nel libro «Il ministro della malavita» (1910).

Litigò con l’ala maggioritaria del Psi, capeggiata da Filippo Turati, per arrivare a una rottura definitiva per la mancata presa di posizione del partito riguardo alla guerra italo-turca (meglio nota come “campagna di Libia”), opponendosi nettamente alle mire coloniali del Regno d’Italia su Tripolitania e Cirenaica.

Nel 1911 insieme ad altri fondò il quotidiano «L’Unità», proprio perché secondo il suo pensiero l’unità di un Paese doveva basarsi sull’autonomia e su un forte federalismo ben coordinato.

Fu un interventista (e molti se ne stupirono) allo scoppio della Prima Guerra Mondiale contro l’Austria: da posizioni di sinistra, Gaetano Salvemini vedeva in questa guerra una definitiva spallata al vetusto e autoritario regime asburgico per favorire l’affermazione della democrazia e della giustizia sociale.

Antifascista della primissima ora, fortemente avverso a Benito Mussolini, dopo aver firmato “il manifesto degli intellettuali italiani” redatto da Benedetto Croce, in contrasto al “manifesto degli intellettuali fascisti” firmato da Giovanni Gentile, creò nel 1925 un foglio clandestino anti-regime noto come il «Non Mollare».

L’ 8 giugno dello stesso anno fu arrestato a Roma dalla polizia ma potè godere di una temporanea amnistia insieme a Ernesto Rossi, rifugiandosi così, da clandestino, in Francia dove nel 1929 fondò il movimento «Giustizia e Libertà» (GL), insieme ai fratelli Rosselli, a Emilio Lussu, Alberto Tarchiani, Francesco Paolo Nitti e Alberto Cianca.

Dopo gli arresti e le lunghe detenzioni dei suoi compagni, Salvemini riparò in Inghilterra, dove fu in polemica con George Bernard Shaw.

Nel 1933 ebbe un colpo di fortuna, fu invitato da Arthur Meier Schlesinger Sr (il presidente del dipartimento di storia dell’Università di Harvard negli Usa) a insegnare ad Harvard e dal 1933 fu membro a pieno titolo del dipartimento.

Tornato in Italia nel 1949, Salvemini riprese l’attività politica, mosso da un profondo laicismo e avverso a ogni orpello ideologico, aborrendo burocrazia, clericalismo e statalismo.

Forte oppositore della Democrazia Cristiana, sostenne fermamente la necessità di abrogazione dei Patti Lateranensi e del Concordato, fu fautore di una vera scuola pubblica e per tutte le condizioni sociali, criticando le scelte reazionarie del governo dc.

Morto a Sorrento, fu sepolto nel prato d’onore del cimitero di Trespiano, vicino a Firenze.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 6 settembre avevo, fra l’altro, queste ipotesi:
3114 avanti Cristo: «primo giorno» calendario Maya; 1566: muore Solimano; 1869: Avondale. muoiono 179 minatori; 1944: le V2 su Londra; 1971: evasione di 106 tupamaros (era in blog un anno fa); 2001: Luigino Scricciolo (di lui si è spesso parlato in blog) viene prosciolto da tutte le accuse: 2008: poliziotto uccide un barbone… E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

 

Redazione
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