Scor-data: 7 aprile 1920

Modena: l’eccidio di Piazza Grande del 1920 e la lotta dell’oggi per la memoria

di Franco Bertoli «Colby»(*)  

L’importanza di essere in piazza questo 7 Aprile. E’ il nono anno, di seguito, che dal 2005 ricordiamo l’eccidio di Piazza Grande del 1920. Quest’anno però c’è una novità, il Comune di Modena ha deciso di ricordare per la prima volta quell’episodio e lo farà il 6 aprile (?) nella sala dell’Istituto storico della resistenza con il concerto di canti anarchici riarrangiati da Bonvicini e Benozzo che abbiamo avuto il piacere di sentire nella 3 giorni del Centenario Usi al Parco Amendola nel 2012.
Ma facciamo un po’ di storia.
Il 5 aprile del 1920, due giorni prima dell’eccidio di Modena, a San Matteo di Decima di Persiceto, nella bassa bolognese, nel corso di un comizio promosso dalla Camera del lavoro anarchica per discutere la proposta di un nuovo patto colonico, i carabinieri presenti, dopo aver tentato di interrompere la manifestazione, aprono il fuoco uccidendo l’oratore anarchico Sigismondo Campagnoli e altri sette lavoratori. Le proteste per l’eccidio di Decima sono diffuse.
A Modena le Camere del lavoro proclamano uno sciopero generale per il 7 aprile. La mattina alle 11 si svolge una manifestazione in largo Garibaldi. Poi i lavoratori vengono riconvocati per un’ altro comizio nel pomeriggio, da tenersi nel piazzale davanti alla Camera del lavoro unitaria.
La forte partecipazione di lavoratori (il «Domani» parla di 15.000 persone) convince i dirigenti camerali a spostare la manifestazione in Piazza Grande.
Mentre i lavoratori attendono che inizi la manifestazione, i dirigenti camerali si recano in Municipio per chiedere l’ autorizzazione a parlare dal balcone. Nel frattempo i carabinieri presenti nella piazza cercano di sequestrare la bandiera della Lega proletaria, che reca la scritta «giù le armi» poi, improvvisamente e senza alcuna ragione, aprono il fuoco sui manifestanti. Rimangono uccisi Evaristo Rastelli, un venditore ambulante, Antonio Amici, Linda Levoni, l’agricoltore Ferdinando Gatti e Stella Zanetti. Altri 15 lavoratori sono feriti in modo grave e devono essere ricoverati in ospedale. A seguito dell’eccidio le Camere del lavoro, quella anarchica e socialista, proseguono nello sciopero generale, che si conclude dopo quattro giorni, in occasione del funerale delle vittime; ma la conseguenza più diretta è la decisione degli anarchici modenesi, di concerto con la Federazione giovanile socialista, di armarsi per difendere le manifestazioni operaie.
Per tale ragione organizzano, nella notte tra il 15 e il 16 maggio, il furto di alcune mitragliatrici da una caserma di Modena. Le indagini consentono l’ individuazione dei responsabili e vengono arrestati 28 dirigenti della Camera del lavoro anarchica, della Federazione comunista anarchica e della Federazione giovanile socialista, parte dei quali sono poi condannati a pene detentive fra i due e i quattro anni.

La storia dell’eccidio segnò duramente tutta la storia del movimento operaio e contadino della città di Modena e si intersecò in senso negativo con la nascita del fascismo dove gli anarchici e i giovani socialisti più attivi finirono in carcere o in esilio.
Torniamo al 7 aprile 2013. Dicono dal Comune che oltre al concerto faranno anche un corposo intervento storico, che più avanti organizzeranno un convegno di studi e che alla fine si potrebbe arrivare ad apporre una lapide, non la nostra, ma la loro e non sappiamo come ricorderanno i nostri compagni e compagne uccisi.lapideModena

 Dubito che la loro ricostruzione storica, sarà identica alla realtà, infatti per ora parlano di uno sciopero generale e nazionale del 7 aprile che ha portato all’Eccidio del 1920 e per ora non hanno nominato l’eccidio del 5 aprile a San Matteo di Decima (San Giovanni in Persiceto) dove l’anarchico Sigismondo Campagnoli fu ucciso sul palco e vi furono altri 7 assassinati: fu quell’aggressione che provocò lo sciopero del 7 aprile a Modena.

Io valuto che comunque il riconoscimento di quella data da parte del Comune sia importante: forse smetteranno i boicottaggi alle nostre commemorazioni. Vi ricordate? Un 7 aprile in periodo pasquale ci vietarono l’amplificazione; l’anno scorso la piazza era occupata dal mercato dell’artigianato; un altro anno c’era la campagna elettorale; quest’anno ci sarà l’esposizione di automobili e la giornata ecologica. Vi immaginate il mercato dell’antiquariato in piazza il 25 aprile o il Primo maggio? Speriamo che d’ora in poi non ci sarà più nessun boicottaggio, sarebbe un segnale positivo.

Credo che chiunque, Comune o altri, possano ricordare quella giornata ma penso che spetti a noi libertari continuare a darle il giusto significato, cioè che siano gli sfruttati, i lavoratori, i ribelli – come negli ultimi anni – a continuare a tenere saldo un legame con quegli anni e a dare significato a tutta la nostra storia. La Camera del lavoro aderente all’Usi (assieme a quella socialista) proclamò lo sciopero del 7 aprile 1920 ed è dunque l’Usi sezione di Modena (la nostra, quella del 2013) la più titolata a ricordare quell’eccidio.
Nella risposta che il Comune diede all’interrogazione di Balestrazzi (2012) sul poter apporre la nostra lapide, che tutti gli anni portiamo in piazza e ci riportiamo via, la commissione ha espresso perplessità perché «le uniche fonti sembrano essere riferite solo agli anarchici» come a dire: se tra i morti c’era qualche socialista o altro allora potrebbe interessarci ma se erano solo anarchici, quelli son fuori dalla storia.
Ricordo anche che nella toponomastica modenese ci sono riferimenti a battaglioni fascisti come quello di Monte Kosica o ci sono lapidi che ricordano colonialisti della guerra di Gondar in Etiopia; nulla sugli anarchici, come invece a Novi dove una lapide ricorda l’educatore Francisco Ferrer o i combattenti antifascisti in Spagna, oppure come a Nonantola dove c’è via Sacco e Vanzetti o via Errico Malatesta.

Gli anarchici e l’Usi a Modena sono banditi e lo abbiamo visto nel centenario Usi del 2012 dove di tutte le iniziative – congresso, festa al Parco Amendola, incontro internazionale dell’Ait, vari cortei – sui giornali non è uscita una riga.
Il 7 aprile 1920 è la nostra storia, come abbiamo scritto nel fumetto che abbiamo stampato in 6500 copie.

fumettoModena

Anche quest’anno e negli anni prossimi facciamo modo che non diventi una storia di regime.

Tutte e tutti al corteo: partirà alle 17 da piazza Primo Maggio, a fianco della Stazione delle corriere. E poi al «Ricordo» che si terrà con canti, interventi e brindisi in Piazza Grande dalle 17.30 alle 18.30 per tornare in corteo da dove si è partiti.

http://www.libera-unidea.org/7%20aprile%201920/index%207%20aprile%201920.html

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”. Ma anche – come nella vicenda di oggi – la lotta per la memoria, la resistenza perché i poterim i Palazzi non riscrivano gli eventi secondo i propri comodi.

Molti i temi possibili delle «scor-date». A esempio, nel mio babelico archivio, sul 7 aprile avevo ipotizzato: è la giornata mondiale dei rom e dei sinti; 1167: giuramento di Pontida (la vera storia però non le balle che si studiano a scuola); 1300: nella finzione Dante si perde in una «selva oscura»; 1348: nasce l’università di Praga; 1536: nuova bolla pro-Inquisizione; 1772: nasce Fourier; 1803; nasce Flora Tristan; 1915: nasce Billie Holliday; 1939: l’Italia invade l’Albania; 1944: strage alla Benedicta; 1948: debutta l’Oms; 1973: la provocazione del fascista Nico Azzi; 1976: ucciso Mario Salvi; 1979: teorema Calogero contro l’Autonomia Operaia; 1988; scandalo Bnl-Atlanta. E chissà, se si cercasse con attenzione e metodo, quante altre «scor-date» salterebbero fuori su ogni giorno.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se l’idea vi piace fate circolare le “scor-date” o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – o amnchre solo suggerire temi, persone e testi, mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • RICEVO E POSTO (anche perchè mi sembra giustissimo il collegamento con la vergogna del “sacrario” a Graziani contro il quale le istituzioni continuano a latitare). CECILE KYENGE è deputata del Pd.

    La memoria storica guidi le politiche attuali. Ricordiamo l’eccidio del 7 aprile 1920 a Modena.
    “Rimuovere il ricordo di un crimine vuol dire commetterlo di nuovo: il negazionismo è, nel senso stretto, lo stadio supremo del genocidio” diceva Bernard-Henri Lévi. Anche oggi, in occasione nella ricorrenza dell’eccidio di Piazza Grande del 7 aprile 1920 a Modena, uno degli episodi di repressione violenta da parte della forza pubblica, che precedette e prefigurò addirittura lo squadrismo fascista, è importante non dimenticare. Valorizzare la memoria storica e ricordare le vittime deve essere un impegno civile e politico quotidiano: significa, inoltre, evitare di ripetere errori come quello del monumento di Affile dedicato a Rodolfo Graziani, per cui abbiamo presentato un’interpellanza parlamentare in questi giorni – ha detto Cécile Kyenge – Aderisco con forza alla proposta emersa nel Consiglio comunale di Modena dello scorso anno, di ufficializzare la commemorazione del 7 aprile, e, inoltre, sostengo l’importante e costante lavoro portato avanti dall’Istituto storico che mi auguro continui in futuro ad approfondire con iniziative culturali e convegni i fatti accaduti dal 5 al 7 aprile 1920 in città”. Ha concluso l’On. Kyenge in occasione del ricordo dei fatti relativi al 1920 quando, durante una manifestazione di protesta promossa dall’allora Camera del lavoro, le forze dell’ordine aprirono il fuoco sui lavoratori riuniti in piazza Grande uccidendone cinque.
    In questi giorni l’On Kyenge, assieme all’On. Manuela Ghizzoni e all’On. Paolo Beni del Pd hanno presentato un’interpellanza affinché il governo si pronunci sul monumento di Affile, dedicato al Rodolfo Graziani, per il quale la regione Lazio ha speso 130mila euro.
    In link il comunicato stampa relativo all’interpellanza Graziani.
    http://www.pdmodena.it/index.html?idpg=7&id=3526

Rispondi a DB Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *