Scor-data: 13 novembre, «giornata mondiale della gentilezza»

Un’utopia o un impegno concreto?

Quattro indicazioni (più due) per rifletterci insieme raccolte e commentate da d. b. (**)

 

IL MISTERO DELLA GENTILEZZA (*)

«La gentilezza è una esperienza umana ingiustamente considerata come sorpassata, nostalgica e, in fondo, inutile: espressione di un’epoca in cui la vita sociale consentiva relazioni interpersonali scandite dalla pazienza e dalla compassione, dalle attese e dalla speranza. Ovviamente, non mi è possibile concordare con questa tesi, e invece con quella che la gentilezza renda la vita degna di essere vissuta, e che ogni vita, alla quale essa sia estranea, diviene gelida e desertica. La gentilezza è un modo di conoscere le persone e un modo di prendersi cura di chi, stando male, ha bisogno almeno di una parola e di un gesto che rendano meno dolorosa la solitudine dell’anima. La gentilezza ancora ci consente di evitare le parole che feriscano e inaridiscano la speranza, e ci fa intravedere le ombre della fragilità e del dolore, della tristezza e dell’angoscia, della nostalgia e della disperazione, che gridano e chiedono aiuto nel silenzio. Non saremmo mai capaci di ascoltare queste grida se nel nostro cuore non abitasse la gentilezza: questa esperienza di vita così impalpabile e così segreta, così luminosa e così simile alle stelle del mattino: visibili solo agli occhi che a lungo sappiano guardare il cielo. Noi siamo soliti parlare delle emozioni forti, con le quali abbiamo a che fare ogni giorno, e ci dimentichiamo delle emozioni deboli, delle emozioni fragili, che sono ancora più significative, e più vicine al cuore, delle prime».

Ernesto Borgna dal libro «La ferita dell’anima»

 

E gentili anche, finché ci resta un po’ di tempo (*)

«La falciatrice si bloccò, due volte; inginocchiandomi trovai

Un porcospino imprigionato tra le lame,

ucciso. Era vissuto nell’erba alta del prato.

L’avevo già visto e gli avevo pure dato da mangiare, una volta.

Adesso avevo irrimediabilmente distrutto il suo mondo discreto.

La sua sepoltura non mi fu di nessun aiuto:

al mattino io mi risvegliai e lui no.

il primo giorno dopo una morte, la nuova assenza

resta sempre lì – uguale;

dovremmo essere l’uno dell’altro attento,

e gentili anche, finché ci resta un po’ di tempo».

Philip Larkin

 

Una terza suggestione ci arriva da Che Guevara che scrisse: «Bisogna indurirsi, senza però perdere mai la tenerezza».

 

Una quarta sofferta indicazione ci arriva dalla parte finale di un lungo poema intitolato «A coloro che verranno» (qui sotto ne trovate solo la parte finale ma non è difficile reperire il testo completo se volete inquadrarlo meglio) di Bertolt Brecht che fu scritto non a caso nel terribile 1939.


«Eppure lo sappiamo:
anche l’odio contro la bassezza
stravolge il viso.
Anche l’ira per l’ingiustizia
fa roca la voce. Oh, noi
che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,
noi non si poté essere gentili.
Ma voi, quando sarà venuta l’ora
che all’uomo un aiuto sia l’uomo,
pensate a noi
con indulgenza».

 

Mi pare che sia sufficiente per riflettere… Ma darei due ulteriori suggerimenti se volete proseguire questo percorso. Chi ama la fantascienza (o chi ha “la sciagura” di conoscermi, visto che lo cito spesso) probabilmente conosce il racconto di Philip Dick intitolato «Umano è». Inviterei a leggerlo per questo 13 novembre.

Infine: di recente Armando Gnisci ha scritto cose interessantissime sulla gentilezza: se ha tempo (e voglia) gli chiederei di riproporcele su codesto blog.

(*) Per le prime due citazioni ringrazio Beppe che me le ha girate: le avevo viste su un numero della bella rivista «Uomini in cammino» (in blog se ne è parlato più volte) e mi erano sembrate un buon punto di partenza per il 13 novembre.

(**) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scor-data» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 13 novembre avevo, fra l’altro, queste ipotesi: 354: nasce Agostino d’Ippona; 1548: nasce Giordano Bruno (già in blog); 1960: i razzisti si arrabbiano per il matrimonio fra Sammy Davis e May Britt; 1974: discorso «L’ulivo o il fucile» di Arafat all’Onu; 1990: “nasce” il Web; 1991: processo a Vittorio Emanuele di Savoia; 2002: si inabissa la Prestige. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • RIUCEVO E POSTO
    Caro db,
    grazie di avermi ricordato sul tema della gentilezza,
    aggiungo per il tuo blog:
    “non so definire in breve la via della gentilezza di cui parlo nel libro «Via della transculturazione e della gentilezza», Ensemble, Roma 2013, pensare alla gentilezza con rigore retorico è sempre insufficiente, ti lascia scontento, come chi ha schiacciato una noce e schiacciando ha frantumato tutto il frutto, sai quando sei gentile verso il mondo e quando il mondo è gentile con te, in entrambi i casi senti che la gentilezza ti tocca e ti guida, a tanti non accade di avvertire in moto la gentilezza, per loro la gentilezza è una cosa vuota, nemmeno frantumata”
    ciao e grazie
    armando gnisci

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