Scor-data: ogni 11 ottobre (da quest’anno)

Giornata mondiale delle bambine

di Energu e d. b. (*)  

L’assemblea delle Nazioni Unite ha dichiarato che d’ora in poi l’11 ottobre sarà la «Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze». Il tema di quest’anno è il matrimonio, che costituisce la violazione di uno dei diritti fondamentali delle bambine perché spesso vengono obbligate a sposarsi giovanissime e con uomini molto più grandi di loro. Se volete saperne qualcosa di più… di matrimoni forzati si è parlato spesso su codesto blog. Però oggi Energu ha voluto regalare a tutte le bambine (e a chi le aiuta nel crescere felici) un sorriso… grande quasi come l’universo, anzi no: di più, graaaaaaaaaaaaande come molti universi.

11ottobre-Bambine

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sull’11 ottobre fra l’altro avevo ipotizzato: 1884: nasce Eleanor Roosevelt; 1899: guerra anglo-boera; 1927: naufragio del Principessa Mafalda; 1940: muore Vito Volterra, uno dei «12»; 1962: si apre il Concilio; 1965: muore Edith Piaf; 1972: Zweiter ucciso a Roma. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

Redazione
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  • Se andate sul bellissimo blog lunanuvola.wordpress.com di Maria G. Di Rienzo trovate (il 12 ottobre) il post «Se viene per ucciderti, cosa farai?». E’ la traduzione di una intervista televisiva a Malala Yousafzai. Inizia così: «Ieri era il Giorno Internazionale della Bambina, anno secondo, tema 2013: istruzione. All’inizio di questa settimana una che del tema ne sa abbastanza, che ha appena vinto il Premio Sakharov e che è nominata al Nobel per la Pace, ha partecipato ad un programma televisivo (Daily Show – Comedy Central). Ecco com’è andata». Vale ricordare che è uscito (in Italia da Garzanti) «Io sono Malala» che racconta la sua storia.

  • Un commento di GIANCARLA CODRIGNANI alla giornata Onu (10 ottobre) dedicata alle bambine

    care tutte,
    le «giornate dell’Onu» occupano ormai l’intero calendario. […] Ma oggi la ricorrenza è così fragile che bisogna sottolinearla, almeno fra noi: è la giornata dedicata alle bambine. Quando le adulte erano piccoline, si sentivano raccomandare di non accettare caramelle da sconosciuti da mamme a cui la tradizione suggeriva l’attenzione, non la denuncia esplicita del triste fenomeno così largamente diffuso da sempre. Oggi almeno di pedofilia si parla con consapevolezza. Ma la constatazione che tutti i bimbi sono esposti alla violenza, non tiene conto della discriminazione nettamente visibile quando si guarda a Paesi di altre tradizioni. Le bambine possono essere così rifiutate che gli infanticidi delle femmine sono sostituiti nella modernità dalla selezione preabortiva delle ecografie. Non l’ho mai detto, ma non partecipai alla Conferenza di Pechino perché questa è pratica comune in Cina (e d’altra parte l’Onu doveva alla Cina una conferenza mondiale e quella sulle donne era la sola che non comportasse contestazioni politiche: mica potevano fare lì quella sui diritti umani, giustamente tenuta a Vienna). Ma ancora più diffusa è la piaga imponente dei matrimoni precoci e della vendita delle bimbe al mercato della prostituzione. In esseri non ancora formati e istruiti si producono mali e sofferenze che non sono neppure risarcibili dalla consapevolezza, perché subite senza potersi sottrarre, senza avere idea di bene, violentate nell’anima prima che nel corpo. Malala Yousaftzai, quasi bambina anche lei, ha ricordato – con la testimonianza di chi ha subito un attentato che doveva essere mortale solo perché femmina – quale bene sia la scuola per il nostro genere, più dei maschi condannato all’analfabetismo. La tribuna delle Nazioni Unite l’aveva candidata al Nobel, assegnato oggi all’associazione impegnata contro le armi chimiche: forse si è cercato di dare una mano a Obama che stava per fare la guerra e che apprezza il lavoro che in Siria stanno facendo quegli esperti olandesi. Tuttavia anche le altre bambine, pakistane e non, avevano bisogno di una segnalazione di valore. Non dimentichiamocene noi, né di loro né di tutte le altre che già subiscono solo per essere nate donne.

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