Scor-data: ogni 15 febbraio (di tanto tempo fa)

Nell’antica Roma era il giorno dei «Lupercalia»

di Ignazio Sanna (*)

Il termine Lupercalia, evocativo come spesso accade a parole che emergono da un lontano passato, si riferisce a una festività latina, celebrata intorno alla metà del mese di febbraio. Dedicata a Lupercus, identificabile con la divinità boschiva Fauno (corrispondente latino del dio greco Pan), aveva luogo in una grotta chiamata Lupercale, sul colle Palatino, dove la leggenda narra che i fondatori della città “eterna” furono allattati da una lupa. Nelle «Vite parallele» lo storico Plutarco la descrive in maniera particolareggiata. Per quanto strano possa sembrare, tale festività pagana sopravvisse fino al V secolo avanti Cristo.

«La festa si svolgeva, in linea generale, così: i Luperci (termine forse da interpretare come sacerdoti-lupo, che definisce gli addetti alla celebrazione del culto, membri di importanti famiglie) vestiti con pelli di capra, convenivano presso il Lupercale, dove sacrificavano delle capre e un cane e offrivano le focacce preparate dalle Vestali. Con il coltello che era servito per effettuare il sacrificio, ancora sporco, si macchiavano di sangue le fronti di due giovani di alto lignaggio; il sangue veniva poi asciugato con lana intinta nel latte di capra. Quindi tagliavano le pelli delle capre in strisce per farne delle fruste, e dopo un ricco banchetto correvano probabilmente intorno al Palatino frustando chiunque incontrassero; le frustate rendevano fertili le donne e facilitavano il parto. La corsa intorno al Palatino aveva anche il significato di atto purificatorio». (Fonte: http://blog.archeologia.com/74/scoperta-lupercale-lupercalia-roma/)

Il fascino della parola Lupercalia pare avere colpito Patrick Wolf, musicista britannico che ha deciso di intitolare così il suo quarto album (nel 2011). Tradotto in italiano il suo nome sarebbe Patrizio Lupo, quindi chi più di lui avrebbe potuto far riferimento ai Lupercalia? Nato nel 1983, Patrick Wolf veste oggi panni dell’autore neoromantico, con riferimenti a personaggi come Marc Almond, anche lui approdato alla canzone d’autore dopo gli esordi elettronici con David Ball nei Soft Cell, o Morrissey, carismatico ex-frontman degli Smiths. Assieme al regista John Lindquist, Patrick Wolf ha realizzato cinque ritratti sonori dal titolo «Lupercalia». Ecco il quarto:

http://www.youtube.com/watch?v=3ZgqAh5moLc&feature=share&list=PL9837FE79A15F3F32

 

Infine, Lupercalia è anche il nome di una formazione italiana – guidata dal chitarrista Riccardo Prencipe – che ha prodotto due album: «Soehrimnir» (2000) e «Florilegium» (2004). Si tratta di musica terrigna, vicina al neopaganesimo, come si addice al nome, che coniuga umori folk e prospettive sperimentali. Eccone un esempio:

http://youtu.be/dzA3JdaW4F4

 

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata», di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rinvio a una persona o un evento che per qualche ragione la gente “per bene” ignora, preferisce dimenticare o rammenta “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 15 febbraio avevo, fra l’altro ipotizzato: 1473: nasce Copernico e 91 anni dopo (1564) nasce Galileo; 1856: nasce Kraeplin, il primo a studiare gli acquisti «compulsivi»; 1860: legge di Cavour sulle «case chiuse»; 1898: una “misteriosa” esplosione innesca la guerra ispano-americana e lo stesso giorno nasce Totò; 1933: Giuseppe Zangara spara a Roosevelt e ammazza il sindaco di Chicago; 1934: il giornalista Von Ossietzy finisce in un lager; 1936: la rivista «Civiltà cattolica» difende l’invasione fascista dell’Abissinia; 1946: nasce Eniac; 1946: nasce John Trudell; 1966: i giudici assolvono don Milani per la lettera ai cappellani militari; 1982: la catastrofe Ocean; 1989: l’Armata rossa si ritira dall’Afghanistan; 1999: Ocalan arrestato; 2006: Calderoli provoca con una maglietta. E sul 16 febbraio: 1885: le ferrovie Usa riducono i salari, inizia un grande sciopero; 1886: si apre il processo per «La boje», i moti contadini; 1926: muore Piero Gobetti dopo le percosse fasciste; 1928: nasce Pedro Casaldinga; 1936: il Fronte Popolare vince le elezioni in Spagna; 1939: Karl Landsteiner individua l’Rh nei globuli rossi; 1943: Domenikon, la «Marzabotto greca»; 1954: quttro morti a Mussomeli durante la protesta per l’acqua; 1960: arrestati i frati di Mazzarino; 1976: assassinato Josè Tedeschi a La Plata; 1985: condannato Muccioli; 1991: l’ex presidente Reagan risponde in tv a 159 domande sull’Iran-Gate; 2006: morti due cooperanti italiani a Kabul; oppure l’entrata in vigore (2005) del protocollo di Kioto. E chissà, a cercare, quante altre «scor-date» salterebbero fuori ogni giorno.

Se l’idea vi piace fate circolare le “scor-date” o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo che sta nascendo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • Ci sono aggiornamenti sul Lupercale che si credeva di aver scoperto a Roma 2 o 3 anni fa?

  • Mi scuso per l’errore, ma purtroppo mi è sfuggito un avanti Cristo che sarebbe dovuto essere un dopo Cristo.
    A Giorgio rispondo che non sono riuscito a trovare nulla, tranne la contestazione della scoperta da parte dell’archeologo Adriano La Regina che ritiene si tratti piuttosto di un ninfeo e non della grotta del Lupercale

  • Ritengo che l’idea delle “scor-date” sia davvero interessante!
    Dalle scuole elementari alle superiori ho avuto un rapporto conflittuale con la storia proprio perchè non riuscivo mai a ricordare le date. Se invece me le avessero insegnate collegando avvenimenti del passato con altri del presente, avvenuti tra l’altro nell’arco delle stesse 24 ore ma in anni differenti, penso che non solo le avrei ricordate ma avrei cercato di scoprire cosa potevano avere in comune anche se differivano di anni. Spesso la mente sembra scegliere o sceglie realmente ciò che vuole ricordare e altrettante volte rimuove quello che ci ha fatto soffrire e in realtà questo è molto comodo. Ma tutto ciò che riguarda la cultura non può, anzi non deve essere dimenticato o messo a tacere e chi lo riporta alla luce merita grande stima!

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