Scor-date: 27 ottobre 1962

«Giovanni Ardizzone l’era el so nom … a l’han cupà visin al noster Domm»

di d. b. (*)  

Eravamo sull’orlo della terza guerra mondiale? Forse sì. Comunque nel pieno di quella che è passata alla storia come la “crisi dei missili”: originariamente provocata dall’installazione in Turchia dei missili Usa puntati contro l’Unione Sovietica e poi dalle vicende cubane. In questo quadro, durante una grande e pacifica manifestazione organizzata a Milano, il 27 ottobre 1962, dalla Cgil a favore della pace nel mondo e contro un possibile attacco da parte degli Stati Uniti a Cuba con armi nucleari, la polizia carica: una jeep uccide Giovanni Ardizzone, giovane (22 anni) studente di medicina.

Questa assurda morte provoca grande sdegno in tutta Italia. Due giorni dopo, lunedì 29 ottobre, i lavoratori di tutte le fabbriche dell’area di Milano proclamano uno sciopero generale in segno di protesta, raggiungendo in molti casi il 100% di astensioni dal lavoro.

Ivan Della Mea scrive una canzone che in quegli anni diviene famosa. Una versione della «Ballata per l’Ardizzone» potete ascoltarla su Youtube: è qui www.youtube.com/watch?v=kKrqwK47NC8‎. Ed ecco il testo (che ho ripreso da «Deposito.org : canti di protesta politica e sociale – archivi di testi, accordi e musica») con le relative note.

 

M’han dit che incö la pulisia a l’ha cupà un giuvin ne la via; sarà stà, m’han dit, vers i sett ur a un cumisi dei lauradur. Giovanni Ardizzone l’era el so nom, de mesté stüdent üniversitari, comunista, amis dei proletari: a l’han cupà visin al noster Domm. E i giurnai de tüta la tera diseven: Castro, Kennedy e Krusciòv; e lü ‘l vusava: «Si alla pace e no alla guerra!» e cun la pace in buca a l’è mort. In via Grossi i pulé cui manganell, vegnü da Padova, specialisà in dimustrasiun, han tacà cunt i gipp un carusel e cunt i röd han schiscià l’Ardissun. A la gent gh’è andà inséma la vista, per la mort del giuvin stüdent e pien de rabia: «Pulé fascista – vusaven – mascalsun e delinquent». E i giurnai de l’ultima edisiun a disen tücc: «Un giovane studente, e incö una gran dimustrasiun, è morto per fatale incidente, è morto per fatale incidente, è morto per fatale incidente».

Sulla morte di Giovanni Ardizzone vedi la scheda di Gianfranco Ginestri (Canzoniere delle Lame):http://www.reti-invisibili.net/giovanniardizzone/

Vedi anche le canzoni: Dopo Ardisun e  Quatr’asüs par l’Ardizôn

Indicazioni bibliografiche

Della Mea Ivan, Ballate della violenza, Edizioni del gallo, Milano, 1962.   

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

Redazione
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  • Giorgio Chelidonio

    Come sempre, indimenticati e indimenticabili, i testi musicati dal buon vecchio Ivan …fanno storia, la legano indissolubilmente secondo la modalità “vera ed esatta” teorizzata da Konrad Lorenz (il prossimo 7.11 lo ricorderò in chiave personale). E assocerei questo ricordo a due elementi apparentemente estranei:
    – un’altra canzone di Ivan “Compagno ti conosco”, testo fondamentale come riflessione storica sulle mutazioni del “sinistrismo” già allora in corso;
    – “Blowing the wind” di Bob Dylan (chi non la conosce alzi la mano) perché nata nello stesso anno e nello stesso clima sebbene vista da un’altra società.
    Tornando però a Giovanni Ardizzone mi vien voglia di rispolverare un ricordo personale: il 17 aprile del 1975 quando una camionetta dei carabinieri investì e uccise Giannino Zibecchi durante una manifestazione antifascista, a Milano, per la morte di Claudio Varalli (ammazzato il giorno prima da un fascista mentre tornava da una manifestazione) ….ero a cena con mio padre (“ragazzo del ’98” migrato a Milano negli anni ’20 per trovare un lavoro negatogli nella ormai fascistissima Verona, dove era stato licenziato per non avere la tessera del PNF). Io non avevo ricordi del ’62, ma lui quella sera mi raccontò che nella stessa via dove abitavano aveva rischiato di essere investito, come semplice passante, da una camionetta della “celere” che “spazzava” le vie del centro di Verona per disperdere i manifestanti che protestavano contro l’uccisione di Giovanni Ardizzone. Ho capito allora che non é la Storia che si ripete ma i difetti dell’animo umano e, fra questi, l’ottusa bestialità (troppo spesso impunita, come nel caso Varalli) di “strumenti ciechi di occhiuta rapina”, come definiì la truppa asburgica poeta milanese Giuseppe Giusti nel 1846, giusto un secolo prima della mia nascita.

    http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=3419

  • Giorgio Chelidonio

    dimenticavo di completare la riflessione su Ivan Della Mea:
    http://www.fucinemute.it/1999/05/rabbia-e-poesia-in-ivan-della-mea-ii/

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