Scrive un leghista (e spione) della prima ora

In questi giorni mi è capitato di ragionare, con chi si è mobilitato per il «primo marzo… senza di noi », sulle diverse facce del razzismo nell’Italia 2010. Ho discusso in particolare con il saggio Wale sul diverso atteggiamento da tenere verso chi purtroppo si comporta da razzista ma è solo un ignorante spaventato e verso gli imprenditori politici, i capi, gli strateghi che seminano bugie, pregiudizi Così mi è tornata in mente questa lettera che vorrei leggeste. Mi raccomando, sino all’ultima riga.

«Vorrei sfogarmi e chiedere un consiglio. Ecco i fatti. Sono di sangue emiliano da generazioni. Leghista della prima ora in terra ostile (Bologna la rossa). Nel gennaio 2003 incontro Borghezio e lui mi affida una missione speciale: spiare “i lazzaroni” (insomma gli immigrati) qui, nel cuore delle zone islamo-comuniste. “Sono onorato ma come faccio, chi li capisce quelli?” dico io. “Appunto” mi fa il Borghezio: “tu ora vai a Calcio…” . Per inciso ricordo che l’ho interrotto: “Ma no il pallone non m’interessa, a me piacciono le bocce”. E il Borghezio, truce come sa essere lui: “Pirla, belin intendo Calcio in provincia di Bergamo dove c’è la nostra scuola segreta, hai capito? Lì tu imparerai l’arabo e l’albanese alla perfezione, poi torni nella città delle 4 T – torri, tette, tortellini e terroristi – a spiare”. Così ho fatto. Dopo 5 anni di studi, eccomi di nuovo a Bologna, so più lingue ostrogote io di Wojtyla, Babele e l’Onu insieme. Sempre con il registratore in tasca per non perdere una frase. Travestito, mimetizzato. Mi metto vicino a “quelli” in mensa, sulle panchine – le poche rimaste – la domenica, con il carrello subito dietro al market. Dal 2008 ascolto, ascolto, ascolto, prendo appunti e mando i rapporti al nostro “Sol”, cioè lo “spionaggio operativo leghista”. In tre anni non ho scoperto un bel cecio: zero. “Tempo perso” ho detto al Borghezio: “questi parlano solo di prezzi che salgono, di figli malati, di turni, di donne (qualcuno in modo un po’ volgare è vero, ma nulla rispetto a mio cugino che sogna di scoparsi pure le statue), di cugini, di calcio e di Bonolis… sembrano proprio italiani, qualcuno persino lumbard”. Ma il Borghezio a urlarmi: “stanno fingendo, parlano in codice, indaga ancora”. Non sto a dirvi quanto mi ci sono dedicato. Niente… al massimo qualcuno si lascia scappare un “certo che questi bolognesi sono proprio stronzi, bisognerebbe bucargli le gomme”. Ma io lì a cercare un codice… Una volta mi sono messo pure il burqa per infiltrarmi fra le donne. A volte mi sento un incrocio fra Mata Hari e Sherlock Holmes, detto così sembra che sono un transessuale ma insomma ci siamo capiti, no? Non mi diverto proprio. Faccio la spia e mi spremo le meningi. Giorni fa, riguardando gli appunti e ripensandoci, ho avuto un colpo al cuore. Mi son chiesto: “Se Borghezio sbagliasse? Se loro non fingessero ma fossero proprio come noi?”. Insomma un po’ stronzi in media però non tanto peggio di mio cugino? Ecco l’ho detto. Ho ragione? Devo dare le dimissioni? E se ora mi fanno una ronda sotto casa e mi tolgono il permesso di soggiorno? Sta a vedere che ho qualche bisnonno arabo, visto che alcuni miei parenti abitano in un posto della Romagna che si chiama Mercato Saraceno. E’ tutto… Saluti molto perplessi e penso comprenderete perché non posso firmarmi».

Questa lettera – o una simile chissà – fu pubblicata da uno dei “giornalacci” che amo: il mensile «Piazza grande», venduto e persino scritto dai senza fissa dimora, insomma da chi vive in strada. Ed è stata poi riproposta, parola più e parola meno, da qualcuno degli altri fogliacci che frequento. E’ una testimonianza che appartiene – e apertamente lo dichiara per evitare equivoci – a un genere molto particolare: le lettere MAI scritte, apparentate ai discorsi che persone “in vista” NON faranno, alle cronache di avvenimenti GIAMMAI accaduti e se volete alle recensioni di libri mai pubblicati (un genere in cui anche Umberto Eco si dilettò), ai discorsi del papa che anni fa scriveva – sul quotidiano «il manifesto» – la teologa Adriana Zarri . La totale inattendibilità è dunque ammessa in partenza. Siamo nel “cuscino della notte” (dove si aggirano desideri e incubi), nella terra degli Elfi o – se vi piace la fantascienza – in un mondo parallelo. Una celebre rubrica della «Settimana enigmistica» si intitola: “Vero o falso?. Ritengo che una prospettiva simile sia pedante e limitata. Esiste almeno una terza possibilità: il verosimile. E una lettera del genere è appunto verosimile anche se, per ora, so di certo che a Calcio… non splende il Sol, servizio operativo leghista.

Redazione
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4 commenti

  • Bel articolo Daniele.
    Ciao!

  • Lo ammetto quando sento delle persone, in mensa, sul treno, al mercato che parlano di immigrazione, punto le orecchie e mi metto ad ascoltare, anzi origliare.
    Non si fa, ma fa lo stesso.
    I discorsi che spesso origlio, non sono poi così diversi dalla lettera paradossale del leghista spia. Sono gli anziani che più mi stupiscono, ma non solo.
    Uomini in giacca e cravatta che durante il caffè sentenziano le moschee come covi di terroristi.
    Datori di lavoro di badanti che si lamentano perchè la loro “subordinata” rivendica l’ora (magari due) d’aria.
    Quando questi discorsi senza senso li ascolto al lavoro, ribatto e quando ciò mi riesce in modo ironico, sono sicuro di aver “smosso” qualcosina nel mio interlocutore.

    Ciao
    Andrea

    Ps: non dimentichiamo che siamo stati un popolo di migranti. A questo proposito segnalo il bello spettacolo visto mercoledì al bel “teatro binario” di Cotignola (RA). Si tratta di “Italiani Cincali” di Mario Perrotta, anche i suoi libri – che non ho ancora letto – mi sembrano di particolare interesse.

  • Oladejo Olawale

    Il racconto è più reale che immaginario. Siamo sulla stessa barca e i nativi non capiscono questo. Avete mai provato di dire la propria sui problemi d’Italia? L’unica risposta che senti è perchè non torni nella tua giungla se non ti va bene cosi , pur sapendo che i problemi politici/organizzativi del Belpaese non sono causati dagli stranieri.Come se gli stranieri non subiscono peggio di quei che subiscono loro.Come se gli stranieri non sono utili al Belpaese e non hanno cervelli per ragionare. I nativi dimenticano che i problemi in Italia esiste prima dell’arrivo in massa degli stranieri e i peggiori nemici di un paese, sistema o organizzazione sono i diffensori non raggionevoli.

  • Io spero tanto che il seme del dubbio, quindi di intelligenza e di sensibilità, attecchisca in tutti…ma è difficile crederlo. Volevo segnalare quest’iniziativa della Lega ad Imola…molto originale.
    http://www.repubblica.it/politica/2010/03/07/foto/la_campagna_elettorale_con_le_padanine_-2544522/1/

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