SCRIVERE ACCUCCIATO

di Pabuda

 

stamattina ho visto un ragazzo

scrivere,

LE DECISIONI

accucciato sul gradino di marmo

della chiesa sbarrata,

parrocchia chiusa al puzzo e alle voci

dietro al banco del pesce:

con fatica

per segnare sul cartone

il prezzo stracciato

del prodotto di stagione:

lo zero del dieci

usciva un po’ storto

dal pennarello nero tra i guanti

soprattutto

per colpa di quell’uno

troppo dritto, fatto per primo.

così, voltando la testa

e alzando lo sguardo di storto,

il ragazzo

guardava dal basso indeciso

il suo amico,

di fianco, di lato, fermo impalato:

sembrava cercare un aiuto, un consiglio,

magari un cenno d’approvazione

però diceva: provaci tu,

che sei tanto furbo e veloce a parlare:

ma il tipo in piedi

continuava a tenere

le mani ben ficcate in tasca

e la bocca cucita:

al massimo

alzava un po’ il mento.

forse non erano amici:

soltanto, al mercato, due soci.

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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