Scuola: fra poltiglia e futuri possibili

L’insegnamento è cambiato… ma forse un incontro con la fantascienza resta utile (*)

Nel novembre ’94 – se c’eravate… ricordate? – molte migliaia di studenti

 

protestarono contro l’annunciata riforma che avrebbe resuscitato scuole di serie A funzionali alle aziende-sponsor e di serie B dequalificate perché prive di mecenati. Ma negli stessi giorni la notizia più importante, seppur meno visibile, arrivò dalla Germania: sbarca in Europa quella che molti speravano restasse la solita “americanata”, le lezioni interrotte da spot. Harald Schaub, docente di «Teorie delle scelte» toh nella facoltà di Economia a Dresda, raggiunge un accordo con la multinazionale Sony: durante i suoi corsi – molto seguiti – verranno proiettati 3 spot di 20 secondi l’uno per consentire all’università di incassare 5 mila marchi.

Vero, falso o verosimile? Assolutamente vero purtroppo. E ora proviamo, con l’aiuto della buona fantascienza a vedere cos’altro ci aspetta. Tenendo conto di questa cupa osservazione lanciata nel 1989 dallo scienziato-scrittore Isaac Asimov: «Nel 1920 Wells disse: la storia umana diventa sempre più una gara fra l’istruzione e la catastrofe. E nei 69 anni trascorsi da allora sembra che l’istruzione stia perdendo la gara» L’uovo del dinosauro.

Proviamo ad anticipare tre futuri fra i tanti. Li chiameremo la “scuola di Fini” – ma l’attuale ministra (del Pd) forse è finiana e non lo sa – la “Berlusconi school” (lui s-parla in inglese, si sa, ma anche Renzi) e poi, per non farla troppo cupa, la più pazza fra le pedagogie possibili.

Per immaginare come potrebbe essere la scuola riformata da Fini, ma con il fondamentale contributo di Moratti-San Patrignano-De Gennaro, torna utile un vecchio romanzo di Robert Sheckley, «Gli orrori di Omega» ma il titolo originale era ben diverso: The Status Civilisation. Si studia in classi chiuse e nessuno degli adulti riesce a ricordare cosa ha imparato; impossibile entrare nelle aule per disposizione della Polizia segreta. Nelle ultime pagine del romanzo, il protagonista fuggito da Omega, pianeta-prigione scopre chi lo ha accusato per un delitto mai commesso: lo spione è… lui stesso, perché in quelle classi segregate si insegna a essere poliziotti dei propri pensieri e dunque a denunciarsi anche per crimini solo sognati o desiderati.

La “Berlusconi-Zanicchi-Papi school” invece potrebbe trarre ispirazione dalla prima parte del racconto «La professoressa marziana» apparve su Urania numero 493 di Lloyd Biggle. Gli studenti seguono le lezioni da casa, grazie alla tv. «Come verificare i progressi?» si chiede la signorina Boltz che viene da Marte e non è aggiornata sulla pedagogia terrestre. Le viene risposto: «Ogni 2 settimane eseguiamo un migliaio di sondaggi. Se tutti i campioni seguono le lezioni, il Trendex del professore è 100… Un buon insegnante è all’incirca sul 50. Se il Trendex scende sotto il 20, il professore viene licenziato per scarso rendimento». Per capire come mai la lezione della collega Marjoire McMillan quinto anno di inglese abbia sempre un superlativo Trendex, la Boltz si piazza davanti alla tv. «Alle due in punto comparve sul video. Scarpe e calze erano posate in bell’ordine sul pavimento. L’insegnante stava sbottonandosi la camicetta…». In succinto bikini la McMillan spiega che una frase è composta da soggetto, verbo e complemento oggetto. Non male per un quinto anno della scuola Berlusconi-Cepu-Passaparola. Il finale del racconto è forse esageratamente ottimista: la Boltz rifiuta di inserire nei suoi programmi «Gualdrappe e pistole» puntando invece su Shakespeare ma soprattutto ottiene un successo imprevedibile quando ripristina l’insegnamento diretto e dialoga davvero con ognuno dei ragazzi. Le relazioni umane possono sconfiggere la tv: una scoperta sensazionale. Del resto su almeno un punto la “vecchia” scuola è insuperabile. Lo spiega Asimov in un celebre racconto, «Quanto si divertivano». Ci troviamo nel maggio 2155 e Margie annota nel suo diario che «Tommy ha trovato un vero libro». Sfogliandolo i ragazzi commentano: «Che spreconi. Quando un libro era letto non restava che buttarlo. Invece la tv passa non so quanti libri e lo schermo serve sempre». Dopo questi pensieri vagamente berluschini? i ragazzi sfogliano il volume e scoprono che parla della scuola. La sorpresa è che, nei tempi antichi, avevano sì un maestro ma era un essere umano. Quando cominciano le lezioni – lo schermo è acceso e spiega le frazioni – inevitabilmente Margie ripensa a quella scoperta: «Tutti i bambini del quartiere una volta arrivavano a scuola, ridendo e piangendo imparavano le stesse cose e così potevano discuterne e aiutarsi nei compiti… Chissà quanto si divertivano».

Ed è divertente fino all’assurdo ma piuttosto impegnativa anche la scuola del pianeta Camiroi sulla quale Robert Lafferty ha scritto il racconto «Associazione genitori-insegnanti» si trova in numerose antologie. Illuminante il dialogo iniziale. I terrestri chiedono: «Definireste la vostra scuola liberale?». La risposta dell’alieno Philoxenus è: «Io sì, voi no. Su Camiroi, a differenza della Terra, non usiamo le parole per intendere l’opposto». Per meglio intendersi ecco i titoli dei corsi per l’istruzione elementare su Camiroi: «allevare formiche; acrobazia-2; diffamazione semplice; passeggiata sul filo ad altezza media; diffamazione complessa; arguzia rozza e logica irsuta; oscenità elementare; schemi di falsificazione; lettura sempre più lenta; lavoro al tornio; edonismo complesso; humour carismatico; logica pentacosmica». Sempre meglio della pedagogia sadomaso della Moratti, no? (O dell’attuale nulla renziano, condito di tecnologie: mia aggiunta del novembre 2014)

Ovviamente la buona science fiction ha immaginato molto altro: una scuola per telepati Richard Matheson, insegnanti giocattoli Harry Harrison, amici-consiglieri John Brunner, imparare dormendo tanti testi, esami per meglio affrontare i criminali Barry Malzberg, professori ibernati Mildred Downey Broxon; corsi accelerati di disubbidienza Philip Dick. Qualche anno fa il gruppo Mce – Movimento di cooperazione educativa sempre sia lodato – tradusse, purtroppo senza troppo successo, «Esplorare i futuri alternativi», una intelligente guida per gli insegnanti di David Hicks. Perché, come con un geniale paradosso suggerisce Miguelito a Mafalda – siamo in una strip di Quino – la storia interessante è soprattutto quella «in avanti».

Una scrittrice da noi immeritatamente poco nota, Marge Piercy, ci ricorda in «Cybergolem» Eleuthèra editrice: «La possibilità di accedere o meno alle informazioni mondiali e di rielaborarle equivale alla differenza che c’era un tempo fra i proprietari terrieri e i contadini senza terra, fra i signori e i servi». Ecco perché una scuola pubblica minimamente decente fa paura.

Oggi nelle scuole di lor-signori invece «ci addestrano a non vedere» scrive Eduardo Galeano in «La conquista che non scoprì l’America»: «Perfino la carta geografica mente, la storia è falsificata Alla tv uruguayana c’è il robot Ultratòn che denuncia i bambini che si comportano male». Viviamo dunque nell’epoca della «scuola del mondo alla rovescia» sempre Galeano in «A testa in giù» dove il «piano di studi» prevede: «corso elementare di ingiustizia; corso elementare di razzismo e maschilismo; le cattedre della paura; come elaborare nemici su misura; lezioni magistrali di impunità; pedagogia della solitudine». A completare il quadro, la lettura dei quotidiani in classe: così la frase è rubata all’argentino Ezequiel Fernandez Moores «siamo informati su tutto ma non veniamo a sapere niente». Scuola, patria, massmedia e famiglia riducono ragazze/i in poltiglia.

(*) Una ventina d’anni fa buttai giù, di fretta, questo testo – al solito con Riccardo Mancini – per non ricordo più quale iniziativa del quotidiano «il manifesto». Mi è ricapitato sotto gli occhi per caso e a rileggerlo mi è sembrato ancora stimolante, anche se occorre tener conto delle novità reali e di quelle immaginarie (a esempio per vedere le differenze tra Fini e Renzi occorre un microscopio molto potente). Così lo ripropongo, con modifiche minime, nel Marte-dì del blog. Naturalmente chi ama la fantascienza…. mi segnalerà cosa ho dimenticato. (db)

 

 

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