Se a Ragusa manifesta Forza Nuova…
… la Digos denuncia gli antifascisti
di Domenico Stimolo
La notizia è di pochi giorni fa. Sono state denunciate cinquanta persone a Ragusa dalla Digos per la contromanifestazione di protesta contro il corteo di Forza Nuova del 7 gennaio.
La sera di domenica 7 gennaio fu organizzata, da parte di Forza Nuova e del comitato regionale di Fiamma Tricolore, una manifestazione interprovinciale con corteo nel centro cittadino (la prima volta per FN a Ragusa) in riferimento ai tragici eventi che si consumarono a Roma – Acca Larenzia – quarant’anni addietro.
Il corteo non era stato propagandato ma si è saputo che c’era a seguito dei divieti di percorso stradali collocati dai vigili urbani. Subito si organizzarono le forze antifasciste ragusane. Nel rapido comunicato di protesta si stigmatizzava la manifestazione scrivendo fra l’altro: «Il fascismo cerca di rialzare la testa in tutto il mondo, è necessario fermarli prima che sia troppo tardi». La conclusione del corteo delle organizzazioni di estrema destra (partito da piazza Stazione) era previsto nella centralissima piazza S. Giovanni, il luogo dove il 9 aprile 1921 fu consumato un eccidio da parte delle squadre fasciste, con l’uccisione di tre braccianti: Rosario Occhipinti, Carmelo Vitale e Rosario Gurrieri, commemorati annualmente. Così le forze democratiche, antifasciste e antirazziste ragusane organizzarono un presidio in piazza Libertà. Presenti molti cittadini in rappresentanza di organizzazioni politiche, sindacali e associative, compresa l’Anpi in prima fila, che espressero la decisa contrarietà alla sfilata fascista. Non si verificarono incidenti di nessun genere.
Ebbene, si apprende che molti antifascisti (circa cinquanta) sono stati denunciati dalla Digos per «manifestazione non autorizzata». Sono militanti di Sinistra Italiana e del PD, di Anpi, volontari di Legambiente, della struttura anarchica ragusana, dei sindacati e di varie associazioni cittadine. Fonti giornalistiche riportano che fra gli altri sono indagati il segretario della Cgil ragusana, l’ex presidente del tribunale cittadino e tre giornalisti presenti per la documentazione e le riprese.
Commentano (sul quotidiano «La Repubblica») Gianni Battaglia – presidente dell’Anpi di Ragusa ed esponente di Articolo 1 – e Gianni Scifo, segretario provinciale Cgil: «E’ una vicenda paradossale perché invece di porsi delle domande su un’organizzazione che ha chiare simpatie verso il disciolto partito fascista si indaga chi contesta in maniera pacifica Forza Nuova»; e ancora: «se qua c’è un reato è quello di apologia al fascismo. E’ un problema non solo formale, ma anche sostanziale perché l’avanzare di queste forze in Europa sta minando le nostre democrazie».
Se gli antifascisti hanno manifestato senza aver prima richiesto e ricevuto il permesso regolamentare della Questura come manifestazione consentita, sono stati dei fessi ingenui, pronti a farsi beccare burocraticamente. Non è chiaro dall’articolo se fosse stato richiesto regolare permesso per la propria contro-manifestazione. Probabilmente i tempi tecnici non hanno consentito di richiederlo e la contromanifestazione è stata lanciata saltando a piè pari la regola burocratica però funzionale e necessaria
Sfumerei il giudizio. “Fessi” è inutilmente offensivo. Forse ingenui. D’accordo sul fatto che occorrerebbe sempre essere in regola per evitare di essere “beccati” ma non è che sempre l’indignazione ha bisogno del permesso dei prefetti di turno. Purchè le manifestazioni siano non violente, la mobilitazione spontanea è ancora un valore, a partire dai flash mob.
Infatti,
la colpa è stata dei “tempi tecnici”. Come già emerge dallo scritto il corteo non è stato appositamente propagandato. Si è saputo all’ultimo momento. Quindi, un consistente numero di persone democratiche e antifasciste accomunate dai sentimenti antifascisti e antirazzisti hanno spontaneamente evidenziato il proprio sdegno. E’ stata praticata la LIBERTA’!
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA
COORDINAMENTO REGIONALE SICILIA
Ente Morale D.L. n. 224 del 5 aprile 1945
COMUNICATO STAMPA
Dichiarazione di Ottavio Terranova Coordinatore regionale ANPI Sicilia – Vice Presidente nazionale dell’ANPI sui denunciati di Ragusa
Esprimiamo viva solidarietà e sostegno alle decine di militanti – circa cinquanta – democratici e antifascisti che nei giorni scorsi sono stati denunciati a Ragusa per avere effettuato il 7 gennaio c.a. un presidio cittadino in opposizione ad un corteo indetto nel centro storico di Ragusa da organizzazioni politiche dell’estrema destra: Forza Nuova e Fiamma Tricolore.
Al presidio, svoltosi con carattere esclusivamente pacifico, avevano partecipato un rilevante numero di cittadini ragusani, in rappresentanza di organizzazioni politiche, associative, sindacali e della società civile.
Hanno inteso evidenziare i valori democratici, antifascisti e antirazzisti che caratterizzano i valori strutturali della nostra Costituzione, che non possono essere lesi da atti di un’organizzazione politica come Forza Nuova che non mai inteso ripudiare le ideologie e le nefandezze del fascismo.
Il corteo, tra l’altro, doveva ultimarsi in piazza S.Giovanni, luogo dell’eccidio di tre braccianti perpetrato da squadre fasciste nell’aprile del 1921. Piazza, quindi, che rappresenta la massima memoria cittadina dei tanti eventi di assassinio consumati dai fascisti nel ragusano.
Tra gli altri sono stati denunziati tre giornalisti presenti nell’esercizio della propria attività della libera informazione, il segretario provinciale della Cgil di Ragusa e l’ex presidente del tribunale di Ragusa
Confidiamo che gli Organi giudiziari preposti scagionino con grande celerità le persone denunciate, poiché assolutamente incolpevoli di qualsiasi atto di dolo.
Hanno solamente espresso, come previsto dalle regole di libertà vigenti, la necessità di evidenziare e difendere sempre i Valori costituzionali antifascisti e antirazzisti che costituiscono la parte fondativa principale della Repubblica italiana.
Con preghiera di pubblicazione
Ottavio Terranova
Palermo, 27 ottobre 2018
” Se l’antifascismo a Ragusa diventa reato”
dal sito di Left:
https://left.it/2018/10/30/se-lantifascismo-a-ragusa-diventa-reato/
Ragusa, protesta contro Forza Nuova: disposta l’archiviazione nei confronti dei cinquanta indagati
di Danilo Daquino 12/11/2020
dal sito “ I Siciliani Giovani” https://www.isiciliani.it/
La Digos aveva denunciato cinquanta persone tra giornalisti, attivisti, esponenti di associazioni, della sinistra e dell’Anpi, per la contestazione pacifica del 7 gennaio 2018.
Il fatto non sussiste. Con questa motivazione il Gip del Tribunale di Ragusa, Andrea Reale, ha disposto l’archiviazione del processo contro le cinquanta persone, denunciate due anni fa per le contestazioni a Forza Nuova.
I fatti risalgono al 7 gennaio 2018: Forza Nuova stava sfilando per l’anniversario di Acca Larentia a Ragusa quando, all’arrivo in Piazza San Giovanni, ha dovuto fare i conti con le proteste del movimento antifascista, che non sarebbero sfociate in scontri ma solo in insulti e slogan. Una contestazione pacifica che, tuttavia, fece finire esponenti di associazioni antimafia, giornalisti e attivisti nel mirino degli uomini della Digos. Nel registro degli indagati, tra gli altri, figuravano Simone Lo Presti, neo presidente dell’associazione Generazione Zero, il presidente dell’Anpi, Gianni Battaglia, l’ex presidente del Tribunale di Ragusa, Michele Duchi e il segretario provinciale della CGIL, Peppe Scifo. Gli indagati – si legge oggi sul dispositivo del giudice – esercitarono il “mero diritto alla libertà di manifestazione del pensiero, tutelato dall’art. 21 della costituzione”. Pare inoltre che Battaglia aveva informato le forze dell’ordine in merito alla volontà di alcune persone di manifestare il proprio dissenso nei confronti del corteo.
“Ero certo che la magistratura avrebbe accertato che non avevamo commesso alcun reato: esiste una lunga tradizione costituzionale che difende ciò che abbiamo fatto”, commenta Simone Lo Presti, che con l’associazione Generazione Zero ha sempre lottato contro qualunque forma di fascismo. Il giovane, che quel giorno era sceso in piazza per documentare e riprendere quanto stava accadendo, oggi si dice rammaricato per il fatto che “nessuno abbia preso posizione pubblicamente contro una vicenda grottesca e pericolosa, la cui matrice potrebbe giacere nel carrierismo, e non nello zelo eccessivo, di qualcuno. Mi collego con quanto detto anche da altri – aggiunge Lo Presti – e credo che sciogliere le organizzazioni neofasciste sarebbe la scelta più adatta che una classe dirigente, forte e capace, possa prendere a tutela della Costituzione e della democrazia”.