Se alla TAV Torino-Lione viene a mancare…
… Lione, ‘ndo vai?
Sindaci e altre 150 personalità francesi dichiarano di non volere i treni che molti chiamano ad Alta Voracità.
Sindaci di Lione e Grenoble chiedono stop immediato al progetto TAV con altre 150 personalità
È stata presentata pochi giorni fa sul quotidiano ecologista Reporterre la lettera che riproduciamo qui di seguita. Firmata da oltre 150 personalità pubbliche francesi, pretende l’immediato STOP ai lavori preparatori per il raddoppio della linea Torino-Lione al fine di dirottare le risorse sul rinnovamento della linea AV esistente, su cui tra l’altro sono stati già investiti 800 milioni nel 2011 per garantirne l’adeguamento. Tra i firmatari i sindaci di Grenoble e Lione, numerosi amministratori locali nonché sindacalisti del settore ferroviario, deputati europei e nazionali. Buona lettura! (traduzione a cura di presidioeuropa)
In un momento in cui bisogna fare di tutto per limitare il riscaldamento globale e rafforzare l’indipendenza del nostro Paese, nel momento in cui scarseggiano le medicine e i prodotti alimentari importati dall’altra parte del mondo, nel momento in cui il governo sostiene di non avere i soldi per la sanità e per gli ospedali, nel momento in cui i treni quotidiani sono degradati e le infrastrutture ferroviarie non sono mantenute o sono insufficienti, chiediamo di fermare il progetto Lione-Torino, la cui unica logica è quella di trasportare sempre più merci più lontano e di alimentare questo culto energivoro e distruttivo.
Nei venti anni in cui i sostenitori del progetto hanno dichiarato che il loro obiettivo è spostare le merci dalla strada alla ferrovia, i loro risultati sono deplorevoli per la salute e l’ambiente:
- Hanno diviso per cinque il numero dei treni merci tra Francia e Italia,
- Hanno deciso di aprire al traffico stradale una galleria di sicurezza nel tunnel del Fréjus, in barba alla promessa di non farlo,
- Hanno dirottato 200 milioni di euro destinati alle ferrovie delle Alpi per finanziare il tunnel stradale del Fréjus,
- Non hanno tolto un camion dalla strada quando la linea ferroviaria esistente lo permette e quando la strada è più costosa del 30% rispetto al servizio ferroviario,
- Stanno prosciugando le sorgenti, prosciugando le falde acquifere e abbattendo ettari di foresta nella Maurienne,
- Stanno distruggendo terreni agricoli per costruire impianti di cemento e cave per i loro progetti.
Finché non verrà rilanciato il traffico merci su rotaia tra Francia e Italia, non si dovrà abbattere un solo albero, non si dovrà artificializzare un metro quadrato di terreno agricolo e non si dovrà prosciugare un metro cubo d’acqua.
Chiediamo, in linea con quanto scritto dalle amministrazioni centrali e dal COI – Consiglio per l’Orientamento delle Infrastrutture, che la linea ferroviaria esistente venga utilizzata immediatamente nella misura in cui lo era negli anni duemila. Questo non solo crea posti di lavoro e migliora la sicurezza stradale, la qualità dell’aria nelle valli alpine e la salute pubblica, ma combatte efficacemente il riscaldamento globale.
Chiediamo che il denaro che verrebbe investito nel progetto della nuova linea Lione-Torino venga utilizzato subito per aprire una piattaforma di carico dalla strada alla ferrovia nella zona di Ambérieu-en-Bugey e che le navette ferroviarie per il trasporto di merci vengano offerte agli autotrasportatori a partire dal 2023.
Chiediamo, come previsto dalla legge, che i 20 milioni di euro di utili annuali del traforo del Monte Bianco siano destinati esclusivamente alla ferrovia e al finanziamento del trasferimento di merci e passeggeri dalla strada alla ferrovia e che i 200 milioni di euro versati al traforo stradale del Fréjus negli ultimi 10 anni siano restituiti alla ferrovia.
Chiediamo che la decisione di aprire al traffico la galleria di sicurezza del tunnel stradale del Fréjus venga annullata e che sia riservata esclusivamente ai mezzi di soccorso.
Proponiamo di migliorare la capacità delle linee tra Aix-les-Bains e Annecy, La Roche-sur-Foron e Saint-Gervais, e tra Saint-André-le-Gaz e Chambéry per ridurre il traffico stradale e aumentare il trasporto giornaliero di passeggeri. Gli investimenti per il miglioramento delle infrastrutture (compresa la protezione dell’ambiente e del rumore per i residenti locali) sulla tratta Ambérieu-Modane devono essere attuati senza indugio per riportare il tunnel esistente al suo pieno potenziale.
Rifiutiamo la logica del progetto Torino-Lione e dei suoi sostenitori, i cui precedenti sono la distruzione del trasporto ferroviario di merci nel nostro Paese negli ultimi 30 anni. Stanno già distruggendo le ferrovie della Maurienne per le esigenze di questo grande progetto inutile.
Affermiamo che il denaro investito nel progetto Torino-Lione porterà allo stesso fallimento della linea Perpignan-Figueras, il primo anello del corridoio mediterraneo.
L’ambiente, i terreni agricoli, le falde acquifere e il denaro pubblico devono essere preservati!
La linea ferroviaria esistente deve essere utilizzata immediatamente e i lavori preparatori per il progetto Torino-Lione devono essere interrotti.
Personnalités, Associations, Syndicats :
Gabriel Amard « Réseau des élu-e-s insoumis-e-s et citoyen-ne-s »
Miguel Benasayag (Philosophe, écrivain, Collectif Malgré Tout)
Martine Billard (ex-Députée)
Marie-Christine Blandin (ex-sénatrice, ex-présidente région Nord-Pas-de-Calais)
Thierry Bonnamour (Confédération paysanne Savoie)
Élisabeth Borrel (Magistrate à la retraite)
Alain Boulogne (Commission Internationale pour la Protection des Alpes – CIPRA)
Patrick Bourdais (Collectif Contre le Lyon Turin)
Dominique Bourg (Ancien président du conseil scientifique de la fondation Nicolas-Hulot)
Lou Chesné (Porte-parole ATTAC France)
Annie Collombet (Vivre et Agir en Maurienne)
Maxime Combes (Economiste)
Alain Coulombel (Membre Bureau Exécutif EELV)
Jean-Pierre Courtin (forestier, ancien président de Mountain Wilderness France)
Philippe Delhomme (Vivre et Agir en Maurienne)
Michel Dufour (SUD-Rail Maurienne – animateur section syndicale)
Simon Duteil (Union syndicale Solidaires – Co-secrétaire national)
Julie Ferrua (Union syndicale Solidaires)
Frédéric Fortuna (SUD-Rail Alpes – secrétaire régional)
Xavier Fromont (Porte-parole Confédération Paysanne Auvergne Rhône-Alpes)
Khaled Gaiji (Président des Amis de la Terre France)
Léo Girardin (Solidaires Rhône – membre du bureau départemental)
Gilbert Gourraud (Référent Terre de liens Savoie)
Daniel Ibanez (co-fondateur des rencontres des lanceurs d’alerte)
Romain Lapierre (Solidaires Rhône – secrétaire départemental)
Christophe Lebrun (président des Amis de la Terre Savoie)
Philippe Lesage (Porte-parole d’Attac Savoie)
Alain Machet (Vivre en Tarentaise)
Philippe Meirieu (ex-Vice-Président Région Rhône-Alpes)
Erik Meyer (Fédération SUD-Rail – secrétaire fédéral)
Fiona Mille (Présidente de Mountain Wilderness)
Benjamin Moisset (cosecrétaire de Union départementale Solidaires 38)
Alain Nahmias (président de l’Association pour le Respect du Site du Mont Blanc – ARSMB)
Marc Pascal (membre de Mountain Wilderness et de la CIPRA)
Marc Peyronnard (France Nature Environnement Savoie)
Philippe Piard (Porte-Parole de Secrets Toxiques)
Marie-Monique Robin (réalisatrice et écrivaine)
Marine Tondelier (conseillère municipale et conseillère régionale)
Julien Troccaz (secrétaire fédéral – Fédération SUD-Rail)
Françoise Verchère (Maire et conseillère générale honoraire)
Fabien Villedieu (SUD-Rail – Administrateur au Conseil d’Administration SNCF)
Thierry Villiers (coordinateur du groupe local Greenpeace Chambéry)
Gabriel Ullmann (expert environnement)
Cédric Villani (ancien député, Mathématicien)
Élus régionaux et locaux :
Cécile Aubert Michel (Conseillère régionale région Auvergne Rhône-Alpes)
Philippe Basso (Conseiller municipal Albiez le Jeune)
Jean-Pierre Béguin (Conseiller régional Auvergne Rhône-Alpes)
Jezabel Berdoulat (Conseillère municipale de Saint-Martin-la-Porte)
Jean-Yves Berger (Maire de Presle)
Julie Bermond (Conseillère municipale de Villarodin Bourget)
Géraldine Botte (Conseillère municipale Modane)
Olivier Bourquard (Conseiller municipal de Chapareillan)
Alexandra Buisson (Conseillère municipale Villarodin Bourget)
Alexandra Caron-Cusey (Conseillère régionale région Auvergne Rhône-Alpes)
Aicha Cherif (Conseillère municipal de Briançon)
Pierre-Benoît Clément (Conseiller Municipal Saint Etienne de Cuines)
Bruno Cobus (Conseiller municipal de Modane)
Francine Darden (Conseillère Municipale de Briançon)
Grégory Doucet (Maire de Lyon)
Éméline Dufreney (Conseillère municipale Albiez Montrond)
Dominique Ernaga (Conseiller municipal Villarodin Bourget)
Édith Gachet (Adjointe au maire d’Albiez le Jeune)
Ghislain GARLATTI, (conseiller municipal de Porte-de-Savoie)
Vincent Gay (Conseiller régional Auvergne Rhône-Alpes)
Arthur Godfroy (Conseiller municipal de Villarodin Bourget)
Fabienne Grébert (Présidente groupe les écologistes région Auvergne Rhône-Alpes)
Chantal Gros (Conseillère municipale de Saint-Martin la Porte)
Bernard Jus (Conseiller municipal de Saint-Martin la Porte)
Jean-Charles Kohlhaas (Vice-président métropole de Lyon)
Olivier Martin (Conseiller municipal Albiez Montrond)
François Mauduit (1ᵉʳ Adjoint au Maire de Barberaz)
Pierre Mériaux (Adjoint au Maire de Grenoble)
Jean MIELLET (Conseiller municipal Chapareillan)
Michel Mommessin (conseiller municipal du Bourget du lac)
Sandrine Moreau (Conseillère municipale Villarodin Bourget)
Christophe Nicorosi (Conseiller Municipal Bourget du Lac)
Eric Piolle (Maire de Grenoble)
Jean Ruez, (Conseiller municipal de Chambéry)
Erica Sandford (Adjointe au Maire de Modane)
Alain Sibue (Maire de Détrier et Président du Syndicat des eaux de la Rochette)
Élus européens :
François Alfonsi (Député européen, groupe des Verts/ALE)
Benoît Biteau (Député européen, groupe des Verts/ALE)
Damien Carême (Député européen, groupe des Verts/ALE)
Leila Chaïbi (Députée européenne, LFI)
David Cormand (Député européen, groupe des Verts/ALE)
Gwendoline Delbos-Corfield (Députée européenne, groupe des Verts/ALE)
Karima Delli (Présidente de la commission du transport et du tourisme du Parlement européen)
Claude Gruffat (Député européen, groupe des Verts/ALE)
Yannick Jadot (Député européen, groupe des Verts/ALE)
Anne-Sophie Pelletier (Députée européenne, LFI)
Michèle Rivasi (Députée européenne, groupe des Verts/ALE)
Caroline Roose (Députée européenne, groupe des Verts/ALE)
Mounir Satouri (Député européen, groupe des Verts/ALE)
Marie Toussaint (Députée européenne, groupe des Verts/ALE)
Élus nationaux :
Nadège Abomangoli (députée LFI)
Gabriel Amard (député LFI)
Ségolène Amiot (députée LFI)
Rodrigo Arenas (député LFI)
Christine Arrighi (Députée EELV)
Delphine Batho (Députée – présidente de Génération Ecologie)
Julien Bayou (Député EELV)
Lisa Belluco (Députée EELV – membre du COI)
Daniel Breuiller (Sénateur du Val-de-Marne)
Cyrielle Chatelain (Députée EELV)
Sophia Chikirou (députée LFI)
Hadrien Clouet (député LFI)
Jean-François Coulomme (Député Savoie – LFI)
Catherine Couturier, (députée LFI de la Creuse)
Ronan Dantec (Sénateur de la Loire-Atlantique)
Thomas Dossus (Sénateur du Rhône, Groupe Écologiste – Solidarité et Territoires)
Alma Dufour (députée LFI)
Karen Erodi (députée LFI)
Emmanuel Fernandes (député LFI)
Jacques Fernique (Sénateur du Bas-Rhin, en charge du ferroviaire pour le Groupe Écologiste – Solidarité et Territoires)
Sylvie Ferrer (députée LFI )
Caroline Fiat (députée LFI)
Charles Fournier (Député EELV)
Marie-Charlotte Garin (Députée EELV)
Guillaume Gontard – (Sénateur – Président groupe Ecologiste Solidarité et Territoires )
Clémence Guetté (Députée LFI)
Jérémie Iordanoff (Député Isère- EELV)
Hubert Julien-Laferrière (Député EELV)
Joël Labbé (Sénateur du Morbihan)
Bastien Lachaud, (député Seine-Saint-Denis LFI)
Arnaud Le Gall (député LFI)
Elisa Martin (députée de l’Isère LFI)
Carlos Martens Bilongo (député LFI)
Marianne Maximi (députée LFI)
Nathalie Oziol (députée LFI)
Mathilde Panot (Présidente du groupe parlementaire LFI)
Francesca Pasquini (Députée EELV)
Sébastien Peytavie (Député EELV)
Marie Pochon (Députée EELV)
Raymonde Poncet (Sénatrice du Rhône, Groupe Écologiste – Solidarité et Territoires)
Thomas Portes (député LFI)
Loïc Prudhomme (député LFI)
Jean-Claude Raux (Député EELV)
Sandra Regol (Députée EELV)
Sandrine Rousseau (Députée EELV)
Daniel Salmon (Sénateur d’Ile-et-Vilaine, Groupe Écologiste – Solidarité et Territoires)
Eva Sas (Députée EELV)
Sabrina Sebaihi (Députée EELV)
Anne Stambach-Terrenoir (députée LFI)
Ersilia Soudais (députée LFI)
Sophie Taillé-Polian (Députée EELV)
Andrée Taurinya, (Députée LFI)
Nicolas Thierry (Député EELV)
Léo Walter (député LFI)
No Tav, Torino-Lione il no dei francesi: “Smettetela di devastare la montagna” – Antonio Amorosi
Sindaco ambientalista di Lione guida la protesta contro la TAV Torino Lione. Il fronte francese è critico: “Per limitare il riscaldamento globale…”
No Tav, Torino-Lione. Altri fondi devono arrivare dalla UE, ma arriveranno mai?
Non è dall’Italia che arriva il blocco vero alla tratta ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, ma dalla Francia. Il sindaco di Lione, Grégory Doucet, esponente dei Verdi molto stimato, ha firmato un appello per chiedere lo stop dell’intervento. Il testo è sottoscritto da almeno 150 personalità tra ecologisti, sindacalisti, parlamentari (una cinquantina) ed europarlamentari francesi. Doucet fece scalpore all’insediamento annunciando la scelta di ridursi di 1.000 euro l’indennità di sindaco, da 8.500 a 7.500 euro lordi al mese, al fine di aumentare senza ricorrere a più soldi pubblici le indennità di alcuni consiglieri comunali delegati (da 2.300 a 2.700 euro lordi al mese).
“In un momento in cui bisogna fare di tutto per limitare il riscaldamento globale e rafforzare l’indipendenza del nostro Paese”, scrivono i firmatari, “in un momento in cui mancano medicinali e prodotti alimentari importati dall’altra parte del mondo, in un momento in cui il governo afferma di non avere i soldi per sanità e per gli ospedali, in un momento in cui i treni quotidiani sono in pessime condizioni e le infrastrutture ferroviarie non sono o sono mantenute in modo insufficiente, chiediamo lo stop al progetto Lione-Torino che ha come unica logica quella di trasportare sempre più merci sempre più lontano e di mantenere questo culto energivoro e distruttivo”. Quel denaro va reinvestito in treni esistenti.
E prosegue un atto di accusa durissimo, pubblicato sul media indipendente Reporterre.net, dove vengono elencati i danni arrecati dall’opera al territorio: aver moltiplicato per 5 il numero di treni merci tra Francia e Italia; aver aperto al traffico stradale il tunnel di sicurezza nel Fréjus, rimangiandosi la parola data di non farlo; aver dirottato 200 milioni di euro destinati alla ferrovia nelle Alpi per finanziare il traforo stradale del Fréjus; non aver tolto un camion dalla strada quando la linea ferroviaria esistente lo consente e la strada è più costosa del 30% rispetto al servizio ferroviario; aver prosciugano le sorgenti della zona, drenato le acque sotterranee e tagliato ettari di foresta nella zona Maurienne; aver distrutto terreni agricoli per impianti di cemento, aver costruito cave solo per realizzare la tratta Torino-Lione.
Negli occhi dei lettori è rimasto vivo il ricordo degli scontri negli anni sul versante italiano tra manifestanti italiani e polizia, ma gli eventi di protesta sono continuati anche sul fronte francese. Ancora in questo autunno è stata organizzata una grande manifestazione contro il progetto a Villarodin-Bourget, evento in cui si denunciava il costo astronomico dell’opera e la siccità causata dai lavori.
“Finché il traffico merci su rotaia tra Francia e Italia non sarà riavviato non si dovrà abbattere un albero, non si dovrà artificializzare un metro quadrato di terreno agricolo e non si dovrà drenare un metro cubo d’acqua… L’ambiente, i terreni agricoli, le acque sotterranee e il denaro pubblico devono essere preservati!”, scrivono gli appellanti.
I sottoscrittori propongono di migliorare le linee esistenti e tra queste “la capacità delle linee tra Aix-les-Bains e Annecy, la Roche-sur-Foron e Saint-Gervais e tra Saint-André-le-Gaz e Chambéry per ridurre il traffico stradale e aumentare il trasporto giornaliero di viaggiatori”.
Dell’opera sono stati ad oggi completati solo il 19% dei lavori per 115 chilometri totali. Altre risorse economiche per realizzare il progetto devono arrivare dalla UE. Ma non è detto che il tutto vada in porto, tanto meno ora che la Francia vede le proteste sollevarsi tra i sindaci ambientalisti.
Migliorare l’esistente? No, farne di nuovo. Duplicare i costi e comunque non risolvere alcun problema visto che anche i cugini d’Oltralpe qualche dubbio se lo sono fatti venire (ma chi, in Italia e in Francia ha voluto questo progetto?). E del ponte sullo Stretto, ne vogliamo parlare? Sembra un po’ il famoso spettro che stavolta però si aggira tra Calabria e Sicilia. E mette paura solo pensare agli interessi miliardari che ci graviterebbero intorno…