Se il 22 maggio 2059 cade di Marte-dì

Esercizi di memoria (e di flash-forward ) per chi frequenta la buona fantascienza

Guardate con calma questo elenco.

Frank Herbert con il ciclo di «Dune».

Richard Matheson: i racconti «Terzo dal sole», «L’esame» e «Nato di uomo e di donna».

Il racconto di Katherine MacLean «Le immagini non mentono»; se vi è sfuggito lo trovate anche in «Le meraviglie del possibile»

Stanislaw Lem «Solaris» (come sarebbe “mi manca”? Caro amico o amica, che aspetti a leggerlo?)

Dan Simmons «Hyperion».

Clifford Simak «Anni senza fine» (o «City», se preferite): qui in “bottega” ogni volta che se ne parla è tutto un ululato… e non solo perché è una storia di cani. Ma c’è pure il simakiano «Infinito».

Philip Kindred Dick (poteva mancare?) per esempio i racconti «Quelli che strisciano», «Progenie», «Mele avvizzite», «Rapporto di minoranza» oppure il romanzo «In senso inverso» (in italiano noto anche con i titoli «Redivivi SpA» e «Ritorno dall’aldilà»).

. Isaac Asimov (neanche lui poteva mancare): a esempio i racconti «Esplorazione vegetale», «Chissà come si divertivano», «I fondatori», «Alle dieci del mattino», «Zucchero filato», «Che cosa importa a un’ape» e (sì, certamente) «L’ultima domanda» oltrechè, è ovvio, con “Le tre leggi della robotica”.

Ray Bradbury: i racconti «Il piccolo assassino» e «Tempo fermo».

James Ballard «Un gioco da bambini» e il racconto «Il signor F è il signor F».

John Wyndham «Il villaggio dei dannati» (o per meglio dire «I figli dell’invasione») nonché «I trasfigurati».

Henry Slesar. Il racconto «Giorno d’esame».

Robert Silverberg «L’uomo nel labirinto» e «Shadrach nella fornace» ma anche «L’arca delle stelle», «Nati con la morte» e «Oltre il limite».

Anne McCaffrey «Il popolo del vento». E restando da quelle parti “arieggiate” George R. R. Martin e Lisa Tuttle con il romanzo (un montaggio di tre racconti) «Il pianeta dei venti» e Alain Damasio «L’orda del vento».

Ma volendo anche Francis Scott Fitzgerald «Lo strano caso di Benjamin Button», un Gianni Rodari più un paio di storie scritte da Jorge Luis Borges.

Gardner Dozois: il racconto «Figlio del mattino».

E ri-volendo anche il film «Interstellar» di Christopher Nolan.

Poi c’è Alfred Elton Van Vogt con il racconto «Il villaggio incantato».

Ovviamente (?) Douglas Addams «Guida galattica per autostoppisti».

Kevin Wayne Jeter – ma tutti lo conoscono per K. W. Jeter – con «Noir».

Ed ecco un fanta-italiano: Virginio Marafante con il racconto «Profumo di fragole» sulla rivista «Robot» (sempre sia lodata).

Neanche a dirlo «Sentinella» e «La risposta» di Fredric Brown.

Kim Stanley Robinson «Trilogia di Marte» (mannaggia a te db: che aspetti a comprarla o prenderla in biblioteca?).

Mildred Downey Broxon con il racconto «Sussidi didattici».

Poteva mancare «I reietti dell’altro pianeta» di “zia” Ursula (Le Guin)?

Philip José Farmer «Trilogia di Dayworld».

Samuel Delany «Babel-17».

Pensateci su. Con caaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalma.

Adesso è tutto chiaro? No? Allora dovete aspettare il mio post di domani che, salvo colpi di scena, non sarà un Marte-dì (*).

LE IMMAGINI

Le tre età dell’uomo è un dipinto del pittore romantico tedesco Caspar David Friedrich, realizzato nel 1835.

Il giovane uomo nudo seduto in riva al mare è un dipinto di Hippolyte Flandrin, coincidenza sempre del 1835 ( o dell’anno successivo).

(*) Nel frattempo il domani non è più tale e quindi conviene – forse – che io vi faccia un link al post per svelare “tutto” : «Educare (con) gli alieni» di Raffaele Mantegazza

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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