Se invece di diffondere merda virtuale praticassimo cambiamenti reali

Ripreso da Progetto Naturaldurante

di Roberta Seclì

Molte e molti tra voi avranno incontrato in rete i commenti su un infelice articolo incentrato sulla mancanza di etica della scelta vegan. L’articolo, il cui autore non meriterebbe ulteriore pubblicità, mette insieme in modo discutibile alcuni cibi vegetali esotici, ottenuti in alcuni casi da una filiera di sfruttamento, inquinamento, schiavitù e squilibri sociali, e la professata etica di chi non si ciba di animali e derivati, con l’intenzione di sconfessarne la veridicità – e sottolineare così una pretesa attenzione alla vita non umana criminalmente maggiore rispetto a quella riservata ai compagni di specie.

Per fortuna, altrettanto virali sono diventate repliche ben fatte provenienti da vegani e non, che hanno facilmente svelato la volontà nemmeno troppo nascosta di attirare click e lanciare strali (o, nel corrente linguaggio internettiano, shit storming, letteralmente “tempesta di merda”) contro una minoranza che, negli ultimi anni, va molto di moda attaccare.

Per chi non avesse tempo da perdere in polemiche al di là della sterilità, ho buttato giù una mini guida di comportamenti “pro-etica” che, lungi dal poter diventare altrettanto virale (niente offese, niente fama), ha la sola, umilissima volontà di riassumere quel che possiamo fare ogni giorno per essere un po’ più brave/i con il resto del mondo.

Un obiettivo davvero scandaloso, nel 2017.

Ecco quindi una serie di suggerimenti per cambiare il nostro stile di vita in meglio. Perché tutti possiamo migliorare e sono cose che possiamo fare tutti. Ed è un primo elenco, sicuramente non esaustivo.

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IMPRONTA ECOLOGICA

 

 

1. compriamo ai mercatini, ai GAS, dalle bancarelle dei produttori e non al supermercato

2. compriamo cibo bio, e non inquinante; sfuso, e non imballato; cibo locale, prodotto in italia, e non altrove; cerchiamo il commercio equo e solidale per comprare cioccolato, caffé, etc. (e magari pensiamoci su) 

3. mangiamo di più a casa e meno fuori

4. donne, usiamo la coppetta mestruale e i lavabili al posto di assorbenti e tamponi 

5. piatti/bicchieri/posate durevoli, e non usa e getta

6. aboliamo l’usa e getta (rasoi, cannucce, pile, spazzolini, etc.) in favore delle alternative durevoli

7. prediligiamo i mercati dell’usato per l’acquisto di quello che ci serve

8. finanziamo gli artigiani al posto delle grandi catene di abbigliamento (ovviamente comprando il necessario, a ritmi decisamente inferiori)

9. ripariamo, prima di buttare; riusiamo e ricicliamo gli oggetti e cerchiamo di acquistare beni dal ciclo di vita chiuso (che si possano completamente biodegradare, scomporre, etc.)

10. usiamo vestiti di fibre naturali vegetali che non rilascino microplastiche nell’ambiente

11. usiamo cosmetici e detergenti ecologici; non spalmiamoci addosso qualcosa che non potremmo anche mangiare, visto che assorbiamo le sostanze allo stesso modo 🙂

12. lasciamo da parte (o almeno CERCHIAMO di farlo) il trasporto privato a combustibili non rinnovabili e scegliamo altre soluzioni (bici, mezzi pubblici, piedi, car sharing, car pooling, etc)

13, facciamo attenzione alla coibentazione di casa

14. autoproduciamo l’autoproducibile (ci sono miliardi di tutorial in rete)

 

 

 

Ci sono tante cose che possiamo fare per essere più “etici”. Proviamo a farne qualcuna e a migliorare!

Solo che quella che dovrebbe risultare più evidente, cioè non uccidere un altro essere senziente senza necessità, a mio parere è anche la più moralmente rilevante. A chi decidesse di provare, assicuro tutto il sostegno possibile.

 

Give peas a chance! 

 

PIANETA TERRA MULTINAZIONALI

Immagine ripresa dal documento “Top 200. La crescita del potere delle multinazionali”, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Pisa 2015 (www.cnms.it).

SCARICA QUI IL DOCUMENTO COMPLETO

Gianluca Ricciato

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