Sei povero? Scordati il vaccino

di Gianluca Cicinelli

Uscendo dai confini italiani capiamo meglio il senso, e il peso, della parola povertà applicata alla distribuzione dei vaccini contro il covid. Nei paesi cosiddetti ad alto reddito, nel nord del mondo o primo mondo, quelli ad alto sviluppo capitalistico, abita un miliardo di persone circa. I governi di quel miliardo di persone si sono accaparrati 4 miliardi e 200 milioni di dosi di vaccino. Per gli altri, per tutto il resto del mondo economicamente più problematico, per gli altri 7 miliardi di persone che abitano il mondo sono rimaste soltanto 675 mila dosi. E’ il Global Health Innovation Center della Duke University ad aver condotto la ricerca, che mostra il fallimento a cui è destinato il programma Covax, lanciato l’anno scorso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in previsione del verificarsi di questa situazione. E fallirà perchè è basato sulla beneficenza, strumento troppo spesso confuso con l’assistenza.

Anche mettendo da parte il dato relativo all’avidità predatoria dei ricchi sui poveri, va evidenziata la cecità sanitaria che governa lo sciacallaggio dell’accaparramento, perchè non vaccinare il mondo intero significa comunque aumentare le probabilità di una nuova diffusione dell’epidemia, quindi si tratta di una contraddizione politica di corto respiro, del naufrago che butta giù dalla zattera l’altro naufrago mentre la nave affonda. Alla base di questa visione del mondo c’è la sostituzione dell’assistenza con la beneficenza, il ribaltamento dell’idea di welfare del ventesimo secolo, del modello keynesiano se ne vogliamo parlare nei salotti colti.

A rendere paradossale la situazione, se non fosse già drammatica di suo, sono le denunce degli stessi Paesi industrializzati contro le penalizzazioni per le dosi ricevute che i produttori dei vaccini, Pfizer e Astra Zeneca, realizzati con ricerche finanziate da fondi pubblici, hanno operato, all’interno del primo mondo, tra paesi ricchi e paesi ancor più ricchi. L’Italia denuncia, ad esempio, la deviazione delle dosi verso gli Usa. Potremmo dire che anche i ricchi piangono, perchè il meccanismo alla base del dirottamento dei vaccini anche tra i paesi economicamente più agiati è lo stesso che questi paesi tutti insieme praticano verso i paesi del terzo mondo.

Quello che sta accadendo per il covid è già accaduto in scala minore per l’Hiv negli anni passati, come ci ricorda la collega Nicoletta Dentico, che da anni segue la battaglia per l’accesso ai farmaci essenziali e propone che il pubblico rilevi il brevetto “a fronte del pagamento di royalties alle due aziende, per affidare la produzione dei vaccini ad altre imprese farmaceutiche in Europa, per rispondere alle esigenze di salute pubblica”, sospendendo allo stesso tempo in sede Wto i diritti relativi alla proprietà intellettuale finchè non sia stata raggiunta l’immunità di gregge.

Insomma: i profeti del nuovo mondo, mentre denunciano il “fallimento” della redistribuzione della ricchezza come un fardello culturalmente arretrato, ripropongono un modello economico ancora più vecchio del welfare che risale alla prima rivoluzione industriale, la filantropia come parziale riparo ai danni che la collettività più agiata produce sulle classi povere. Ma non è che di questo passo poi arriverà qualcuno a riproporre anche il socialismo scientifico di Marx, visto che tra le altre cose si proponeva di superare il concetto di filantropia che ispirava il socialismo utopistico che lo aveva preceduto?

ciuoti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *