Seize The Time Afferra il tempo

un (grandissimo) film di Antonello Branca

se non sai niente delle Pantere Nere, dopo aver visto questo film cercherai una loro sezione per iscriverti, promesso.
un film documentario straordinario in molte parti, e nelle altre ancora di più.
guardare per credere.

 

https://www.youtube.com/watch?v=1KnBC2RjhH4

 

QUI una biografia di Antonello Branca

UN FILM SULLA RIVOLUZIONE – Nobuko Miyamoto

Incontrai Antonello Branca nel 1968. Era a Los Angeles per realizzare alcuni brevi documentari sulla California per la televisione italiana. In realtà, stava facendo un lavoro preparatorio per un film che desiderava girare. Era la storia della transizione di un giovane uomo dal Nazionalismo Nero al Nazionalismo Rivoluzionario, il suo percorso verso il Black Panther Party. Antonello desiderava realizzare un film in modo rivoluzionario: senza sceneggiatura, senza attori (ad eccezione di Norman Jacobs) e con un piccolo finanziamento. Una realizzazione “guerrigliera” fatta insieme alle Pantere Nere.

Mi chiese se volevo aiutarlo. Io sapevo molto poco della realizzazione di un film (a parte l’esser stata dall’altra parte della cinepresa come danzatrice) e assolutamente nulla di politica. In realtà, ero un po’ spaventata dalle Pantere Nere, ma uno dei grandi talenti di Antonello come documentarista era quello di portare le persone a dargli la risposta che voleva. Dissi di sì e saltai nell’acqua, ma non ero sola. Era un tempo, quello, in cui molti si tuffavano nelle acque turbolente della rivoluzione.

Era il 1968 e l’America stava combattendo due guerre: una in Vietnam e una in casa. Gli studenti, in tutto il paese, mettevano in discussione il sistema resistendo alla leva militare e marciando contro la guerra; le donne tessendo la loro sorellanza e chiedendo uguali diritti; Cesar Chavez organizzando i braccianti e il boicottaggio dell’uva; i nativi americani occupando l’isola di Alcatraz; i giovani “accendendosi e liberandosi”, mentre la musica suonava la ribellione a tutto volume.

Nessun gruppo, però, attrasse l’attenzione e il furore del governo americano come il Black Panther Party.L’eredità di Malcom X, l’immagine militante delle Pantere in cuoio e cappello neri, armate del Libretto Rosso di Mao e della teoria Marxista-Leninista, i fucili per difendersi e un programma in dieci punti, fecero di loro i protagonisti di questa fase rivoluzionaria.

Come Antonello riuscì a chiedere loro di far parte del suo film, non lo saprò mai.

Erano mercuriali e giocavano la loro battaglia nei media e nella comunità nera come un “living teather”. Si dirigevano verso la capitale della California armati di fucili per protestare contro l’oppressione poliziesca, dando il via ad una serie incessante di scontri con i “maiali”, come chiamavano i poliziotti. Le loro sedi furono assalite dalla polizia in tutto il paese. I loro leader: Huey Newton, Bobby Seale e Geronimo furono arrestati. Bunchy Carter, Fred Hampton e altri furono direttamente assassinati.

Le Pantere sostenevano la loro gente con programmi come la Colazione per i Bambini e i centri per la salute. Allo stesso tempo, difendevano i loro prigionieri politici e sostenevano la lotta armata. Come potevano prendere in considerazione l’idea di partecipare a questo piccolo film?

Questo, io credo, era Antonello. Li portò a dire “Sì”. Ogni giorno la nostra piccola troupe d’assalto (Rafael, Norman e io) cercava di seguire l’impeto creativo di Antonello condividendo un appartamento, spaghetti alla carbonara e birra, incontri con i leader delle Pantere, un fucile posato sulla mia libreria, le canzoni di Elaine Brown… Sì! Il titolo: “Seize the Time”.

Incontro con Geronimo. Geronimo arrestato. Facciamo le riprese di “Colazione per i Bambini” servendo loro uova e amore. Potere al Popolo! Right on!

Il documentario innanzi tutto. Andiamo a Berkeley, dimostrazioni per difendere “People’s Park”, i carri armati che rullano, la Guardia Nazionale che marcia, io sostengo Antonello che filma le baionette rivolte contro la sua cinepresa. I gas lacrimogeni ci soffocano al Campus di Berkeley, le masse marciano, un bastone mi colpisce e mi rendo conto della violenza della polizia. Tutto il potere al popolo! Right on!

A New York filmiamo gli Young Lords che prendono in consegna la chiesa nell’East Arlem; di ritorno a Los Angeles filmiamo la Pantera Erica Huggins che dà alla luce la sua bambina. Eldridge Cleaver in Algeria, Huey in prigione, in California. Le Pantere si spaccano politicamente. Come ha potuto, Antonello, pensare di fare un film proprio nell’epicentro di questo periodo così pericoloso e caotico?

Il film era come una improvvisazione jazz che si dispiegava nella sua mente raccogliendo personaggi e situazioni che incontravamo via via e il mondo si muoveva intorno a noi. Ho vissuto da vicino, personalmente, un’altra faccia delle Pantere. Non dimenticherò mai quando filmammo una lezione di educazione politica comunitaria a Los Angeles, tenuta dal Ministro dell’educazione Masai Hewitt. Un giovane fratello faticava a leggere ad alta voce un passo del Libretto Rosso.

Senza un moto di condiscendenza il maestoso intellettuale, Masai, tradusse il significato di “servire il popolo” nella poesia del linguaggio della strada. Ho pensato: “Accidenti, questo si che è meraviglioso, è vero amore per il popolo”. Poi qualcuno, al Programma “Colazione per i Bambini”, mi chiamò sorella. Ero una straniera, una giapponese-americana, ma questa persona mi fece sentire parte della famiglia. Anche questo era amore. Le Pantere non mi spaventavano più.

Questo è solo un piccolo accenno alla nostra esperienza nel fare “Seize the Time”. Forse il film fu solo una scusa per essere parte di questo epico momento. Per imparare, per essere testimoni delle loro sofferenze, dei loro sogni, per respirare il loro anelito alla rivoluzione. Fu un percorso difficile fare un film sulla rivoluzione, ma forse, il percorso fu soprattutto sulla possibilità di rivoluzionare noi stessi.

da qui

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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