Senzatomica, la mostra arriva a Cagliari
di Ignazio Sanna (*)
L’olocausto della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, che provocò molte migliaia di vittime, è datato 6 e 9 agosto 1945. Dunque l’umanità vive da più di mezzo secolo sotto la minaccia della distruzione nucleare. Il Giappone ne è stata la prima vittima, la speranza è che possa essere anche l’ultima. Per quanto a volte si cerchi di minimizzarlo, il pericolo infatti permane, nonostante la fine della guerra fredda, tanto più se consideriamo che il numero di Stati in grado di produrre armi atomiche è arrivato a 9, per un totale di 19.000 testate nucleari, più che sufficienti per distruggere ogni forma di vita nel nostro pianeta.
Da tempo il presidente della Soka Gakkai Internazionale Daisaku Ikeda si occupa del problema con una serie di scritti e con proposte di pace inviate all’Onu, organismo al quale l’organizzazione buddista appartiene come ong.
L’Istituto buddista italiano Soka Gakkai ha organizzato una campagna per diffondere la consapevolezza di questo pericolo incombente. Fulcro di tale campagna è la mostra che sta girando l’Italia: «SenzAtomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari» (http://www.youtube.com/watch?v=CeTWPu2nUOc). L’obiettivo immediato di quest’iniziativa è la creazione di un movimento di opinione volto all’elaborazione e l’adozione, entro il 2015, di una Convenzione Internazionale sulle Armi Nucleari. Chi fosse interessato a ulteriori approfondimenti su questa complessa problematica può visitare il sito web http://www.senzatomica.it/, che contiene un gran numero di informazioni.
Inaugurata nel 2007 a New York, la mostra ha esordito in Italia a Firenze nel 2011. Dopo Pesaro, Milano e Bologna farà tappa a Cagliari, dal 2 al 22 dicembre di quest’anno, presso la Fiera internazionale della Sardegna, con ingresso gratuito. Presentata lo scorso 11 novembre al Teatro Massimo di Cagliari, la manifestazione comprende anche un servizio di visite guidate per le scuole e la possibilità per studenti e docenti di partecipare a una serie di laboratori tenuti da educatori professionisti.
Per saperne di più ho rivolto qualche domanda al dottor Damiano Anedda, esponente del comitato organizzatore di Cagliari.
Da cosa nasce l’impegno dell’Istituto buddista italiano Soka Gakkai in questo campo?
L’istituto buddista italiano Soka Gakkai fa parte della Soka Gakkai Internazionale, un’organizzazione religiosa presente in 192 Paesi che promuove i valori della pace, della cultura e dell’educazione secondo gli insegnamenti di Nichiren Daishonin.
In Italia l’Istituto si occupa fin dalle origini di promuovere le attività per la pace, realizzando varie iniziative fra cui la mostra intitolata «La città dei diritti umani», inaugurata nel 2001 e presentata in quattordici città, fra cui Cagliari.
Il primo e inflessibile monito da cui ha origine l’impegno dei membri della Soka Gakkai per l’abolizione delle armi nucleari è costituito dalla dichiarazione che il secondo presidente Josei Toda fece nel 1957, davanti a cinquantamila giovani riuniti nello stadio di Yokohama. Era un periodo in cui la competizione di vari Stati nel potenziamento del proprio arsenale nucleare diventava sempre più pericolosa per la sopravvivenza dell’uomo. Toda comprese la logica che guidava coloro che accrescevano i propri arsenali nucleari, ovvero il desiderio perverso di dominare e piegare l’altro alla propria volontà.
La prima mostra per l’abolizione delle armi nucleari realizzata dalla Soka Gakkai Internazionale, intitolata «Armi nucleari: minaccia per il nostro mondo”, fu inaugurata nel 1982 e sosteneva la Campagna mondiale per il disarmo, proclamata dalle Nazioni Unite.
L’impegno in prima linea dell’Istituto italiano è evidenziato nel titolo dell’attuale campagna, «trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari». Mi viene in mente una frase di Daisaku Ikeda pubblicata in un libro scritto con Majid Tehranian, intitolato Civiltà globale. Un dialogo tra Islam e Buddismo: «Ricercare la propria felicità a spese del prossimo […] è un puro e semplice controsenso e non dovrebbe essere tollerato» (pagina 255). Questo è il messaggio che si vuole trasmettere agli studenti e ai cittadini che visiteranno la mostra.
La Soka Gakkai collabora con altri enti per “SenzAtomica” o iniziative analoghe?
“Senzatomica” si inserisce nel decennio per il disarmo nucleare proclamato dall’Onu (2010-2020). Aderiscono alla campagna altri movimenti internazionali come la campagna I-Can promossa da International Physicians for the Prevention of Nuclear War,i Sindaci per la Pace e le Conferenze Pugwash, movimento internazionale di scienziati ispirato al “Manifesto Russell-Einstein” del 1955, che si occupa dell’impatto sociale della scienza e tenta di trovare soluzioni che prevengano il suo utilizzo scorretto.
Ci può illustrare in dettaglio i contenuti della mostra?
La mostra “SenzAtomica” è uno degli eventi più importanti promossi dall’Istituto buddista italiano Soka Gakkai nell’ambito della campagna per l’abolizione delle armi nucleari. Uno degli scopi è informare la gente sulla realtà delle armi nucleari, che tutt’ora rappresentano il vertice della piramide della violenza espressa dall’uomo, in modo da stimolare la coscienza delle persone comuni su questo problema e creare un movimento di cittadini che abbia come obiettivo la firma di una convenzione per l’abolizione delle armi nucleari.
La mostra comprende filmati inediti sulla storia delle armi nucleari e testimonianze dei sopravvissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, i cosiddetti hibakusha.
Il sito internet www.senzatomica.it è il principale collettore-amplificatore degli eventi relativi alla campagna, offrendo ai visitatori la possibilità di interagire e sostenere le iniziative a essa correlate. Gli insegnanti possono trovarvi materiali didattici sul tema delle armi nucleari e strumenti di educazione alla pace e alla nonviolenza articolati per ogni grado scolastico da professionisti della scuola. Viene anche proposto un “percorso bambini”, costituito da una serie di pannelli progettati per i più piccoli, che consente di accoglierli in maniera adeguata alla loro età. Subito dopo aver visitato la mostra, studenti e docenti possono partecipare a una serie di laboratori tenuti da educatori professionisti, realizzati per l’approfondimento delle tematiche osservate nel percorso espositivo.
La mostra rappresenta anche una grande occasione per riflettere sulla responsabilità della scienza, sull’impatto dei test nucleari nell’ambiente e sui costi sostenuti dagli Stati per la costruzione e il mantenimento degli armamenti. Si può visitare un percorso principale composto da 42 pannelli tematici ed esplicativi, al quale se ne affianca un altro rivolto agli studenti della scuola primaria e della media inferiore. I due successivamente confluiscono nella piazza del percorso principale. I pannelli sono accompagnati da vari monitor e da una sala video.
(*) Nuovo appuntamento con la rubrica «L’isola del giovedì: cinemanonsolo» dove Ignazio Sanna racconta la scena sarda con un occhio agli altri universi: settimanale o magari quattordicinale ma sempre di giovedì. Ovviamente gradite le segnalazioni, potete inviarle qui o direttamente a Ignazio.