Sex come mi vorrei

di Daniela Pia
Mi dicono che la “docente” Belen sia salita in cattedra e che dal pulpito di una nuova, si fa per dire, trasmissione televisiva sia stata chiamata a insegnare alle giovani fanciulle come perfezionare il loro appeal

per attizzare i maschietti. Lei che in questa materia si è laureata, fra moine, ammiccamenti e farfalline disvelanti saprà elargire nella giusta dose lodi e rimbrotti.
Dalla cattedra nella quale operano tanti/e insegnanti della scuola vi è però la possibilità di avere un osservatorio “privilegiato” dal quale constatare, con sempre crescente preoccupazione, quali disastri stia creando soprattutto fra le studentesse la ricerca esasperata di una bellezza plastificata. Disturbi alimentari come anoressia e bulimia sono in forte crescita. Spesso si sviluppano in modo subdolo, senza che le ragazze ne abbiano consapevolezza e, quando la trappola scatta, la lotta si fa durissima.
Foto esibite su FB, scimmiottanti Belen e ballerine, rincorrono i «mi piace» di ragazzetti e uomini a caccia di prede. Quando poi ai «mi piace» si sostituiscono i commenti denigranti – come: sei un cesso, fai schifo, sei una botte di lardo – allora le ragazze toccano con mano l’umiliazione: c’è chi si nasconde dietro l’autoironia, chi si ammala, chi non regge e si rompe. Per sempre. Così è capitato, circa un mese fa, a una studentessa d’una scuola sarda.
Questo corpo che le ragazze si portano appresso può spesso diventare oggetto di sofferenza perché non rispondente a canoni imposti da trasmissioni confezionate per un target fasullo. Ma, si sa, il business è business; non è compito della tv occuparsi di questo. Allora ecco le trasmissioni confezionate per inseguire il sogno del «Come mi vorrei»: Italia Uno se ne è fatta carico, affidando il compito di maitresse alla Belen del caso.
Nessun indugio o dubbio sulla eticità del programma da parte di Mediaset che ha giustificato la scelta dicendo “facciamo intrattenimento” e che non è compito della tv commerciale e in particolare di un programma come questo fare “introspezione psicologica approfondita”.
Per fortuna intorno a noi vi sono persone che si pongono il problema e sanno denunciare il pericolo. Voglio citare quanto accaduto a Beth Whaanga, donna di 32 anni, che dopo una doppia mastectomia ha scelto di mostrare il suo corpo con i segni della devastazione. Questo gesto, teso a sensibilizzare sulla sofferenza del corpo femminile dopo la malattia, ha avuto come risultato che più di 100 persone l’hanno cancellata dagli «amici» sul social network: 100 «mi piace» in meno. Che io spero siano stati accolti con un «francamente me ne infischio». Purtroppo questo esempio ci ricorda che per una donna coraggiosa ve ne sono tante fragili e ansiose di piacere le quali non sapranno infischiarsene di non piacere a certi “signor nessuno”.
Contro questo furore – frutto della mercificazione del corpo femminile – in questi giorni si è spesa Camilla De Luca, studentessa universitaria che ha lanciato una petizione su Change.org, con la quale ha chiesto la cancellazione del programma di Italia Uno. Anche se questa petizione non dovesse raggiungere il suo scopo, il fatto che in trentamila l’abbiano firmata è segno di una crescente consapevolezza sulla distorsione dell’immagine femminile, intesa come oggetto finalizzato alla cattura del piacere maschile e che per questo rincorre canoni da bambola gonfiabile. Bambole confezionate da una tv che si ciba del corpo delle donne facendone mercato.
http://www.change.org/it/petizioni/cancellare-come-mi-vorrei-il-programma-tv-mediaset

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *