Sì, in Bolivia c’è una rivoluzione democratica

Evo Morales a Milano, il racconto di Gian Marco Martignoni

Morales

Grande attesa e pubblico stipato venerdì 12 all’università della Bocconi per la “Lectio Magistralis” del presidente Evo Morales dal titolo «Rivoluzione democratica e culturale in Bolivia».

Evo Morales, accolto trionfalmente dai moltissimi connazionali, con un discorso a braccio durato un’ora e mezza, non ha deluso le aspettative ricostruendo sinteticamente come nel Paese andino è stato ribaltato il dominio del potere imperialista statunitense e della subalterna oligarchia locale.

E’ stata una impresa non facile, materializzatasi grazie al grande sostegno popolare che ha permesso a Morales di compiere scelte prima impensabili e nettamente antitetiche agli orientamenti neoliberisti. Innanzitutto la nazionalizzazione delle risorse provenienti dall’estrazione degli idrocarburi ha determinato una nuova ripartizione delle stesse: l’82% è stato assegnato al popolo mentre il 18% è andato alle compagnie petrolifere estere impegnate nell’estrazione. Multinazionali che comunque ricavano profitti lauti, al punto che Morales ha comunicato che è in previsione una nuova ripartizione ancor più vantaggiosa per la Bolivia: il 92% sarà assegnato al popolo contro l’8% alle compagnie petrolifere.

Dunque, contrastando la logica privatizzante del capitalismo, sono state finanziate una serie di politiche sociali con i fondi pubblici incamerati, a partire dalla riduzione dell’abbandono scolastico al 1% (dal 6% precedente) così come è stato affrontato con risultati eccellenti il problema storico della fame.

Grazie a queste scelte la Bolivia ha intrapreso il percorso faticoso ma dirimente della democratizzazione dell’economia, senza la quale è impossibile affermare pienamente il concetto di sovranità nazionale. Al contempo la Bolivia si è fatta promotrice alle Nazioni Unite di una importante mozione a favore dell’acqua come bene pubblico, che è stata votata a stragrande maggioranza con il solo parere contrario di Stati Uniti, Canada e Israele .

Per compiere scelte giuste – ha concluso Morales – è importante accrescere le conoscenze e imparare quotidianamente dalle sofferenze del popolo, poiché anche se non si è andati all’università si può deliberare correttamente se ci facciamo guidare dalla forza e dalla bellezza dei sentimenti. «A tal fine è essenziale che il nostro comportamento sia sempre guidato da tre princìpi: non rubare, non mentire, non essere deboli».

 

 

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