Sì, tradire

Nel 149esimo «Ci manca(va) un Venerdì» il noto astrofilosofo Fabrizio Melodia fa i conti con Jim Morrison, Filippo Facci, Emily Dickinson, Ginko, Giovanni Giudici, Herman Hesse, Andrea Pazienza, Eliot e soprattutto “la tigre di Cremona” (Mina)

«Hanno ragione tutti. Chi vuole tradire per indole tradisca. Chi vuole tradire perche si sente trascurato tradisca. Chi vuole tradire per noia tradisca. Chi vuole tradire per allegria tradisca. Chi vuole tradire per leggerezza tradisca. Chi vuole tradire per abitudine tradisca. Chi vuole tradire per troiaggine tradisca… Padroni… Ma ripeto e ripeto e ripeto ancora: chi ama non tradisce» afferma con veemenza la mitica Mina, in una vecchia intervista.

Il tradimento è diversamente predicabile: lo si associa spesso all’inganno d’amore, meno sovente lo si associa al tradire se stessi o un’idea. Secondo quanto detto con arguzia ma anche stizza da Mina – alla quale l’Italia perbenista fece pagare a caro prezzo la sua relazione con un uomo sposato – chi ama non tradisce.

Dello stesso avviso è Ginko, della polizia di Clerville, storico e non tanto stoico antagonista dell’arcinoto Diabolik. Riflettendo con il suo buon amico Gustavo Garian, riguardo ai paralleli fra l’amore di Diabolik per Eva Kant e il suo per Altea di Vallemberg, entrambi burrascosi e appassionati ma ormai indistruttibili, Ginko si lancia in una considerazione del tipo: «Vedi, Gustavo, un uomo tradisce quando si sente insoddisfatto di quell’amore ma quando trova la donna ideale, non cambia più». Affermazione assai vera, se si pensa alla vita al limite per Diabolik ed Eva, oltre il concetto stesso di amore che viene di convenzione definito come tale.

«C’è più onore in tradire che in esser fedeli a metà» sottolinea il poeta Giovanni Giudici, mettendo in luce la scelta titanica e radicale, quasi luciferina, del tradimento stesso. Quasi fosse una questione eroica, un salto nel vuoto per avere il coraggio di cambiare vita quando essa è arrivata a un bivio: o si prende una decisione chiara o si viene condannati a spegnersi lenti come una candela; peggio ancora, deflagrare quando ormai non si ha più niente da dirsi e la prigione del finto amore diventa ormai insostenibile, falsa e autodistruttiva, volendo salvare la facciata in una società dove l’immagine è tutto, soprattutto nei sentimenti.

Arrivati a questo punto si può cadere nella tentazione peggiore, come ammonisce il poeta Thomas S. Eliot: «L’ultima tentazione è il tradimento più grande: fare la cosa giusta per la ragione sbagliata». Quanti rimangono con la propria sposa, compagna, fidanzata e viceversa, solo per abitudine, per non voler ferire l’altro, per paura del cambiamento e/o di quello che penserebbe la gente? Molti. E poi pullulano i piccoli (e grandi) orrori familiari, dove tutto cova nel sotterraneo, dove si tace per quieto vivere. Il tempo per flagellare i traditori ci sarà, forse.

Eppure anche un traditore come il cantante Jim Morrison ammoniva duro: «Non tradire chi ti sorride: potrebbe avere la morte nel cuore e regalarti ugualmente un po’ di vita».

Non sono tanto convinto che l’affermazione del giornalista Filippo Facci sia vera: «Le donne tradiscono quando stanno male, gli uomini quando stanno bene». Il tradimento nasce da una situazione di profondo malessere da parte di entrambi, forse il senso di noia e di avventura prevale negli uomini, ma è presente anche nelle donne (ricordate madame B?). Forse una verità è che in questa società mancano l’educazione sessuale e una indagine sui diversi aspetti della sessualità, anche su quelli giudicati perversi dai perbenisti ma non per questo psicopatici. In una società più libera, giusta e felice l’amore, nei suoi più profondi e mai indagati aspetti, potrebbe trionfare libero da catene e volare alto in cielo?

Il compianto Andrea Pazienza affermava: «l’amore è tutto ciò che si può ancora tradire». Eppure si tradiscono la Verità, la Giustizia, la Libertà fino a un gigantesco paradosso, riassumibile con questa frase dello scrittore Herman Hesse: «Nei periodi di grandi traversie ci si accorge con stupore che sono di più le persone capaci di morire per gli ideali che quelle disposte a vivere per essi».

Potrebbe aver ragione la poetessa Emily Dickinson, alla quale lascio l’ultima, ma non per questo conclusiva, parola: «Gli Ideali sono il Magico Olio | con cui aiutiamo la Ruota | ma quando l’Asse Vitale gira | l’Occhio rigetta l’Olio».

Il crimine peggiore è rinnegare tutto in nome di cose materiali e meschine? 

NELL’IMMAGINE: Psyché ranimée par le baiser de l’Amour di Antonio Canova

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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