Sì, viaggiare: nell’isola di Lyonesse

di Fabrizio («Astrofilosofo») Melodia

L’isola di Lyonesse non è facilissima da trovare, anche perché mi tocca fare un arguto viaggio nel tempo, sempre a cavallo della mia bici: infatti essa è la maggiore delle cosiddette Isole Antiche (Elder Islands in originale) che sorgevano un tempo in pieno Oceano Atlantico, a sud della Cornovaglia, come descrive abilmente e con grande dovizia di particolare l’abile e affabulatorio Jack Vance, nel suo romanzo «Lyonesse» (1983), primo capitolo di un bellissimo ciclo, composto appunto dai romanzi «Lyonesse», «La perla verde» e «Madouc».

Purtroppo queste isole antiche insieme a Lyonesse sprofondarono nell’Oceano Atlantico a seguito di un cataclisma verso la fine dell’epoca di Re Artù in Britannia.

Il mio viaggio inizia a ritroso quando le isole erano fiorenti e diedero fra le altre cose i natali al cavaliere Tristano.

Mi aggiro tranquillamente fra le sue strade in pieno Medioevo Europeo: un misto di odori netti e acri mi pungono il naso, mentre l’aria è pulita anche se pesante d’umidità.

Alcune fonti la confondono con Avalon, anche se altre tradizioni tramandano che facesse parte delle Isole Scilly.

La famiglia Trevelyan prenderebbe il suo stemma da una leggenda locale: «Quando Lyonesse fu sommersa dalle acque, solo un uomo di nome Trevelyan riuscì a scappare su un cavallo bianco». Da quel giorno sullo stemma della famiglia fu rappresentato un cavallo bianco che esce dalle acque.

Secondo altre fonti arturiane, quando Lyonesse ricomparirà dalle acque, Re Artù armato di Excalibur e in groppa a un cavallo bianco tornerà splendente a reclamare i suoi regni.

La poesia epica di Lord Alfred Tennyson «Idilli del re» conferma questi fatti, portando a conoscenza che a Lyonesse si sarebbe combattuta la battaglia finale tra Artù e il traditore Mordred, mentre alcuni ipotesi un poco più con pretese scientifiche situerebbero l’isola presso il porto di Dunwich.

Lyonesse è immensa: secondo le leggende si estenderebbe dalle Isole Scilly fino all’estremità meridionale della Cornovaglia e potrebbe vantare qualcosa come 140 chiese, tutte in perfetto stile celtico.

La Città dei Leoni, dove mi trovo ora, è la capitale e alcune volte viene chiamata Carlyon, governata da sovrani che sembrano provenire dalla mitologia gallese e arturiana.

Lo stesso Tristano – o Tristram Fawr – sarebbe stato figlio di una delle casate più in vista di Lyonesse, mandato da suo zio materno, re Mark di Cornovaglia, per prendere in consegna la futura moglie Iseult (Isotta) dall’Irlanda.

Lyonesse si ritrovò presto spezzata nella sua unità politica quando Uther II, nonno paterno del futuro re Artù, dovette fuggire in Britannia a causa dei tremendi complotti del crudele e ambizioso Re Casmir, il cui progetto di riunire nuovamente i vari piccoli Stati sarebbe stato continuamente reso vano dall’abile stratega Aillas, re di Trocinet, isola a sud di Lyonesse dotata di una potente flotta.

Aillas non si arrese mai, riuscendo persino a sconfiggere gli Ska, originari abitanti delle terre scandinave, sempre in guerra con tutti e considerati imbattibili.

Ho la fortuna di potermi aggirare per le strade dove si tiene la tradizionale «Fiera degli Orchetti», un evento annuale organizzato a Twitten’s Corner presso la foresta di Tantrevalles.

Si possono notare visitatori di tutto il mondo, per acquistare da elfi e altre creature magiche ogni genere di merce magica.

Ma purtroppo è già tempo per me di tornare sui miei passi. Forse anche a me sarà concesso in alcune notti sulle rive della Cornovaglia di sentire da lontano il rintocco delle campane di Lyonesse, di Ys e delle altre città sommerse.

 

Redazione
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