«Si vis pacem»

un poema di Vann’Antò (*) vecchio ma sempre vero

Vauro-guerre

I

Si vis pacem, para bellum!

Se vuoi la pace, prepara la guerra

se vuoi la pace,

la pace… eterna

Il paradiso è all’ ombra delle spade:

accanto al fuoco del sangue

briachi morti di strage

addormentarsi per sempre!

Prepara la guerra e sarà.

Questa volta e sarà,

chi vuol esser giocondo,

la fine del mondo.

Già “la bomba H” hanno detto

potrebbe far della terra

un incandescente deserto”:

Forse una stella chissà!

Una qualunque stella innocente

Nell’ infinito silenzio

Di tutta l’ umanità…

Non più mali e dolori

Gli angosciosi bisogni

Paure incubi orrori…

Ma la fine anche dei sogni

Dei bambini e dei fiori

Della poesia e dell’ amore!

II

No, Altissimu bon Signore,

cum tucte le tue creature:

spezialmente messer lo frate Sole

lo qule iorna e allùmina per nui,

cum sora Luna e sore Stelle

clarite e preziose e belle,

e frate Vento e onne tempo

e nùbile e sereno

onde le creature

hanno sustentamento,

cum sor’ hùmele Acqua

utile e preziosa e casta,

e frati Focu bellu

iucundu robustosu e forte

che n’ allùmena la nocte,

per matre nostra Terra

la quale ne sustenta e governa

e produce diversi fructi

e coloriti fiori e erbe:

fratelli di frate Sole

fratelli di san Francesco

il paradiso è questo!

III

Si vis pacem, para pacem.

Se vuoi la pace, prepara la pace:

la pace fraterna

degli uomini in terra,

la pace del pane

per tutti, del Sole

che splende per tutti,

il padre del pane!

Pace terra e cielo,

pace acqua e solo:

acqua e suli fa laùri!

Pace estate e inverno,

pace sole e vento:

suli e vientu fa frummientu!

Travagghi e cuntentu:

n paci, c’ hai lu pani

santu cutiddianu;

pani e pac unita,

puru se cummatti

ti ‘ratti t strazzi

travagghi la vita!

(*) Vann’Antò, pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo (Ragusa, 24 agosto 1891 – Messina, 25 maggio 1960). Grazie alle amiche e agli amici di Ragusa che me lo hanno fatto conoscere. La vignetta è di Vauro. (db)

 

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