«Siamo il sale della terra, siamo la luce del mondo»

Il contributo di omosessuali e transessuali cristiani nella Chiesa e nella società: lettera aperta ai partecipanti alla manifestazione di sabato 20 giugno 2015 a Roma (*)

GENDER

A te che sei in piazza San Giovanni,

siamo Giulia, Daniele ed Edoardo, ragazzi come te: studiamo, lavoriamo, ci divertiamo con i nostri amici, soffriamo e con te condividiamo la stessa Fede in Gesù. Crediamo nello stesso Dio che ci «ha fatto come un prodigio» che «ci conosce e ci scruta fino in fondo» (Salmo 139); il Dio che «ci ha plasmato» e «ci ama e ritiene degni di stima» (Isaia 43) così come ci ha pensati: omosessuali, eterosessuali, bisessuali, transessuali, capaci di amare ognuno secondo l’insegnamento del Padre.
In questi giorni da un certa parte della Chiesa di cui anche noi ci sentiamo parte integrante e attiva sentiamo arrivare parole durissime che evocano lo spettro di una guerra ideologica, dietro cui ci sarebbe una fantomatica lobby gay che vorrebbe sovvertire l’ordine sociale attraverso la diffusione di questa «ideologia del gender» di cui non si trovano scritti e che è stata inventata solo per dividerci. Sai, fratello mio, che «Satana è Diviso in se stesso» (Mc 3, 26) e coloro che fomentano queste menzogne ci chiedono di essere come Satana; ma noi siamo chiamati ad essere a imitazione di Cristo.
Hai mai voluto approfondire questo tema? Hai mai desiderato conoscerci, sapere delle nostre vite? Forse avresti scoperto che non esiste nessuna ideologia del gender, che non c’è alcun testo che si possa citare propriamente a supporto. Esistono, si’, gli studi di genere, ma sono nati negli anni ’70 soprattutto per supportare la questione femminista. Nelle linee guida sull’educazione dell’Oms
(Organizzazione mondiale della sanità) non c’è nulla di quello che trovi scritto nei volantini che ti hanno spinto oggi in piazza: da nessuna parte si prevedono corsi di masturbazione per i bambini, da nessuna parte corsi di educazione sessuale alla scuola materna. Insomma oggi sei sceso in piazza sulla base di una cattiva informazione, fatta solo per dividerci, per separarci.
Papa Francesco ci dice «Costruite ponti non muri», questo messaggio è per tutti, anche per te e gli amici che oggi hai portato in piazza. E allora ci viene dal cuore chiederti: perché sei qui oggi? Cos’è che ti fa paura? Cosa è che ci ha impedito di incontrarci? Di capirci? Cosa ti fa scendere in piazza gridando contro qualcosa, contro qualcuno, e non per incontrare qualcosa, qualcuno?
Fratello mio, pensi alle ferite che le tue parole e azioni provocano al nostro cuore? Ti sei mai chiesto l’effetto che fa su noi, giovani omosessuali, vedere la forza con cui viene armata questa battaglia, nelle scuole, nelle parrocchie? Ti sei mai chiesto se questo ci fa sentire accolti?
Ti sei mai chiesto se siamo veramente fratelli, sorelle?
Gesù dice a tutti noi che siamo «il sale della terra e la luce del mondo» (Mt 5). Perché tu pensi che siamo un pericolo, e non «sale»? Perché pensi che le nostre vite non possano essere «luce» per le genti? Perché pensi che i nostri desideri, i nostri affetti, i nostri amori, le nostre famiglie siano un pericolo per te e non «sale e luce»? Cristo ci dice che siamo l’uno sale e luce per l’altro, quindi ti dico, Fratello, dobbiamo esserlo: incontriamoci, conosciamoci e condividiamo le nostre storie. Costruiamo ponti, non innalziamo muri per separare e per paura del diverso. I muri vengono meno quando si riconosce la bellezza e la verità nella Vita di ciascuno, unica, irripetibile, diversa e ricca.
Ciao caro fratello, spero di poterti abbracciare presto,
Giulia, Daniele ed Edoardo

(*) ripreso da www.nuovapropostaroma.it/ . «Nuova Proposta» è un’associazione di Roma (nata nel 1990) che si presenta come «un’associazione laicale di uomini e di donne omosessuali cristiani impegnati nel condividere un percorso di crescita spirituale e umano»

 

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

Un commento

  • Daniele Barbieri

    GIANCARLA CODRIGNANI mi segnala questo suo commento.

    I CATTOLICI CHE “MANIFESTANO”
    di Giancarla Codrignani
    Il “movimento per la vita” – riconosciuto dalla gerarchia cattolica – ha uno strano concetto di che cosa sia la vita. L’abbiamo conosciuto ai tempi dell’aborto e non siamo riusciti a fargli capire che le donne vorrebbero solo maternità desiderate e nemmeno che era meglio scomunicare le guerre che non uccidono embrioni ma persone vere.
    Oggi ha riempito piazza San Giovanni a Roma contro il “gender”, termine che da decenni in tutti i documenti internazionali e in tutti i corsi universitari rappresenta quella “differenza di genere” che ha inizio per tutti alle elementari con la morfologia dell’italiano: “ministro” fa ministra come “maestro” (gerarchicamente inferiore) fa maestra.
    Siccome i Papi se la sono presa con il gender (ha incominciato Benedetto XVI contro le suore americane femministe), sarebbe bene chiarire subito che implicitamente le donne si riferiscono anche al genere dominante: i maschi farebbero bene a riflettere sul loro genere e sull’uso della loro sessualità, spesso violenta e ancor più spesso malcerta e impaurita. Partendo da sé i maschi possono fare parecchi conti, non – come ha consigliato ieri Papa Francesco – con la castità (da loro imposta alla sola verginità femminile), ma con “chi sono” in quanto “genere”.
    Perché siamo in presenza di una patologia storica del pregiudizio. Chi insegnava i classici trent’anni fa rischiava se diceva che Alcibiade corteggiava Socrate e che i poeti lirici cantavano amori maschili. Possibile che la Chiesa abbia balbettato qualche accettazione di Darwin, ma guardi alla creazione con in testa il dito di Dio della Cappella Sistina? La natura (diciamo anche dio) è molto più fantasiosa di quello che, producendo sofferenza e morte, siamo stati educati a credere “normale”. Anche se qualcuno è così abitato dal pregiudizio da sentirsi assediato dallo stigma del peccato, nessuno è obbligato a cambiare “gender”: basterebbe che incominciasse a sentire che casto è l’uso del sé, corporeo e spirituale, nella libertà del consenso. Forse è così che rifiutano di capire chi è un qualche figlio/a “strano/a”. Ma intanto – se vogliamo parlare di vita – non sarebbe stata più bella una manifestazione per gli immigrati (compresa una messa espiatoria per le vittime annegate nel Mediterraneo)?

    FUORI TESTO: sono davvero arrabbiata.

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