Siamo in guerra

La verità è sempre la prima vittima

di Enrico Euli (*)

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Tre Stati – Belgio, Francia e Turchia – in stato d’emergenza, ormai permanente. Altri seguiranno a breve in Europa. L’ultimo sarà il nostro, protetto anche dall’Isis grazie ai doppiogiochismi dei nostri ineffabili servizi, i cui maneggi sono segreti solo ai suoi propri cittadini e soprattutto grazie alla Mammasantissima – sempre sia lodata! – che ci protegge dall’alto dei suoi cieli e che non permette intromissioni di potere nei suoi territori, neppure dell’Isis (a sua volta ricambiata nel favore con armi, droga e rock’n’roll) e che ha messo Angelino Alfano agli Interni, santo santo santo!, teniamocelo stretto…

Le democrazie liberali emettono i loro ultimi pestilenziali rantoli. Recep Tayyip Erdogan in Turchia fa le prove generali di quel che, nei prossimi cinque, massimo dieci anni, accadrà in molte ex-democrazie occidentali. Si organizza un autogolpe militare, lo sconfigge in quattro ore, ne fa un altro, militarizzando un regime già da tempo autocratico, infiorandolo di arabeschi islamizzanti. Milioni di persone in piazza a sostenere gli arresti di massa, le torture, i licenziamenti forzati, l’attacco a scuole e tribunali, le epurazioni in nome di Dio e del loro Sultano.

E, da noi, al di là di frasi retoriche e generiche, nessuna reazione. I nostri governanti sanno che è quella la strada che li aspetta a breve. Chi vorrà governare dovrà e potrà farlo solo così. Troppo lenti i tempi del Parlamento, troppi impacci ancora in quel che resta delle procedure partecipative, troppi rimandi e tentennamenti per ottenere quel che la ragion liberista pretende da sempre: l’indipendenza e lo strapotere dei mercati rispetto a qualunque mediazione politica.

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Immaginiamoci gli scenari peggiori di fine anno. Sono almeno due, entrambi forieri di disastri.

Nel primo vince Donald John Trump negli Stati Uniti e Matteo Renzi perde il referendum: nel mondo, guerra civile negli Usa, terza guerra mondiale dichiarata contro Russia e islamisti terroristi per ogni dove; da noi, fine del governo Renzi e nuovo pastrocchio istituzionale, in attesa di un golpe autogestito in nome dell’emergenza.

Nel secondo vincono sia Hillary Rodham Clinton che Renzie: la palude prosegue, i tempi si allungano, la catastrofe avanza ma più lenta e moderata, siamo schiavi per anni della brodaglia attuale, ma sempre più immangiabile.

Una bella alternativa, no?

In entrambi i casi, gli strati di emergenza si sedimenteranno uno sull’altro e i governi saranno sempre più legittimati ad agire in stato d’eccezione, saltando leggi e regole residue, in barba a blateranti costituzionalisti e internazionalisti (peraltro, sempre più in conflitto fra loro).

I dubbi restano, e forti, e non solo sul finto golpe turco. Come mai, proprio in vista delle elezioni, dei neri si mettono ad uccidere poliziotti negli Stati Uniti? Come è possibile che un tir si faccia due chilometri sul lungomare di Nizza, senza che nessuno lo blocchi? Perché l’immigrazione viene gestita in questo modo, favorendo l’allarme sociale e la sensazione di insicurezza in chi si crede ancora benestante? Come si fa a credere che gli unici a doparsi in massa nel mondo siano gli atleti russi? Aggiungete voi le domande che mancano. Non si tratta di complottismo, si tratta di capire che la verità, in guerra, è sempre la prima vittima. E siamo in guerra. Ma non quella contro l’Isis. Quella contro l’uguaglianza e la fraternità, in nome della “libertà”.

 

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(*) Ripreso da «Comune-info»; la foto è tratta da countercurrentnews.com.

Enrico Euli è ricercatore universitario e docente di Metodologie e tecniche del gioco, del lavoro di gruppo e dell’animazione, autore di numerosi libri. Cura il blog Saturnalia, dal nome delle feste popolari di Roma antica nelle quali si scambiavano auguri e doni e soprattutto era concesso agli schiavi di prendere il posto dei padroni. In questi giorni va in libreria il suo «Fare il morto» (Sensibili alle foglie).

 

Redazione
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2 commenti

  • Daniele Barbieri

    Due scenari catastrofici ma temo che Enrico Euli abbia molte ragioni per vedere il futuro prossimo così fosco. Continuo a sperare però che esistano altre possibilità, soprattutto quella con tantissime persone che si ri/organizzano e bloccano i “padroni del mondo”: come sempre stare in finestra non servirà, dipende invece dal piccolo ma quotidiano impegno di ognuna/o di noi dare gambe e piedi all’alternativa, tentando di fermare quel disastro che oggi ci appare ineluttabile; senza accettare il presunto “male minore” che una sedicente e mummificata sinistra vorrebbe farci ingoiare.

  • Grazie Enrico Euli, sempre molto lucido.
    Desidero segnalare un intervento di rara profondità, firmato dal genetista Guido Barbujani (autore del saggio “L’invenzione delle razze”) sul domenicale del Sole 24 Ore di ieri: http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/cultura/2016-07-22/ma-davvero-siamo-guerra-150355.shtml

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