Siria: Francesco delude anche i cristiani

di Antonello Boassa

Nessuno ha mai raccontato, presumo, a Papa Francesco di una donna cristiana violentata per nove ore e poi lapidata, ovviamente in quanto impura, da un banda di terroristi, amici dell’Occidente, di quell’Occidente di cui si è fatto portatatore – con una lettera inviata, mediante il cardinale Turkson, al Presidente Assad – appunto Francesco Bergoglio.

E naturalmente presumo che nessuno gli abbia accennato al bombardamento giorno e notte delle cittadine cristiane di Mhardeh e di Squilibyeh a opera dei jihadisti di Idlib dove seminano morte e tortura tra i civili (NOTA 1). E neanche ai soprusi subiti dai Curdi nelle terre dove hanno da “sempre” abitato.

Altrimenti, se fosse stato informato, presumo che si sarebbe rivolto non ad Assad perché cessassero le violenze contro i civili e contro le donne ma alle cancellerie europee, a quella yankee, a quella sionista, a quelle del Golfo, Se non altro perchè da nove anni devastano Siria e Medio Oriente, affidando a giornalisti vili e cialtroni il racconto delle loro gesta, attribuendole ovviamente a chi le subisce.

Perchè il femminicidio di cui l’Occidente imperiale si lamenta tanto come se non fosse esso stesso responsabille con i suoi rituali di dominio, di prevaricazione, di possesso, di concorrenza spietata…ebbene il femminicidio che è cosa orrenda dalle nostre parti, ma occasionale, affidato a personalità disturbate o psicopatiche, di là in Siria, in Palestina, nello Yemen viene organizzato scientificamente e stronca vite umane non nell’ordine di qualche unità ma nell’ordine di migliaia di persone: vuoi con le bombe, vuoi con la fame, vuoi con le malattie, senza trascurare le decapitazioni, le impiccaggioni e le lapidazioni in voga tra la feccia jihadista, molto amica dell’Occidente che, in cambio dei loro grandi servigi, rifornisce di armi, di droghe, di denaro.

Così Francesco va a chiedere a un Capo di stato assediato di porre fine alle violenze che impone a un popolo che, per sua fortuna, è protetto dai jihadisti e dall’Occidente. Va a chiedere di non attaccare Idlib per non distruggere ospedali, scuole, panifici (NOTA 2) per non porre a rischio la vita dei civili che con il regime dell’emirato di Al-Qaeda a con la protezione del Sultano turco sono al sicuro da morte e torture.

Così il Papa conferma la sua strategia geopolitica non dissimile nelle sue linee di fondo da quella neoliberista dell’elite globalista sia pure con un orientamento di leggera apertura a un sistema multipolare; evidenziando, al di là delle parole e della retorica, ancora una volta una pesante sordità rispetto alle richieste che vengono dal suo stesso modo cattolico. Non solo le più alte autorità della Chiesa siriana hanno più volte protestato contro la violenza dei mercenari jihadisti e contro l’ipocrisia mediatica dell’Occidente ma anche suore, preti ordinari semplici fedeli hanno fatto sentire la loro voce. Anche durante l’incontro Turkson-Assad. Non si sono sentite risposte.

L’attacco a Idlib frattanto non ci sarà. Almeno così pare dalle agenzie siriane. il governo ha concordato una tregua, a patto che i terroristi e le armi pesanti si situino a venti chilometri dalla linea della zona di de-escalation (NOTA 3). Ragioni umanitarie ma soprattutto politiche e militari.

NOTE
1) Vedi in particolare sulle sofferenze del popolo cristiano in Siria “Vietato parlare”
2) Ho già segnalato in altra occasione –
Epstein e la degradante elite globalista – l’indecente relazione di Mark Lowcock, segretario generale degli affari umanitari dell’ONU, che individua nell’aviazione siriana e russa i responsabili di tali indegne devastazioni
3) Mahmod Hamway “Vietato parlare” 2/8/19

 

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