Snatt-Gfe: una vicenda emblematica…

dell’attuale mondo del lavoro

Dossier ripreso dall’ultimo numero del mensile «Pollicino»; a seguire il sommario e una domanda-appello

Altan-sfruttati

Sulla vicenda che ha coinvolto (ma che non è ancora terminata) centinaia di lavoratori della logistica in provincia di Reggio Emilia, per la maggior parte migranti, pubblichiamo alcuni interessanti materiali che ci introducono (per chi ancora non la conoscesse) nella giungla del cosiddetto “mondo del lavoro attuale”; un mondo che persegue in misura crescente l’obiettivo della riduzione sistematica dei diritti e della dignità di chi lavora, anche attraverso l’uso ingannevole e strumentale della forma cooperativa (le cosiddette false coop o coop spurie, create ad arte per aggirare le tutele conquistate in anni di lotte). La volontà e la determinazione di chi non si piega a queste logiche vessatorie e oppressive può però rendere difficile la vita dei nuovi sfruttatori.

KRONOSTORIA GFE

(GRUPPO FACCHINI EMILIANO)

A cura di Laboratorio No Expo – per la città che vogliamo!

1999 – 2009

Il Gruppo Facchini Emiliano – Gfe – si costituisce in cooperativa di facchinaggio nel Marzo 1999 e prende sede presso un noto studio di commercialisti reggiani; si affilia a Confcooperative e ha per oggetto “attività nell’ambito di appalti di facchinaggio e/o trasporto”.

Fin dall’inizio si configura per Gfe un rapporto predominante, se non esclusivo, con un solo committente, SNATT Logistica (95% del fatturato equivalenti a circa 10 milioni di euro);

La coop ha la sua attività prevalente nei tre magazzini di Campegine e Castelnovo Sotto di SNATT, piattaforma logistica di grandi griffe della moda e dell’abbigliamento sportivo (D&G, CISALFA, POLO, CALVIN KLEIN, CHICCO, INTERSPORT, ecc.) per tutta l’area di commercializzazione europea e per alcuni marchi a livello mondiale.

SNATT ha contratti di fornitura con committenti della moda, organizza e gestisce la piattaforma logistica ricevendo i capi finiti prodotti nell’est Europa o nell’estremo Oriente, li immagazzina e li rispedisce ai negozi in funzione degli ordini pervenuti da ogni singolo marchio.

GFE conta 516 soci lavoratori – prevalentemente immigrati indiani Sikh, maghrebini e albanesi – utilizzati di fatto da SNATT nell’ambito dell’organizzazione delle attività. Si tratta di una cooperativa modellata a misura delle esigenze del committente il quale, giorno per giorno, organizza anche l’attività dei soci.

La cooperativa Gfe ha sempre pienamente corrisposto alle esigenze di SNATT che sono fondamentalmente due:

1. massima flessibilità, non regolata e non negoziata, nella gestione degli orari di lavoro con punte anche di 12 ore al giorno (sabato e domenica compresi) alternati a periodi di sospensione non retribuiti e non recuperati;

2. non applicazione del CCNL con massimo abbattimento indiretto dei costi del personale, paga oraria al di sotto dei 4 € (contro i 7,5 € del CCNL), nessun riconoscimento della 14a mensilità, nessuna integrazione di malattia e/o infortunio, festività ridotte ecc. ecc.

In sostanza, la competitività di SNATT­, si gioca prevalentemente sull’abbattimento di diritti salariali, normativi e contrattuali dei soci lavoratori Gfe.

I lavoratori non accettano le condizioni imposte dall’azienda e, a partire dal 2009, rivendicano l’ applicazione integrale e corretta del CCNL/Logistica, trasporti e spedizioni, firmato da Confcooperative con CGIL, CISL e UIL nazionali. Da parte dei lavoratori e del sindacato si rinnovano gli inviti al Cda della coop affinché venga modificata l’intransigente posizione assunta e si proceda con l’attivazione degli ammortizzatori sociali in deroga autorizzati dalla Regione.

ANNO 2010

Primavera: I soci lavoratori, riuniti, per la prima volta in assemblea, votano i loro rappresentanti costituendo la R.S.U. Aziendale. Primo impegno: ribadire alla Direzione della Cooperativa l’esigenza di una intesa per l’applicazione del CCNL

14 luglio: 213 soci firmano un mandato al legale di fiducia del sindacato perché agisca giudizialmente – in base all’art. 29 della Legge 276/03 – per “presunto appalto non genuino” e per il riconoscimento di rapporto di lavoro alle dipendenze di SNATT Logistica (committente di Gfe)

27 luglio: primo sciopero. La maggioranza dei soci Gfe decide spontaneamente di passare alla mobilitazione con sciopero per tutto il giorno e presidio delle portinerie. Ne segue un negoziato con Gfe, presente SNATT, che nella notte successiva porta all’accordo sindacale ove Gfe si impegna alla graduale applicazione integrale del CCNL entro l’ aprile del 2011

27 settembre: in assemblea straordinaria i soci, a stragrande maggioranza e contro il parere del CdA, votano il nuovo regolamento interno per dare piena applicazione al CCNL. In quella sede si verificano le prime minacce di ritorsione che agitano lo spettro della chiusura della cooperativa

21 ottobre: il sindacato chiede a SNATT un incontro per la revisione e il rinnovo del contratto di appalto. SNATT rifiuta l’ incontro con la giustificazione che è già in calendario un incontro col CdA di Gfe

22 ottobre: si tiene l’incontro fra SNATT e CdA di Gfe con oggetto “rinnovo appalto per il 2011”, in cui la Coop chiede un aumento del prezzo d’appalto

25 ottobre: si svolge un incontro sindacale col CdA Gfe dove RSU e sindacato avanzano proposte coerenti al CCNL per una corretta gestione degli orari di lavoro e recuperi in efficienza organizzativa, in vista del negoziato per l’appalto con SNATT

28 ottobre: il CdA convoca un’altra assemblea dei soci dove il Presidente Gfe, in modo strumentale, pone in votazione alternativa due opzioni: o si ritorna a prima dell’accordo sindacale di Luglio che prevedeva l’applicazione del CCNL, oppure si ribadisce a SNATT la richiesta di un aumento del 25% del prezzo dell’appalto “non negoziabile”. I soci scelgono la seconda opzione, anche se l’esigenza prospettata da diversi dei loro interventi, è di continuare il negoziato con SNATT senza pregiudiziali

2 novembre: SNATT comunica di “non procedere alla stipula per il 2011 di un contratto di appalto con Gfe, alle condizioni da voi richieste”. Nei giorni successivi, alcuni “capi” di Gfe provvedono a convocare individualmente parte dei soci lavoratori, a partire da quelli che avevano dimostrato vicinanza e condivisione con il CdA nel contrastare le rivendicazioni sindacali, proponendo loro, come primo atto, di dimettersi firmando una dichiarazione, per aderire successivamente ad altra cooperativa che avrebbe dovuto sostituire la Gfe

12 novembre (venerdì): prima protesta davanti ai magazzini SNATT di Campegine e di Castelnuovo Sotto, con blocco delle merci. Intervengono le forze dell’ordine. I soci lavoratori protestano contro la decisione annunciata da Gfe di sospendere la produzione per due giorni, dovuta alle dimissioni di una parte di soci lavoratori (circa 300 lavoratori su 513). Dimissioni “indotte forzatamente” dallo stesso CdA della Gfe. La Provincia convoca SNATT, Gfe, Sindaco di Campegine, Sindaco di Castelnuovo Sotto e Organizzazioni Sindacali per individuare una soluzione positiva per tutti. A tarda notte l’incontro si conclude con un nulla di fatto

14 novembre (domenica): la dirigenza della cooperativa Gfe invia un SMS ai soci:“Informiamo tutti i soci Gfe che non siamo più fornitori di SNATT…“, annunciando in sostanza l’interruzione immediata ed anticipata dell’appalto

15 novembre (lunedì): le organizzazioni sindacali convocano un’ assemblea dove:

– si raccolgono le firme per avviare azioni legali nei confronti degli amministratori della Gfe e SNATT;

– si contesta l’accettazione delle dimissioni di oltre la metà dei soci lavoratori;

– si richiedono agli amministratori Gfe i libri contabili e relative delibere degli ultimi giorni, per verificarne la legittimità;

– si chiede la convocazione urgente di una assemblea straordinaria per revocare il mandato del CdA.

Si procede contro SNATT per condotta antisindacale. Partecipano oltre 200 persone.

16 novembre (martedì): dalle ore 5.00 del mattino i lavoratori e le lavoratrici di Gfe iniziano un PRESIDIO PERMANENTE davanti ai magazzini SNATT di Campegine e ai due di Castelnuovo Sotto (Cisalfa e Dolce&Gabbana)

17 novembre: parte dei 500 lavoratori soci della Gfe (circa 220) confluiscono in due nuove cooperative nate nella notte, Emilux e Locos Job, che applicano il contratto Unci, dichiarato incostituzionale . E’ un’assunzione in cambio della rinuncia all’applicazione del Contratto Nazionale; si tratta di soci lavoratori con meno tutele, meno diritti e un salario di 3,90 euro all’ora, ulteriormente al di sotto di quello percepito in Gfe. L’intenzione del committente SNATT e della dirigenza Gfe è chiara: sancire la chiusura della cooperativa e mettere sulla strada tutti i lavoratori che non hanno rinunciato alla condizione acquisita con l’accordo sindacale di luglio (applicazione del Contratto Nazionale del settore facchinaggio)

22 novembre: affollata assemblea con oltre 200 soci lavoratori alla presenza di Parlamentari, Consiglieri regionali e Istituzioni locali. I vari relatori esprimono la loro solidarietà ai lavoratori in lotta, dando “piena disponibilità per favorire il dialogo tra le parti”

1 dicembre: i soci lavoratori abbandonano i presidi davanti agli stabilimenti di Castelnuovo Sotto e si trasferiscono tutti davanti allo stabilimento SNATT di Campegine.

10 dicembre: su pressione dei soci lavoratori il CdA della Gfe è costretto a convocare l’assemblea straordinaria dei soci per l’approvazione del bilancio della cooperativa. I soci-lavoratori, anche se in presidio permanente, si presentano in massa e bocciano il bilancio. Il CdA è revocato e il suo presidente si dimette. I soci-lavoratori eleggono un nuovo CdA e un nuovo Presidente, composto esclusivamente da 5 (cinque) soci-lavoratori. Quattro donne e un uomo. Una vittoria. Ora la gestione della Gfe è “in mano ai lavoratori”.

14 dicembre: nulla smuove la posizione di SNATT che continua a rifiutare il rinnovo dell’appalto e, ancor più in presenza del nuovo CdA, interrompe ogni contatto. Nessuna collaborazione o passaggio di consegne da parte dell’ex-CdA Gfe, nemmeno l’elenco dei nominativi del personale. I soci-lavoratori, in stragrande maggioranza indiani, si “trasformano” in breve tempo in impiegati, ragionieri, esperti di informatica, di sistemi bancari, di buste paga ecc. Per poter procedere alla chiusura del bilancio 2010 tutto si deve ricostruire: libri contabili, dati delle banche, elenco dei creditori ancora da pagare ecc. I primi mesi del 2011 le improvvisate ragioniere e amministratrici si impegnano a ricostruire tutto la storia della cooperativa Gfe, emettere le buste paga (anche se vuote, per permettere l’utilizzo della Cassa integrazione in deroga ai lavoratori senza lavoro), emettere documentazione per rendere possibile il rinnovo dei permessi di soggiorno ai lavoratori immigrati, firmare lettere di licenziamento a quei pochi lavoratori che fortunatamente trovano lavoro anche per pochi mesi…

Dicembre, Natale e Capodanno: continua il presidio giorno e notte davanti a SNATT nonostante il gelo e le abbondanti nevicate. Tante sono le forme di solidarietà rivolte ai lavoratori in presidio. Singoli cittadini portano generi alimentari, abiti invernali e giochi per i figli dei lavoratori. Alcune aziende dei dintorni portano pallett e cartoni che vengono usati come pavimento per “togliere” i piedi dal fango e dalla neve e come legna da ardere nei bidoni per fare un po’ di calore.

ANNO 2011

Gennaio/febbraio/marzo: i 200 lavoratori di Gfe continuano il PRESIDIO PERMANENTE davanti ai cancelli dello stabilimento SNATT di Campegine. Tante sono le iniziative, le assemblee provinciali e regionali promosse dal sindacato, ma anche molti incontri, riunioni, cene di solidarietà organizzate da associazioni e da gruppi di studenti dell’Università di Reggio Emilia e Modena e dal Comitato NOpacchettosicurezza.

Ma è anche il momento di alcune “casualità” che hanno il sapore della mancata solidarietà e che fanno male! Il sindaco di Campegine “spegne la luce” a una decina di lampioni lungo il lato destro di Via Kennedy proprio dove, sul marciapiede, è allestito un piccolo container e un pavimento di pallett, affinché le persone possano ripararsi dal freddo e dalla neve.

4 aprile: il sindacato ricorre in tribunale e Gfe è condannata per condotta antisindacale. Lo stesso giudice però non concede il rito abbreviato per dimostrare l’illegittimità dell’appalto e fare assumere da SNATT i circa 200 lavoratori che avevano rifiutato l’assunzione nelle due nuove cooperative. La prima udienza è fissata per il 4 maggio

18 aprile: 9 lavoratori indiani Sikh decidono di iniziare lo SCIOPERO della FAME e della SETE. Riparati dal sole solo da una tenda e appoggiati su giacigli di fortuna (bancali di legno “prestati” dal magazzino Conad posti sul marciapiede di fronte all’ingresso principale della SNATT di Campegine) dichiarano: “Lo sciopero della fame e della sete continuerà fino alla prima udienza in tribunale del 4 Maggio”

19 aprile: “ipoglicemia, ipotensione, disidratazione”, spiega un’infermiera presente al presidio, “è il minimo che possa accadere ai lavoratori e alle lavoratrici in sciopero della fame e della sete”. Si costituisce un Presidio Sanitario di medici e infermieri volontari per assistere e prestare soccorso in caso di necessità

20 aprile: alcuni lavoratori cominciano a sentirsi male. Le ambulanze si susseguono nel trasportare all’ospedale di Montecchio i lavoratori in sciopero, i quali, dopo essere stati sottoposti in modo forzato alla idratazione, ritornano davanti a SNATT e proseguono lo sciopero della fame e della sete. Nel pomeriggio viene allestita una tenda dalla Croce Bianca con alcuni posti letto e una piccola cucina

22 aprile: presso la Sede della Provincia di Reggio Emilia si sigla un verbale dove si indicano alcuni obiettivi:

– rioccupazione dei 185 lavoratori Gfe in presidio permanente da 6 mesi davanti ai cancelli di SNATT

– individuazione di un percorso per l’applicazione del CCNL sottoscritto dai Sindacati e dalle tre centrali Cooperative

– messa a disposizione di ammortizzatori sociali per accompagnare il percorso definito.

Il verbale è proposto dalla Regione e dagli Enti istituzionali presenti al tavolo con le Organizzazioni sindacali e la rappresentante legale della SNATT

23 aprile: si sospende lo sciopero della fame e della sete. il presidio si sposta al Parco “Cervi” di Campegine. Lo sciopero ha fatto capire come sia urgente e prioritario costruire nuovi legami, trovare nuovi amici, individuare nuove forme di solidarietà per proseguire la lotta dei lavoratori e delle lavoratrici privi del salario e di qualsiasi forma di sostegno e assistenza per le loro famiglie

24 aprile: il Comitato NOpacchettosicurezza con la distribuzione di un volantino, comunica l’apertura di un Centro di Raccolta di generi alimentari, prodotti per l’igiene personale e per la casa; promuove contemporaneamente una raccolta fondi attraverso l’apertura di uno specifico Conto Corrente. Tutti i contributi raccolti sono periodicamente distribuiti alle famiglie delle lavoratrici e dei lavoratori in lotta

25 aprile: a pochissima distanza dalla SNATT, nella giornata di festa a Casa Cervi, Goghi in rappresentanza delle compagne e dei compagni di lavoro, interviene dal palco per illustrare la lotta per il lavoro, i diritti e la dignità.

26 aprile: la Cooperativa GFE – Gruppo Facchini Emiliano – è messa in liquidazione per crisi finanziaria. La decisione è presa dai soci della cooperativa. Il passivo aziendale ammonta a oltre un milione e mezzo di euro. Una “via obbligata”. In attesa della designazione del Curatore da parte del Tribunale. Goghi è nominata Curatore della Gfe.

1 maggio: sfilano, con i loro striscioni, le lavoratrici e i lavoratori della Gfe. Si raccolgono somme da destinare alle famiglie che, senza stipendio ormai da gennaio, vivono in condizioni al limite della sopravvivenza.

4 maggio: il giudice del lavoro del Tribunale di Reggio posticipa al 23 Giugno l’udienza che si doveva tenere quel giorno

5 maggio: arriva finalmente la Cassa Integrazione di gennaio e febbraio in coincidenza con l’incontro in Provincia tra le parti. Un folto gruppo di lavoratori attende speranzoso che le proposte del verbale di incontro del 22 aprile si traducano in un accordo vero e proprio. Non è così. SNATT scombina le “carte: niente assunzioni nelle cooperative già esistenti, ma formazione di una nuova cooperativa composta dai 185 lavoratori in lotta, dove SNATT si impegna a fornire lavoro per un paio di anni. Inaccettabile perché nulla impedirebbe a SNATT di venir meno in qualsiasi momento all’impegno preso! La proposta è respinta, la lotta continua

6 maggio: sciopero provinciale della Cgil. Il corteo della manifestazione è aperto dallo striscione dei lavoratori della Gfe. Goghi parla dal palco della manifestazione appena prima di Maurizio Landini, Segretario Generale della Fiom

7 maggio: dopo la mobilitazione “per una comunità solidale” lanciata dal Comitato NOpacchettosicurezza, avviene una prima distribuzione di generi alimentari provenienti dai cittadini di Campegine e dei comuni limitrofi ai rappresentanti delle famiglie dei lavoratori e delle lavoratrici in lotta.

15 maggio: 1.500 euro versati al fondo pro Gfe dai lavoratori e dalle lavoratrici della Ognibene che affermano: “Ci è sembrata doveroso dare questa dimostrazione di solidarietà a lavoratori come loro che vivono un’esperienza cosi difficile..” “…la lotta che stanno combattendo la combattono anche per tutti noi. Se la logica praticata da SNATT si estendesse anche ad altri settori si svilupperebbe un farwest che schiaccerebbe ancor più verso il basso i già modesti salari e ci priverebbe dei più elementari diritti”

19 maggio: “Associazione Azione Solidale” dona centinaia di Kg di derrate alimentari ai lavoratori in lotta, i quali scrivono una lettera di ringraziamento per sottolineare l’importanza che ha rivestito per le loro famiglie il gesto di solidarietà, augurandosi di poter continuare a collaborare con l’Associazione

24 maggio: il Comitato NOpacchettosicurezza insieme ad altri comitati e associazioni predispone un Ordine del Giorno da sottoporre al voto dei comuni della Bassa reggiana e della Val D’Enza. L’Odg impegna il Comune e la Giunta ad esprimere atti di solidarietà concreta nei confronti dei lavoratori Gfe e il Sindaco a rendersi garante nei confronti dei proprietari di appartamenti in locazione ai lavoratori Gfe, perchè gli affitti siano sospesi fino al termine della vertenza

25 maggio: non solo solidarietà! Presso il Parco Cervi, dove da oltre 20 giorni sono riuniti i 185 lavoratori della Gfe, iniziano ad arrivare anche minacce di morte, prima telefoniche poi di persona. Tra i lavoratori assunti nelle due cooperative Emilux e Locos Job – ad arte – circola la voce che SNATT dovrà licenziare 185 persone per “fare posto a quelli della Gfe”. Intervengono a presidiare le forze dell’ordine

1 giugno: con la presentazione di un ordine del giorno urgente da parte del capogruppo Provinciale di PRC, che chiede un maggiore impegno delle istituzioni, la vertenza della Coop Gfe arriva in commissione consiliare. Il Consiglio provinciale approva un documento che lo impegna a convocare la Commissione Economia e Lavoro per fare il punto sulla vicenda

14 giugno: Università di Reggio Emilia. Il Collettivo Co-Scienze, promuove una assemblea pubblica “Lotta Gfe? Lotta di tutti”, con interventi di lavoratori Gfe, rappresentanti sindacali e comitati, sui cambiamenti intervenuti nel sistema della cooperazione. Numeroso il pubblico presente

18 giugno: clima teso tra i lavoratori, in attesa dell’incontro del 21 giugno. In una conferenza stampa tenuta da rappresentanti di alcuni partiti della sinistra (PRC, PdCI, Sel) e Goghi, la portavoce dei 185 lavoratori dichiara “…oltre alle ristrettezze economiche, affitti, mutui, si aggiunge il grave problema dei permessi di soggiorno. Su 185 immigrati, solo 10 di loro hanno la cittadinanza, per tutti gli altri si apre lo spettro della clandestinità. Ormai la disperazione incombe e se non ci saranno risposte positive da parte di SNATT, non escludiamo il ritorno allo sciopero della fame e della sete…”

21 giugno: presidio dei lavoratori davanti a Palazzo Allende sede della Provincia. Nuovo incontro tra lavoratori, Organizzazioni sindacali, SNATT e Istituzioni, dopo il “nulla di fatto” dell’ultimo incontro del 5 maggio. Una delegazione di lavoratori e lavoratrici partecipa alla trattativa. SNATT non si presenta all’incontro. Esplode la protesta. Presidio ad oltranza davanti alla provincia. La delegazione dei lavoratori e i sindacati occupano la sala Giunta della Provincia

22 giugno: SNATT, la città del Tricolore non merita le offese di questa azienda.

Siamo da due giorni nella sede della Provincia di Reggio Emilia e continueremo a starci giorno e notte sino a quando l’azienda SNATT non si presenterà all’incontro che ha snobbato lo scorso 21 Giugno”. La Protezione civile di Reggio consegna brandine e coperte ai lavoratori in presidio. Le notti sono più confortevoli. La distesa dei materassini blu, i turbanti colorati degli uomini indiani e gli abiti cangianti e variopinti delle donne fanno di un lungo tratto di Corso Garibaldi e del Sagrato della Chiesa della Ghiara, una sorta di “open sit-in” nel centro della città

23 giugno: il Giudice del Lavoro rigetta l’istanza presentata da 450 lavoratori dipendenti SNATT (diretti o delle tre cooperative in appalto) di “intervento volontario a sostegno delle ragioni di SNATT”e contro i 185 lavoratori Gfe su 213 che hanno presentato il ricorso in tribunale. Si evidenzia il tentativo, di fatto voluto da SNATT, di provocare una sorta di “guerra tra poveri” tra i lavoratori “dentro” e coloro che sono stati espulsi dall’azienda ingiustamente

23 giugno: in Consiglio Provinciale viene scritta una brutta pagina di storia. Il PD con il proprio voto contribuisce ad affossare l’ordine del giorno precedentemente concordato con PRC e IdV. “Vengono stralciate le parti che attribuiscono a SNATT le responsabilità della rottura e compare nel testo un ridicolo invito ai sindacati di sedere al tavolo dal quale non si muove da giorni…”, dichiara il Consigliere Provinciale del PRC, “addirittura sottoscrivono e votano il nuovo e inutile documento insieme a Lega Nord e Udc. Pur di difendere SNATT sacrificano e senza scrupoli 185 famiglie. Solo perché immigrati?”

24 giugno: da 8 mesi senza lavoro, sopravvivono insieme alle famiglie spesso numerose, con 600 euro di cassa integrazione in deroga e con gli aiuti provenienti da iniziative di solidarietà. Manifestazioni, presidi, scioperi della fame e della sete e ricorsi in tribunale, nulla serve per sbloccare l’intransigenza di SNATT, la quale, non si presenta ai tavoli negoziali e continua nel tentativo di dividere ed umiliare i lavoratori, offrendo ad alcuni (70/80 persone su 185) un’assunzione a tempo determinato: un tozzo di pane purchè si rinunci alla richiesta di applicazione del Contratto Nazionale, ai diritti maturati e mai riconosciuti e si ritirino i ricorsi in tribunale. Otto lavoratori accettano.

25 giugno: concerto di solidarietà del pianista Andrea Papini davanti a Palazzo “Allende”

26 giugno: domenica a partire dalle ore 17.00 le lavoratrici e i lavoratori Gfe insieme alle loro famiglie incontrano la città. I cittadini sono invitati al presidio davanti alla Provincia per condividere le ragioni della vertenza. Giochi e animazione per i bambini, musica, aperitivo..

27 giugno: il Consiglio comunale di Reggio Emilia approva un ordine del giorno, presentato con carattere d’urgenza. Il testo approvato impegna Sindaco e Giunta affinché “il Comune di Reggio Emilia esprima atti concreti di solidarietà con i lavoratori della Gfe.

29 giugno: alle ore 12.00 in sala Giunta della Regione Emilia Romagna riparte la trattativa. Al tavolo si discute di possibili soluzioni: collocazione graduale dei soci lavoratori della Gfe in cooperative sia di SNATT sia di altri committenti, applicazione del contratto nazionale, ritiro conseguente dei ricorsi legali e uso degli ammortizzatori sociali. Sostanzialmente la trattativa si svolge a “porte chiuse” principalmente tra Istituzioni e SNATT, consultando di volta in volta sindacati e lavoratori. L’incontro termina con la sottoscrizione di un Memorandum da parte di Regione, Provincia, Cisl, Uil, Confcooperative, Legacoop, Agci, e delegati di SNATT Logistica. La Cgil si riserva un parere e, insieme alla delegazione dei soci lavoratori Gfe presenti al tavolo, non firma. L’incontro viene aggiornato al 13 luglio

1 luglio: la Cgil convoca una conferenza stampa dove illustra le motivazioni della mancata firma del Memorandum, e annuncia per il 15 luglio la proclamazione di 4 ore di sciopero provinciale per tutte le categorie dei settori privati.

Dai giornali locali:

l’incontro è stato utile e questa volta si è presentata anche SNATT” …“l’obiettivo era la ripresa della trattativa iniziata l’aprile scorso, e interrotta in seguito alla decisione di SNATT di non partecipare all’incontro in provincia il 21 giugno scorso”… “I punti chiave del verbale di aprile non sono soggetti ad ulteriori modifiche e il negoziato con l’azienda si basa sulla loro totale applicazione”. “…il contenuto del verbale prevede il raggiungimento di 4 punti: rioccupazione di tutti i lavoratori, applicazione del contratto collettivo nazionale, uso di ammortizzatori sociali e garanzie politico istituzionali del rispetto di quanto stabilito”. “…la SNATT non ha dato la piena disponibilità alla riassunzione di tutti i 213 lavoratori Gfe, ed è per questo motivo che la Cgil non ha firmato”.

I lavoratori Gfe decidono di continuare il presidio in corso davanti alla Provincia, fino all’incontro in Regione previsto il 13 luglio

11 luglio: “Facciamoci sentire!” Cosi recita il volantino che invita i cittadini reggiani al concerto per i lavoratori facchini della Gfe. Appuntamento in Piazza Prampolini alle ore 21.00. Spettacolo di solidarietà, di denuncia, di sensibilizzazione, di politica e impegno civile, organizzato dal Comitato NOpacchettosicurezza, a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici Gfe nella vertenza contro SNATT. Si raccolgono fondi, si balla, si canta insieme a “La Banda di Quartiere”, a Mimmo Campanile, e con la musica di percussionisti indiani (un omaggio ai tanti facchini di origine indiana)

13 luglio: ore 13.00 in Regione inizia la trattativa. Si concluderà dopo 16 ore. Alle 5.00 del mattino del 14 luglio si firma l’ipotesi di accordo. La firma è condizionata dall’approvazione da parte dei lavoratori Gfe

14 luglio: ore 12.00 assemblea dei lavoratori Gfe presso la sede della Cgil di Reggio Emilia. Si illustra l’accordo che prevede, previa la messa in mobilità dei lavoratori, la possibilità di ricollocare al lavoro con rapporto a tempo pieno e indeterminato i soci-lavoratori presso entità individuate e indicate nel verbale del 12 luglio 2011:

– 20 presso una coop di facchinaggio in cantieri suoi (non SNAAT)

– 20/25 presso coop di facchinaggio che li occuperà per servizi in appalto annuale da SNATT

– 15 presso coop di facchinaggio in cantieri non SNATT

– 20 presso una coop di facchinaggio che li occuperà in cantieri non SNATT Logistica.

I lavoratori interessati alle assunzioni dovranno formalizzare la propria volontà con apposita domanda da presentare entro il 20 luglio 2011 alla SNATT, la quale trasmetterà alle coop interessate e/o al centro dell’impiego incaricati e sottoporsi ai colloqui in vista delle possibili assunzioni tra il 18 e il 28 luglio.”

Ovviamente “l’assunzione di coloro che saranno selezionati è condizionata alla contestuale rinuncia alla causa presso il tribunale di RE, con compensazione delle spese legali, e dichiarazione di rinuncia al beneficio della solidarietà…”

…laddove residuassero soci lavoratori Gfe che pur avendo manifestato interesse al collocamento non venissero assorbiti dai soggetti prima richiamati… le centrali cooperative manifestano il loro impegno a segnalarli con priorità alle imprese associate… l’eventuale assunzione sarà condizionata alla sottoscrizione di una dichiarazione del socio-lavoratore Gfe di rinuncia alla causa…”

…le istituzioni si impegnano a convocare entro il 20 settembre 2011 un tavolo provinciale per la collocazione dei rimanenti lavoratori…”

…in ogni caso le organizzazioni sindacali si impegnano a raccogliere almeno 20 (venti) dichiarazioni di transazione e di rinuncia alla predetta causa…facendone consegna al vicepresidente della provincia di Reggio Emilia che le conserverà sulla comune fiducia…”

… le persone che avranno sottoscritto le dichiarazioni di transazione e rinuncia….. riceveranno prioritariamente offerte di lavoro in ambito dei cantieri SNATT entro la scadenza degli ammortizzatori sociali…”

Comunicato Stampa del sindacato

…I lavoratori hanno approvato l’ipotesi di accordo con la stragrande maggioranza di voti favorevoli.

Come Cgil a questo punto confermiamo la firma apposta all’accordo che era condizionata all’approvazione da parte dei lavoratori Gfe…”

Dopo quasi 9 mesi, cessa il presidio.

I soci-lavoratori smobilitano il presidio di Corso Garibaldi

Nei giorni successivi 97 persone si rendono disponibili per un’ assunzione e in 64 firmano la rinuncia “tombale” alla causa legale. A fine settembre solo 3 (tre) persone sono al lavoro.

A marzo 2012 sono 85 le persone che dalla stipula dell’accordo hanno firmato per la rinuncia “tombale” alla causa, 51 persone hanno mantenuto la disponibilità a continuare la causa legale nei confronti di SNATT, 40 persone sono al lavoro dopo un’assunzione con periodo di prova di tre mesi, anche se non in modo continuativo. Di circa 30 persone si sono perse le tracce.

Al 30 giugno 2012, a circa un anno dall’accordo del luglio 2011, SNATT continua a non rispettarlo. Solo 51, sono le persone ricollocate in cooperative coinvolte nell’accordo. Ancora 106 lavoratori su 213 sono in Cassa Integrazione in deroga fino al 30 giugno 2012.

Dal 2 luglio scatta la mobilità per la durata di 1 anno.

Settembre 2015: dei 213 esclusi da SNATT, di cui 185 soci-lavoratori hanno condotto una lunga e difficile battaglia per il lavoro, per i diritti, per la dignità, ad oggi meno di 30 persone sono assunte in qualità di soci-lavoratori in cantieri con appalti SNATT. La vertenza legale continua.

Dopo aver perso in prima istanza e avere fatto ricorso in appello, l’udienza è di nuovo fissata per Ottobre 2015. SNATT Logistica in alcuni stabilimenti continua ad applicare il contratto UNCI

IL SOMMARIO DI «POLLICINO» 240

- Tra autogestione, mutualismo e difesa dei diritti
- Sovvertire l’ordine costruendo democrazia!
- La scuola popolare
- L’impossibile, Una categoria da rivedere
- Asili del popolo
- La poesia del mare
- Per una scuola itinerante
- Settant’anni non sono pochi
- Con l’intento di pervertire le cause dell’ingiustizia sociale
- Spartaco raddoppia e rilancia
- SNATT/GFE
- Kronostoria GFE
- Tra arte, cultura, marketing e diritti
- La lotta paga
- Da un’ex operaia di Max Mara
- Lotta aperta al nazifascismo
- Lettera al Ministro Delrio - Angelo Tartaglia
- Lavori utili invece di pagare le tasse - Luigi Franco
- L’ultima corvée - Marco Bascetta
- Acqua pubblica
- Università invisibile
- Pollicino chiude?

Pollicino chiude?

Bella domanda!
A voi la risposta!

Pollicino Gnus è attivo dal 1994

Come vedete dal grafico e dalla tabella allegata, gli abbonati sono saliti in modo abbastanza continuo fino ai primi anni del 2000, poi, dopo qualche anno di stabilità, è cominciata una discesa che non accenna a fermarsi.

Dal punto di vista economico, grazie anche alle entrate del Primo Maggio e a Pollicino Speziale, non abbiamo, almeno per ora, problemi di sopravvivenza.

Il problema che ci poniamo riguarda il senso di quello che stiamo facendo.

Con questa lettera vorremmo capire da voi lettori, sia che siate attualmente abbonati o che lo siate stati in passato, se ha senso continuare a far uscire la Rivista o se per i più svariati motivi, è il caso di chiudere l’esperienza.

Non è quindi questa una specifica richiesta di aiuto economico

e neppure una richiesta di sostegno morale tipo pacca sulla spalla.
Vorremmo capire seriamente se Pollicino Gnus è utile o meno

alla vostra formazione/informazione politica e culturale.

Potrebbe infatti non esserlo più.
Magari perché affronta tematiche poco interessanti

o con un livello di approfondimento che non vi soddisfa.

Oppure perché lavora con modalità non tempestive

o perché la carta stampata è ormai superata.
O ancora… perché siamo diventati troppo “socialdemocratici”

o, al contrario, siamo troppo “fondamentalisti”.


Abbiamo pensato di darci tempo fino al Primo Maggio 2016

per decidere cosa fare.
In quel momento avremo i dati definitivi della campagna abbonamenti 2016

e potremo quindi verificare sul campo se varrà la pena proseguire

oppure se chiudere l’esperienza.

Nel frattempo vi chiediamo, se ne avete voglia,

di farci avere i vostri commenti e le vostre considerazioni in proposito.

Inviatele a pollicinognus@gmail.com

La Redazione

LA VIGNETTA E’ “RUBATA” AD ALTAN

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • La GFE la conosco bene. Coop di facchinaggio utilizzata per la Snatt, logistica del gruppo Fagioli, gruppo politicizzato targato PD.

    La GFE la conosco benen, e so anche che non e’ ancora finita. So che lo studio Bartoli Arveda, che tiene i conti pure di coopservice, lo studio B e A stanno facendo cose da criminali.

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