Snc (senza numero civico) Bianco&nero e…

Video-performance di Susanna Sinigaglia

Progetto-work in progress

https://www.produzionidalbasso.com/project/snc-senza-numero-civico-bianco-nero-e-video-performance-di-susanna-sinigaglia/
link al progetto di raccolta fondi per la video-performance le cui riprese sono state realizzate venerdì 8 aprile e che ora si trova in fase di montaggio.

Brevi cenni al background pratico-teorico di riferimento

Questo genere di performance, che si svolge in luoghi diversi da quelli della forma-teatro tradizionale, ha fra i suoi illustri capostipiti il Living Theatre e Grotowski, ma volendo si potrebbe risalire anche più indietro attraverso il Teatro di Artaud, la Bauhaus fino al teatro di Wagner a Bayreuth e alla sua idea di opera d’arte totale.

Inevitabilmente, sviluppandosi il genere dal teatro è tracimato in direzioni poliedriche raggiungendo approdi diversi come quello della Release Technique di Trisha Brown e del teatro-danza di Pina Bausch; il campo delle arti visive come l’espressionismo astratto, l’arte informale, la body art, l’arte povera, la minimal art e il cinema (penso a Film di Samuel Beckett) fino alla creazione di opere che, pur mettendo in gioco il corpo, trovano la propria espressione attraverso l’uso polifonico di tanti linguaggi artistici (ne è un esempio emblematico tutta l’opera di Laurie Anderson).

È il contesto in cui si è sviluppato il mio percorso artistico, con lunghe interruzioni e deviazioni. C’è un turbinio di nomi che mi affiorano alla mente, frammenti di un caleidoscopio che precipitano verso il centro.

Il mio progetto viene da lontano. Eccone le origini e gli sviluppi.

  • Nasce da un sogno: vedevo una donna alta e imponente – dalla lunga chioma bionda – che, vestita di nero e con una benda bianca sugli occhi, era sdraiata sui gradini di accesso alla scuola sede elettorale, un tempo, della mia zona [1]. Si era alla fine del berlusconismo, e ormai imperversava sui media come mai prima l’effigie della donna senza sguardo, ridotta a corpo-carne da vendere e fruire.
  • Nasce quindi intorno all’idea di potere, il potere patriarcale che continua a imporsi in forme vecchie e nuove.
  • Nasce, nello stesso tempo, da una ricerca sulle relazioni fra immagine, suono, parola, azione.

Così la visione del sogno si è evoluta, alla benda sugli occhi è stato aggiunto un fumetto bianco che spunta dalla bocca e la figura statuaria è stata sostituita da quella di tre bamboline variamente mutilate.

L’idea ha seguito poi percorsi più ampi e ambiziosi, rafforzata dalla sequela infinita di violenze – fino all’omicidio – di donne di “ogni ordine e grado” da parte di compagni-mariti-padri-fratelli o uomini incontrati solo per caso.

È ritornata la figura della donna statuaria, incarnata dalla mia amica Lucia sullo sfondo di un mare devastato dai naufragi dei migranti in fuga.

La lettura di un articolo del manifesto sul “complesso militare industriale”, “una formazione sociale aggravata del patriarcato” secondo la definizione della sociologa francese Andrée Michel, ha impresso all’idea una svolta decisiva. Da qui nasce la performance, che ha avuto un primo momento di breve presentazione video nel 2015 (intitolata snc – senza numero civico, riprese e montaggio di Mimma Livini) per il progetto “StradAperta” del Comune di Milano.

Come accennato nella presentazione vocale, la performance attualmente integra quattro testi. La poesia di Brecht funge da prologo mentre il monologo di Elettra (il momento della ribellione all’autorità) è dominante e interpretato alternando frasi in francese e italiano per dare importanza al suono oltre che al significato delle parole. “Pulviscolo” e il brano da Aria di Amleto sono una specie di corollario e sanciscono la sconfitta, mostrano le estreme conseguenze di una ribellione abbandonata, tradita (come in Les mouches), o tramutata in ribellismo parolaio e impotente. Tutti i testi sono interpretati fuori campo.

La performance dal vivo dura circa 25 minuti. Eccone su youtube una breve presentazione.

Il video, girato nel settembre 2019 e montato nel gennaio 2020 con il frammento finale che risale al settembre 2021, è una stesura cui seguirà la versione che spero possa vedere la luce con questa raccolta fondi.

Qui di seguito un link a materiali fotografici più recenti.

https://www.dropbox.com/sh/m5kv7stpgsocwnh/AAC4UX75xGJd7pyuVNYsOX0Va?dl=0

L’idea di costruire la performance intorno alla presenza delle bambole mi è nata guardando l’opera di Cattelan, che usa spesso bambole e manichini nelle sue installazioni.

L’idea di usare un testo alla stregua di uno spartito musicale su cui costruire una sequenza di azioni performative mi è arrivata dalla frequentazione di un laboratorio estivo di Irina Galli, del Teatro Cinque. La scelta della poesia di Brecht e della pièce di Sartre risale ai tempi del mio soggiorno in Francia, al mio impegno politico e alla sconfitta della mia generazione.

In particolare, una spinta fondamentale per ritrovare la mia strada dopo averla a lungo persa mi è arrivata dal mio giovane amico, Andrea Butera, che mi ha anche fatto incontrare la coreografa e insegnante di Release Technique Ariella Vidach, le cui lezioni ho iniziato a frequentare assiduamente. Andrea, con la sua creatività e “spregiudicatezza” nello spogliarsi di qualsiasi orpello, traendo il massimo anche dalla lezione di artisti come Duchamp fino a Cattelan, dà vita a performance dove s’inserisce improvvisa la scrittura, dove gli oggetti più strani o più quotidiani prendono nuova vita andando a comporre un quadro armonico nell’apparente anarchia. Questo suo esempio e coinvolgimento sono stati per me fondamentali e voglio perciò qui ringraziarlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] Poco tempo fa, mi è venuta in mente un’associazione curiosa: la Casa delle donne di Milano è ospitata nei locali di una ex scuola elementare.

 

Susanna Sinigaglia
Non mi piace molto parlare in prima persona; dire “io sono”, “io faccio” questo e quello ecc. ma per accontentare gli amici-compagni della Bottega, mi piego.
Quindi , sono nata ad Ancona e amo il mare ma sto a Milano da tutta una vita e non so se abiterei da qualsiasi altra parte. M’impegno su vari fronti (la questione Israele-Palestina con tutte le sue ricadute, ma anche per la difesa dell’ambiente); lavoro da anni a un progetto di scrittura e a uno artistico con successi alterni. È la passione per la ricerca che ha nutrito i miei progetti.

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