Sogni elettrici per Jane Dick e suo fratello Philip

di Fabrizio Melodia, noto «Astrofilosofo» (*)

I riconoscimenti – tardivi e non sempre intelligenti – per Philip K. Dick sembrano non finire più.

Eppure resta relegato spesso ad autore di nicchia persino tra appassionate/i del genere da lui tanto amato e praticato (forse più per necessità economiche che per esigenze-scelte artistiche). A un certo punto, poco prima di morire, la fama: del buon Phil discusso, amato odiato, vituperato in vita e misconosciuto parlano – un po’ a casaccio- tutte/i dopo la consacrazione del film «Blade runner» (che del romanzo originale dickiano ben poco conserva).

Adesso PKD finalmente avrà un bio pic (film biografico) fatto con i controfiocchi, o perlomeno si spera. Ad annunciarlo è il regista – premio Oscar – Alfonso Cuaròn, che realizzerà la pellicola sulla vita del nostro scrittore di multiversi preferito. Dopo molte biografie sul «Borges americano», come lo chiamava Ursula K. LeGuin, come rendere al meglio un film su una figura così forte, tanto difficile da adattare a livello del cinema attuale (poco visionario) e della sua cugina “scemina” tv?

L’originalità e la bravura comunicativa di Cuaròn ci rassicurano: la vicenda sarà narrata nientemeno che dal punto di vista della sorella gemella di Dick, quella Jane che morì dopo solo sei settimane e che lasciò in Phil un permanengte vuoto (a lei avrebbe dedicato non pochi personaggi dei suoi romanzi e racconti).

Nel film si immaginerà che la sorella Jane sia sopravvissuta e cerchi in ogni modo di prendersi cura di quello sciroccato fratello, finendo però imprigionata nei mondi che cadono a pezzi partoriti … sappiamo da chi.

Jane sarà interpretata dalla brava Charlize Theron e il progetto gode fin dall’inizio della supervisione nientemeno che della figlia di Phil, Isa Hackett, la quale si dice molto felice delle scelte stilistiche operate da Cuaròn, anche perchè rispecchiano in pieno il desiderio del padre … che avrebbe sempre voluto quella gemella viva accanto a sè.

Cuaròn ha annunciato che lavorerà al film appena terminata la serie tv Apple «Disclaimer» che – per inciso – vi invito caldamente a visionare.

Nel frattempo, dai sogni immaginari d’una sorella morta, passiamo ai “sogni” elettrici andati in onda su Amazon Tv. Mi riferisco alla serie «Philip K. Dick’ s Eletric Dreams», adattamento di un’antologia che annovera in una traduzione nuova e “svecchiata” i migliori racconti del nostro umano (o androide?) preferito.

Già messasi in evidenza con la discussa ma incisiva serie tv «The man in the high castle», Amazon affida l’ adattamento a showrunner di provata bravura ed esperienza come Ronald D.Moore (autore anche di molti script della serie tv «Star Trek: The next generation») e Michael Dinner: la serie si struttura in 10 episodi autoconclusivi, i quali tengono bene senza cali di qualità. Di notevole spessore anche il cast che annovera Steve Buscemi, Brian Craston, Timothy Spall, Richard Madden, Liam Cunningham, Anna Paquin, Terrence Howard e Juno Violet Temple.

Tutte le storie sono attraversate da un motivo conduttore molto caro a Dick, ovvero “cosa è umano?!”. Buscemi ci regala una interpretazione sofferta e sentita nell’episodio «Crazy Diamond», toccante fin dalla sequenza di apertura mentre scorrono le note di «Octopus» di Syd Barrett.

Sentire inoltre Buscemi intonare «Scorrete lacrime dall’ animo mio sgorgate» dalle «Lacrimae Antiquae» del madrigalista John Dowland, amato da Dick e da lui citato fin dal titolo del romanzo («Scorrete lacrime, disse il poliziotto») tocca corde di drammaticità mista a ironia di incredibile potenza.

Si aggiungono episodi come «Father Thing» (La cosa padre), «The commuter», «Real life», «The hood maker» e il commovente «Human is«» (Umano è) che è considerato da molti – compreso un tipaccio che si firma db – come “il meglio” della narrativa dickiana.

Unica nota sottotono è la sequenza di apertura di ogni episodio realizzata in computer grafica tridimensionale, con il cameo dell’androide raffigurante Philip Dick realmente realizzato. Ma la serie è davvero ben fatta e tiene incollati dal primo all’ultimo episodio: la consiglio caldamente non solo agli appassionati.

(*) Fabrizio detto «l’astrofilosofo» va e viene … fra lo sconcerto dei suoi fans che lo vorrebbero (come all’inizio della “bottega”) due volte a settimana. Vedremo ma sappiate che per il prossimo Marte-dì (evviva/evviva) abbiamo già un suo pregevole pezzo. Come dite? «Il ritorno del dinosauro»? Noi in bottega preferiamo citare un altro film: «Il risveglio di Godzilla»… oltretutto in alcune sequenze la rassomiglianza è impressionante.

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

3 commenti

  • Fabrizio Melodia

    Uhmmm sei rimasto scioccato ancora dal mio pezzo sui kaiju, vero?!
    Beh sono in buona compagnia mio caro King Ghidora dalle troppe teste.
    Sai che adesso mi sto dedicando di più alla narrativa e con il lavoro ho avuto il periodo della full immersion.
    I’ll be back, come disse Terminator.

  • Bentornato Astrofilosofo. Son contento che l’opzione per la narrativa non abbia compromesso la tua capacità di commentatore. Che, a giudicare dal testo presente, è persino aumentata.
    Beh, tu fai come vuoi, come puoi, obbligato al dovere di ognuno di servire se stesso, come preludio del servizio da prestare agli altri. Ma si ti avanzano energie e parole sappi che qui siamo in molti che aspettano altre tue parole.

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