Sono ancora qui – Walter Salles

(visto da Francesco Masala) un gran bel film di Walter Salles al cinema, e un interessante articolo di Vincenzo Scalia (ripreso da volerelaluna.it)

una famiglia brasiliana molto felice e unita, che abita a pochi metri dalla spiaggia di Copacabana, padre (Rubens Paiva), madre (Eunice), cinque figli e tantissimi amici, fino a quando i militari golpisti iniziano a far sparire le persone, migliaia e migliaia.

Rubens viene preso dai militari, e mai più tornerà a casa.

la moglie e figli aspettano, inutilmente, e rischiano anche loro di essere inghiottiti nel buco nero delle prigioni segrete, subendo tutte le torture possibili.

Eunice (interpretata da una bravissima Fernanda Torres, candidata per l’Oscar) tiene insieme la famiglia, anche sorridendo.

il film è ispirato da un libro di Marcelo Rubens Paiva, quel bambino amico del regista, che a 20 anni, per una caduta assassina divenne tetraplegico.

il film è molto interessante e non lascia indifferenti.

è in più di cento sale, il cinema vi aspetta, nessuno se ne pentirà.

 

ps: qualche anno fa Fernando Trueba ha girato un bel

film, tratto da un libro del figlio di Héctor Abad Gómez, ammazzato dai militari, in Colombia.

 

https://markx7.blogspot.com/2025/02/sono-ancora-qui-walter-salles.html

 

 

Il realismo a senso unico di Netflix: da “Mare Fuori” ad “Acab” – Vincenzo Scalia

Alla fine degli anni Settanta, in Inghilterra, prese piede la teoria criminologica del left realism (realismo di sinistra), che muoveva dalla necessità di prendere sul serio la questione criminale, per non lasciarla nelle mani delle destre. I left realists, tra i cui maggiori esponenti ricordiamo Jock Young e Roger Matthews, proponevano uno schema quadrangolare di lettura dei fenomeni criminali. I vertici del quadrato sono costituiti dai rei, dalle vittime, dal pubblico e dalle agenzie di controllo sociale formali, ovvero la polizia, la magistratura e i servizi sociali, in quanto articolazione dei poteri statali. La lettura dei fenomeni criminali, per il realismo di sinistra, sarebbe la risultante dell’interazione di questi quattro fattori.

Lo schema analitico del realismo di sinistra ci torna in mente in relazione alla produzione di serie tv che riguardano fatti di criminalità prodotti dalla piattaforma Netflix. Da Sanpa, su San Patrignano, ad ACAB, che propone in versione televisiva anche i fatti relativi alla protesta No-Tav, passando per Mare Fuori, sulla criminalità minorile, la piattaforma televisiva si accredita come un attore sproporzionatamente rilevante in merito alla lettura dei fatti criminali. Ne scaturiscono la formazione dell’opinione pubblica e una produzione di panico morale che ispirano molto spesso, specialmente negli ultimi anni, le politiche governative. In particolare, colpisce come Netflix si collochi sempre simmetricamente a chi evoca ed avoca l’implementazione di misure maggiormente repressive per risolvere questioni sociali stridenti. Partendo dalla buona fede di chi ha prodotto e realizzato le serie, non si possono non riscontrare i limiti insiti in ogni spettacolarizzazione dei fenomeni sociali, quantomeno di quelle prodotte in anni recenti. In altre parole, il canovaccio viene adeguato ai parametri richiesti dal format di successo, per cui bisogna proporre sempre la dicotomia tra figure positive e negative, con la vittoria ovvia dei primi, e la resa mediatica consiste nell’accentuazione caricaturale di queste caratteristiche…

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Redazione
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Un commento

  • Domenico Stimolo

    Film di rara bellezza comunicativa, nell’ inno alla Liberta’ fa riscoprire i valori umani fondamentali. Riporta all’ attenzione comune una fase tragica e oscura della Storia recente del Brasile, ormai dimenticata dai piu’ ( disconosciuta in specie dalle nuove generazioni): la dittatura militare di vent’ anni dal 64 all’ 85 del Secolo scorso.
    Nel contesto della fase storica ( con il pieno sostegno degli Stati Uniti) caratterizzata da dittature Militari in parecchi paesi del sud America …e non solo. Quando gli ” allegroni” dei neofascisti italiani sfilavano nelle strade al grido di ” Ankara, Atene, adesso Roma viene “. Infatti!

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