Sono uno scienziato un po’ spettinato

Tra «Numb3rs», l’Arcivernice e Mazinga: se Fabrizio (l’Astrofilosofo) Melodia svela qualche inghippo


«Tutti noi ogni giorno usiamo la matematica: per prevedere il tempo, per dire l’ora, per contare il denaro. Usiamo la matematica anche per analizzare i crimini, comprendere gli schemi, prevedere i comportamenti. Usando i numeri, possiamo svelare i più grandi misteri della vita»: lo spiega molto chiaramente Charlie Eppes al fratello Don, abile agente Fbi, il quale non esita a usare il talentuoso fratello matematico di fama mondiale per risolvere i crimini che deve affrontare negli appassionanti episodi della serie televisiva «Numb3rs».
Charlie Epps mostra come la matematica e la scienza, se ben applicati alla vita quotidiana, possano tornare particolarmente utili: calcolo e filosofia pratica vanno a braccetto per risolvere brillantemente situazioni di profonda crisi.
La serie è prodotta da Ridley e Tony Scott, creata da Nicolas Falacci e Cheryl Heuton nel 2005: vincitrice di numerosi premi, fra cui il «Premio Carl Sagan per la comprensione pubblica della scienza» nel 2006 e il «National Science Board’s Public Service Award» nel 2007, mostra una figura dello scienziato ben lontana da quella del pazzoide stereotipato di troppe fiction. Lo scienziato in questione è pure giovane e belloccio, simpatico e accattivante, in grado di spiegare le equazioni di campo come Einstein faceva al suo barbiere.
Ma anche questa visione rischia di essere manichea, ennesima incarnazione della moda che vuole lo scienziato sempre buono e votato solo al Bene Comune per uscire della crisi che attanaglia la nostra realtà.
Se lo scienziato pazzo è uno stereotipo molto radicato nel nostro modo di pensare ovviamente bisogna capire il perché; soprattutto in un momento in cui la scienza è vista spesso come una magia comprensibile solo a pochi eletti, imposta dalla società tecnologizzata ma alienante. Anche perché la sfiducia di massa nelle capacità della scienza di offrire risposte (che soddisfino il cuore oltre alla mente) sta incoraggiando nuove sette religiose, fomentando molti ciarlatani e imbroglioni.
Ed ecco allora lo scienziato “buono” che sembra essere la risposta culturale appropriata per ricucire un pessimo strappo operato da secoli. Riprendendo un certo Galileo Galilei il quale cercò di dimostrare che la Terra fosse tonda e girasse intorno al Sole.
Ovviamente non è la scienza a essere buona e cattiva, ma l’uso che se ne fa ovvero le scelte economiche-politiche che vengono fatte (o imposte) per schierarla dalla parte dei poteri o al servizio della collettività.
Anche l’immaginario, ben prima che esistesse la tv, comunque ha “arruolato” dottori buoni nati. Partiamo ad esempio da Pier Cloruro de’ Lambicchi, scienziato molto anticonformista, nato sulle pagine del «Corriere dei Piccoli» negli anni Trenta a opera di Giovanni Manca, e ideatore della portentosa «arcivernice» che riesce ad animare i i personaggi dei quadri. Pier Cloruro è un monomaniaco dedito alla ricerca scientifica abbastanza fine a se stessa ma con propaggini di utilità.
Il dottor Zarkov, aiutante del celebre Flash Gordon, è in grado di compensare bene la scarsità di conoscenze e metodo dell’atletico eroe con una grande metodicità scientifica.
Ed eccoci al disneyano Archimede Pitagorico, sregolato ma simpatico: passa il suo tempo a creare innumerevoli invenzioni che spesso funzionano ma le cui applicazioni pratiche sono discutibili. Viene ampiamente sfruttato da Zio Paperone, il quale ricorre a lui per ogni sua impresa volta alla massificazione di costi&ricavi. Così Archimede riesce a portare il papero più ricco del mondo sulla Luna molto prima dell’impresa spaziale statunitense. Non ultimo, Archimede contribuisce notevolmente alle imprese di Paperinik, prima di lasciare spazio all’intelligenza artificiale “Uno”.
Esempio di scienziato-filosofo sgangherato, assolutamente outsider rispetto alla società conformista in cui vive, Archimede vive di fantasia, scienza e applicazioni pratiche per migliorare la vita delle persone, crea per il piacere di realizzare qualcosa di bello e nuovo. Ecologista ante litteram, non esita a trasportare in una complessa simulazione olografica Paperino, per fargli toccare con mano l’importanza dell’acqua per i popoli del pianeta e quanto sia importante non vada sprecata o usata per scopi egoistici.
Come si sa Peter Parker era uno studente di scienze prima di essere morso da un ragno radioattivo che lo trasformò in un supereroe con forza e agilità proporzionali di un aracnide. Il ragazzo adesso usa la sua scienza per costruirsi i bracciali lanciaragnatele, oltre a creare i fili che gli permettono acrobazie ai limiti della forza di gravità. Grazie alla sua intelligenza riesce a sconfiggere i più pericolosi super criminali che deve affrontare. Infatti è con la scienza che Peter Parker, alias l’ Uomo Ragno, riesce a trovare l’antidoto alla pozione che trasforma il tormentato dottor Kurt Connors nel temibile uomo lucertola chiamato Lizard; ed è sempre la sua sensibilità a permettergli di sconfiggere il triste e solitario dottor Octopus e a non far prevalere la parte oscura di Norman Osborne, in arte il Folletto Verde. L’uomo ragno alias Peter Parker è figlio dei suoi tempi: dove la scienza ha creato la bomba atomica e scatenato la corsa agli armamenti ma permette di sconfiggere malattie; migliorare la vita di molti ma distrugge l’ambiente. Peter viene morso da un ragno reso radioattivo incidentalmente da un esperimento al quale assiste. Non ne è distrutto ma diventa un uomo diverso. Una metafora chiara: solo la gioventù sorretta dall’intelligenza, dall’etica e dalla scienza possono contrastare gli effetti deleteri di una cattiva scienza, quella asservita agli interessi delle multinazionali e del Mercato (cioè dei pochi ricchi che lo controllano).
Ed ecco gli scienziati buoni dell’animazione nipponica. A cominciare dal dottor Kabuto, archeologo e scienziato, inventore dell’energia pulita “fotoatomica”, avversario del bieco dottor Inferno il quale è intenzionato a conquistare il Giappone con l’uso dei possenti robot giganti creati dall’antica scienza del popolo di Micene.
Per fortuna il dottor Kabuto riesce a costruire, prima di morire, l’arma che contrasterà le mire di Inferno: il robot da combattimento Mazinga Z.
Dal capostipite del genere robotico nipponico, si arriva agli EVA di Neon Genesis Evangelion, dove il robot diventa tutt’uno con il proprio pilota, che lo comanda attraverso impulsi telepatici.

Questa breve carrellata si conclude ricordando il bravo Otacon, scienziato appassionato di autominipponici, tormentato dal senso di colpa per aver costruito una potentissima arma di distruzione di massa, il robot lancia missili nucleari meglio conosciuto come Metal Gear. Aiuterà la spia infiltrata Solid Snake a distruggere l’armamento.
« – Finora gli scienziati hanno partecipato attivamente alle guerre. Tu cosa ne pensi?».
« – Non c’è dubbio che le guerre siano un’occasione ideale per favorire i progressi in campo scientifico. Ma lì sta l’inghippo… Noi scienziati dobbiamo creare una qualche forma di etica professionale. […] Noi scienziati conosciamo i pericoli della minaccia nucleare. Sta a noi proteggere la gente. Non possiamo permettere che nazioni o politici ci sfruttino». Così un bel dialogo fra Otacon e Solid Snake nel videogame «Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty».

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *