Fascismi: “sotto qualsiasi forma”

Riflessioni e appunti a margine dell’incontro “Le metamorfosi del neofascismo e l’applicazione della XII disposizione della Costituzione”, organizzato dal circolo Anpi dell’Università di Siena “Carlo Rosselli” in collaborazione con l’Arci Siena

di David Lifodi

“È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”: si è dipanato dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione l’incontro organizzato a Siena dal circolo Anpi “Carlo Rosselli”, dedicato ad analizzare, da un punto di vista politico, sociale e antropologico, il ritorno del neofascismo e delle organizzazioni di estrema destra che, negli ultimi anni, hanno rialzato pericolosamente la testa in tutta Italia raccogliendo anche un buon numero di seguaci.

Di fronte alla propaganda e ad una vera e propria operazione di guerrilla marketing che diverse organizzazioni della destra radicale stanno conducendo anche a Siena, dall’apertura di sedi a manifestazioni, passando per banchetti informativi nel centro storico e molto altro, i primi ad essere interpellati dal circolo Anpi dell’Università di Siena “Carlo Rosselli” sono stati Rosaria Longoni, sindaca del comune di Nova Milanese, Fabrizio Cracolici e Laura Tussi, rispettivamente presidente e attivista Anpi della cittadina lombarda. Collegati via skype con il convegno, i tre hanno evidenziato i meccanismi per impegnare il sindaco e la giunta del comune di Siena e di tutte le altre città interessate, “ad escludere qualunque tipo di manifestazione di soggetti che si ispirano al fascismo”. Si tratta di un principio elementare, quello di non concedere spazi pubblici a partiti o movimenti di ispirazione nazifascista, ma non semplice da mettere in pratica. Rosaria Longoni ha spiegato di aver subito accolto le sollecitazioni dell’Anpi di Nova Milanese affinché il comune lombardo approvasse la mozione. In pratica, è stato possibile modificare il regolamento comunale in materia di occupazione di suolo pubblico, ovviamente nel rispetto della legalità democratica, concedendolo solo a partiti, movimenti e associazioni che si riconoscono nei valori antifascisti della Costituzione italiana.

Tuttavia, una semplice mozione non è sufficiente, per quanto abbia un enorme valore dal punto di vista simbolico, ad evitare la presenza sul territorio delle organizzazioni neofasciste, per cui è essenziale, innanzitutto, fare rete con altre amministrazioni comunali. La mozione di Nova Milanese è già stata adottata da altre città, ma resta fondamentale l’urgenza di saper trasformare i valori della Resistenza in attualità. In questo senso, Fabrizio Cracolici e Laura Tussi hanno spiegato in cosa consiste il progetto “Per non dimenticare”, promosso dall’Anpi di Nova Milanese e dedicato alle tematiche dell’antifascismo, della pace e della Resistenza. Il progetto, che può contare su un archivio storico dove sono raccolte oltre 200 testimonianze di ex deportati, partigiani, operai e obiettori alla guerra prigionieri nei campi di sterminio nazifascisti ed una ampia raccolta di video, ha rappresentato l’humus da cui poi è scaturita l’idea della mozione antifascista in un territorio dove le organizzazioni neonaziste hanno un certo seguito.

“Bastava far rispettare i dettami della Costituzione per impedire la concessione del suolo pubblico all’estrema destra”, hanno sottolineato Tussi e Cracolici, evidenziando come la mozione sia stata approvata anche da gran parte dei partiti di opposizione. A questo proposito, ha spiegato Silvia Folchi, presidente del comitato provinciale Anpi di Siena, l’Anpi sta cercando di fare in modo che tutte le amministrazioni provinciali senesi, a partire dal capoluogo, adottino un percorso simile a quello di Nova Milanese, soprattutto a seguito del congresso di Casa Pound tenutosi lo scorso settembre a Chianciano Terme. In quell’occasione l’Anpi cercò di convincere il sindaco della città termale a rifiutare di concedere spazi all’organizzazione di estrema destra, ma il primo cittadino andò avanti per la sua strada.

“Perché la simbologia fascista ancora oggi attrae e come mai le giovani generazioni, che pure il fascismo non l’hanno vissuto, si proclamano fasciste?”, si è chiesto Fabio Mugnaini, docente dell’Università di Siena ed esponente del circolo Anpi dell’Ateneo. Gli antropologi Luciano Li Causi (Università di Siena) e Maddalena Gretel Cammelli (Università di Bologna) hanno provato a dare una risposta.

“Premesso che a sinistra c’è un vuoto terrificante”, ha sostenuto Li Causi, è interessante esaminare le ultime dichiarazioni rilasciate da Christine Lagarde, direttrice del Fondo monetario internazionale, la quale ha affermato: “Qualche errore nelle politiche economiche attuate in questi anni lo abbiamo fatto”. Tuttavia, ha evidenziato Li Causi, Fondo monetario internazionale e Banca mondiale hanno imposto ai cittadini europei del ceto medio e delle fasce sociali più deboli una serie di politiche all’insegna dell’austerità e di certo non torneranno indietro. Il binomio austerità e rigore è quello che sta facilitando maggiormente il successo di partiti e organizzazioni di destra radicale. A meno di cambiamenti clamorosi, le politiche all’insegna dell’austerità e dei sacrifici spingeranno la rabbia popolare delle classi più vessate, a partire da quella operaia, sempre più verso destra. La diminuzione dei salari, l’aumento della disoccupazione e la perdita del potere d’acquisto fanno si che le persone si sentano sempre più minacciate nella loro identità culturale e dal punto di vista economico. Per questi motivi, non c’è da rallegrarsi, come ad esempio hanno fatto le cancellerie europee, per i risultati elettorali dell’Austria e dell’Olanda, dove l’estrema destra ha si perso la presidenza di entrambi i paesi, ma per pochi voti ed ha comunque conseguito un ottimo risultato dal punto di vista dei consensi.

Nel suo libro Fascisti del terzo millennio (Ombre Corte, Verona, 2015), Maddalena Gretel Cammelli ha analizzato il fenomeno di Casa Pound, movimento trasformatosi in partito politico nel 2013, quando prese 7.000 voti alle elezioni per il comune di Roma, poi raddoppiati nel 2016, sempre in occasione delle elezioni nella capitale. L’abilità maggiore di Casa Pound, ha spiegato l’autrice del libro, è stata quella di saper riconiugare le teorie del fascismo in chiave molto originale. Tuttavia, sottolinea Maddalena Gretel Cammelli, il legame di continuità con il Ventennio è evidente. Ad esempio, nella campagna “Tempo di essere madri”, l’autrice parla della proposta di Casa Pound per abbassare l’orario di lavoro da 8 a 6 ore per le donne nei primi cinque anni di vita del bambino. Fin qui si tratterebbe di una proposta anche condivisibile, se non fosse che la campagna è finalizzata a “permettere la rinascita della patria nazionale italiana”. Si tratta, quindi, di una campagna nell’ottica di creare futuri cittadini di sola nazionalità italiana molto simile ai proclami dell’epoca fascista. Inoltre, Casa Pound ha rotto con la liturgia dei partiti tradizionali, a partire dal Msi, che vedevano nei comizi e nelle manifestazioni le uniche modalità per fare politica. La gran parte dei militanti con cui è entrata in contatto l’autrice hanno dichiarato che è la comunità di lotta a venire sopra ad ogni altra cosa e, in questo contesto, è possibile stare insieme, divertirsi e, al tempo stesso, fare politica in maniera diversa.

Di conseguenza, è così che si spiega la miriade di gruppi di carattere musicale, sociale, sportivo e in tutti gli ambiti della vita civile legati a Casa Pound e alle decine di altre organizzazioni di estrema destra presenti sull’intero territorio nazionale, analizzate, dal punto di vista dei social media, da Giovanni Baldini, dell’Anpi nazionale. Dal lavoro di documentazione e controinformazione di Baldini emerge un quadro poco rassicurante. Da piccoli sindacati a sportelli sociali, passando per web radio, squadre di calcio e rugby, librerie, pub, associazioni legate alla filiera corta, squadre di protezione civile o gruppi scoutistici (ovviamente non legate alle istituzioni nazionali), molto spesso non è facile, se non si conoscono nel dettaglio, imporre dei paletti.

L’incontro che si è svolto di fronte ad una buona partecipazione di pubblico ed ha suscitato un dibattito ampio e condiviso, rappresenta un bel segnale di fronte al riemergere di organizzazioni fasciste e razziste.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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