Standing Rock. Arrivano i rinforzi!

di Fabrizio Salmoni (*)

Per il 4 dicembre è previsto l’arrivo di 2000 veterani di guerra, nativi e bianchi a sostegno dei Water Protectors. Dalla riserva Navajo in bus e auto dopo che è stato negato un volo charter.

fabriziosa-standingrock

I Diné Warriors (Dinè è il tradizionale appellativo dei Navajo), veterani di guerra Navajo, sono partiti questa mattina (sabato) in numerosi bus da quattro punti in New Mexico, dopo una seduta di preghiere propiziatorie: Window Rock, la capitale della Nazione Navajo, Albuquerque, Gallup e Chinle. Dopo una sosta al sacro Shiprock ripartiranno per Denver e da lì proseguiranno per il Nord Dakota recuperando lungo la strada altri solidali formando così un vero e proprio convoglio. L’arrivo è previsto a Cannonball, presso la Riserva Sioux per domenica mattina, in concomitanza con i restanti circa 2000 veterani attesi.

Non è stato facile organizzare il viaggio specie dopo che la compagnia aerea di charter con cui si era concordato un preventivo di 50.000 $ ha cambiato la richiesta triplicandola a 160.000 $, una cifra senza ragione per cui si suppone che ci siano stati interventi e pressioni da parte di “forze oscure”. La cifra iniziale, già molto alta, era stata resa disponibile dalla National Nurses United, l’Associazione Nazionale degli Infermieri. Una straordinaria dimostrazione di solidarietà.

Gli organizzatori locali Navajo tutto sommato hanno accettato di buon grado l’alternativa anche perché il viaggio per strada è più diretto e permetterà di raccogliere altra gente, fare numero e attirare maggiormente l’attenzione delle comunità locali e dei media. (3.12.2016)

(*) ho preso testo e foto da «mavericknews.wordpress.com». Se avete perso le puntate precedenti di questa vicenda… andate in “cerca” e lì digitate «Standing Rock»: avrete i link ai post apparsi in “bottega”. (db)

 

Redazione
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2 commenti

  • Francesco Masala

    come in Palestina, invasori/immigrati di qualche generazione ti rubano le terre, ti rinchiudono in riserve, non sempre ti uccidono, ti mettono in galere per anni e decenni, per cose che non esistono, o che se avesse fatto uno di loro, sarebbero atti di eroismo o atti di autodifesa.
    ecco perché i palestinesi sono solidali con i Dakota (http://www.salon.com/2016/11/18/palestinians-support-indigenous-nodapl-protests-we-stand-with-standing-rock/)
    https://www.youtube.com/watch?v=XyI6xGftYpA

  • Francesco Masala

    ecco una lettera di Leonard Peltier ai resistenti di Standing Rock

    Saluti miei cari,
    Eccoci di nuovo qui. Questa volta siamo nel 2016. E’ da più di 41 anni che io non cammino libero e posso vedere il sole sorgere e tramontare e sentire la terra sotto i miei piedi. Io so che ci sono stati più cambiamenti di quelli che mi posso immaginare, là fuori.
    Ma so anche che c’è una lotta che fa si che questo Paese si stia muovendo verso una forma più sostenibile di vita. Questo è qualcosa che noi volevamo accadesse già negli anni ’70.
    Io osservo gli eventi di Standing Rock con orgoglio e dolore. Orgoglio che le nostre genti e i loro alleati si stanno alzando e mettendo le loro vite in gioco per le generazioni future, non perché lo vogliano, ma perché devono farlo. Hanno ragione a sollevarsi in modo pacifico. E’ il più grande raduno del nostro popolo nella storia e ci ha unito più di qualsiasi altra cosa come mai era avvenuto. Noi abbiamo bisogno del supporto reciproco nel fare questo cammino in questi tempi.
    L’acqua E’ vita e non possiamo abbandonare questa questione perché la trattino i nostri nipoti e pronipoti quando le cose andranno avanti e la situazione della nostra natura sarà peggiore di come stia adesso.
    E la nostra MADRE TERRA sta già soffrendo.
    E sento dolore per coloro che proteggono l’acqua a Standing Rock perchè in questi ultimi giorni hanno ricevuto la più dura risposta dalle agenzie che impongono le leggi e le nostre genti stanno soffrendo.
    Finalmente stanno ricevendo l’attenzione dei media nazionali.
    La mia casa è IN NORTH DAKOTA. la gente di STANDING ROCK è la mia gente. toro seduto giace nella sua tomba lì. la mia casa a TURTLE MOUNTAIN è appena a poche ore a nord di STANDING ROCK, gusto a sud di MANITOBA, CANADA.
    Io non vedo casa mia da quando ero ragazzo, ma ho sempre la speranza di tornare là per il tempo che mi può rimanere da vivere. E’ la terra di mio padre e mi piacerebbe poter vivere ancora lì. E lì morire.
    Ho diversi sentimenti quest’anno. L’ultima volta che mi sentii così era 16 anni fa, quando ebbi davvero una chance di essere libero. Non è un sentimento facile da definire. Qualcosa di agitato. E’ una cosa difficile permettere alla speranza di insinuarsi nel mio cuore e nel mio spirito, qui in questo freddo edificio di cemento e acciaio.
    Da una parte avere speranza è un sentimento piacevole, meraviglioso, ma dall’altra parte puo’ essere crudele e amaro.
    Ma oggi scelgo la speranza.
    Io prego perché voi stiate bene di salute e con buoni sentimenti e vi ringrazio dal fondo del mio cuore per tutto quello che avete fatto e continuate a fare per me per la Madre Terra.
    Per favore mantenetemi nelle vostre preghiere e pensieri in questi ultimi giorni del 2016 che scivolano via.
    Vi mando il mio amore e il mio rispetto per tutti coloro che si sono riuniti nel nome della Madre Terra e delle nostre future generazioni. Io sono lì con voi nello spirito.
    Doksha.
    In the Spirit of Crazy Horse, (nello Spirito di Cavallo Pazzo)
    Leonard Peltier
    Pubblicata il 24 Novembre, 2016 – (traduzione di Andrea De Lotto)
    (https://contromaelstrom.com/2016/11/29/scrive-leonard-peltier/)

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