Stefano Cucchi: dentro di noi

di Daniela Pia

Il meglio del blog-bottega /249…. andando a ritroso nel tempo (*)

Stefano Cucchi è mio fratello, i miei fratelli, di sangue.

Stefano Cucchi è i miei coetanei sfortunati, sbagliati. Amati. Perduti.

Stefano è i miei studenti sbroccati, spaventati e soli.

Stefano è una foto stampata per sempre, nei secoli della memoria, Auschwitz e Buchenwald. L’Orrore.

Stefano è una sentenza ai confini della realtà fatta di ecchimosi e fame…di umanità.

Stefano è mio figlio, solo con le sue paure e le sue responsabilità.

Stefano sono io incredulo e dolente. Svanito nell’assenza.

L’uomo Stefano è tutti noi, se ancora abbiamo sete di giustizia, quella che sa volgere il suo sguardo ai più deboli. Che non li umili ancora. Che sappia offrire futuri mattini. Non solo notti senza luna.

Stefano é un memento mori ai carcerieri dei dolori.

In “bottega” cfr il post Stefano Cucchi: un’infografica interattiva sugli ultimi 7 giorni di vita (di Duccio Facchini) ma anche A proposito di violenze e crimini di membri delle polizie (intervista di Dario Sabaghi a Salvatore Palidda) e Sulla mia pelle – Alessio Cremonini (la recensione di Francesco Masala al film)

(*) Anche quest’anno la “bottega” ha recuperato alcuni vecchi post che a rileggerli, anni dopo, sono sembrati interessanti. Il motivo? Un po’ perché oltre 17mila e 700 articoli (avete letto bene: 17 mila e 700) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché nel pieno dell’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda ma valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto di ritrovare semi, ponti, pensieri perduti… in qualche caso accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente: con le firme più varie, stili assai differenti e quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – lo speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. [db]

 

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

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