Streghe del 21° secolo

Dal rapporto dello Speciale Inviato delle Nazioni unite, Philip Alston, sulle esecuzioni extragiudiziarie, sommario dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (traduzione di Maria G. Di Rienzo).

Storicamente, le persone classificate come streghe sono state perseguitate, torturate e uccise: la pratica continua a tutt’oggi. Ogni anno, migliaia di persone, in maggioranza donne anziane e bambini, vengono accusate di essere streghe, soffrono abusi, vengono gettate fuori dalle loro famiglie e comunità ed in molti casi assassinate.

Philip Alston, nel suo più recente rapporto al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha detto: “In troppe situazioni, essere classificata come strega equivale a ricevere una condanna a morte”.

I bambini, in particolare, sono sempre di più un bersaglio. L’abuso dei bimbi accusati di stregoneria è comune nei paesi che hanno sofferto anni di conflitto, dove le tradizionali strutture sociali si sono dissolte e dove i bambini-soldati sono emersi come una minaccia. E nei Paesi dove le morti dovute all’Aids sono comuni, dove vi sono poche o nessuna prospettiva di una vita migliore, e dove le chiese confermano l’esistenza della stregoneria, i bambini sono spesso accusati di avere poteri sovrannaturali e quindi perseguitati.

Alston ha concluso che: “La persecuzione e l’uccisione di individui accusati della pratica detta stregoneria, la cui stragrande maggioranza è composta da donne e bambini, è un fenomeno significativo in numerose parti del mondo. La risposta alla stregoneria frequentemente comporta forme sistematiche di discriminazione basate sul genere, sull’età e sulla disabilità. Le famiglie delle streghe sono spesso soggette a gravi violazioni dei diritti umani”.

Nel suo rapporto, Alston offre una visuale della vastità del problema e della sua diffusione geografica.

Nella Repubblica democratica del Congo, la maggioranza dei circa 50.000 bambini che vivono nelle strade della capitale Kinshasa vi si trovano perché accusati di stregoneria e rifiutati dalle loro famiglie. Molti bimbi sono imprigionati in strutture religiose, dove sperimentato tortura e maltrattamenti, e persino sono uccisi con il pretesto di esorcizzarli.

In India, Nepal e Sudafrica sono in atto vere e proprie cacce alle streghe. In Nepal, in particolare, le donne anziane e le vedove subiscono abusi durante cerimonie di esorcismo.

In Ghana, circa 2.000 persone accusate di stregoneria sono detenute in cinque differenti campi di prigionia. La maggioranza dei prigionieri sono donne anziane e in miseria: alcune sono forzate a vivere in questo modo da decenni.

In Tanzania circa un migliaio di persone, in maggioranza donne anziane, sono assassinate ogni anno perché ritenute streghe.

In Angola, il Comitato per i diritti del bambino ha chiesto “azioni immediate per eliminare il maltrattamento dei bimbi accusati di stregoneria”.

In Papua Nuova Guinea, sono stati riportati ufficialmente circa 50 omicidi l’anno relativi alla stregoneria, ma altre fonti suggeriscono che le cifre siano assai più alte.

In Nigeria, sta crescendo il numero dei bambini abbandonati o perseguitati come streghe.

Nel considerare i modi di affrontare il problema, lo Speciale Inviato delle Nazioni unite ha detto che rendere illegale il credere nella stregoneria non è una soluzione: il rispetto per gli usi e costumi, tuttavia, non include la persecuzione e l’omicidio. Alston raccomanda, nel suo rapporto, che tutti gli omicidi di streghe siano legalmente trattati come tali, investigati e puniti. E i governi, aggiunge, devono fare la loro parte, compiendo tutti i passi disponibili per prevenire tali crimini e perseguire i loro perpetratori.

Alston desidera qualcosa di più dei programmi sociali atti a suscitare consapevolezza: crede che debba essere offerta protezione immediata a coloro le cui vite sono messe in pericolo e danneggiate dall’accusa di stregoneria.

Redazione
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  • Non ci sono parole. Solo tanta rabbia…tutto ciò è terribile.
    Grazie Daniele e grazie ancora a Maria G. Di Rienzo per la sua preziosa traduzione.

    clelia

  • che dire? io conosco una struttura (gestita anche da una italiana ma soprattutto da assistenti sociali ed educatori congolesi) a Bukavu…. dove si raccolgono le bambine (anche qualche bambino, ma è una accusa di genere) cacciate da casa come streghe. La speranza è data dal fatto che, a fronte di un paziente lavoro di ricucitura dei rapporti e di formazione delle famiglie, molte bambine rientrano in famiglia, se non dai genitori almeno nella famiglia allargata, in un luogo in cui essere espulsi dalla famiglia equivale a non esistere. Processo di crescita lungo ma non impossibile, bello perchè gestito a livello locale….

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