Strike -2

Gioconda Belli: «Voglio uno sciopero…»

 

Voglio uno sciopero in cui trovarci tutti.

Uno sciopero di braccia, di gambe, di capelli,

uno sciopero che nasca in ogni corpo.

Voglio uno sciopero

di operai

di colombe

di autisti

di fiori

di tecnici

di bambini

di medici

di donne.

Voglio uno sciopero grande,

che comprenda persino l’amore.

Uno sciopero in cui tutto si fermi,

l’orologio

le fabbriche

l’impianto

le scuole

il bus

gli ospedali

la strada

i porti.

Uno sciopero d’occhi, di mani e di baci.

Uno sciopero in cui non sia permesso respirare,

uno sciopero in cui nasca il silenzio

per ascoltare i passi

del tiranno che se ne va.

(*) Questa poesia di Gioconda Belli è già apparsa in blog; in questo caso, il tiranno è chi non vuole lasciarci il futuro… La miscellanea di oggi – cioè 24 post intorno a scioperi, fatica, diritti e alla lunga storia delle lotte per un mondo migliore nel quale lavorare non significhi rischiare la pelle o essere sfruttate/i – è curata dalla piccola redazione di questo blog. Qui e nelle piazze lo ripetiamo: «l’unico generale che ci piace si chiama sciopero».

 

Redazione
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