Stupro

di Giancarla Codrignani

L’informazione – forse la riflessione – su quanto noi cittadini/e (quanti/e?) abbiamo sofferto in questi giorni è stata schematica. La Camera dei deputati ha subìto uno stupro: se per il legislatore non è più la penetrazione a definire lo stupro, la violenza agita sul “corpo dello Stato” in una delle due Camere va interpretata correttamente secondo la metafora dello stupro. Quanto alle offese a tutte le donne (evidentemente coinvolte nell’insulto alle rappresentanti elette) sono cosa diversa, appunto chiamata stalking, reato ai sensi della legge Carfagna, ed è aggravante dell’altra violenza. Preoccupa che non sia apparso chiaro che la dialettica parlamentare non ha nulla a che vedere con la violenza delle relazioni di lavoro – tutti i luoghi di lavoro, soprattutto quelli istituzionali – che si vorrebbero vedere improntate (sarà mica femminismo? sarà mica educazione borghese?) a partire dal rispetto fra i generi. Più in generale: non dimentichiamo che pochi anni fa l’incompatibilità destra/sinistra, fascismo/comunismo vide Almirante rendere onore alla salma di Berlinguer. Non fatemi pensare che qualcuno senza nemmeno un’ideologia ha superato il vecchio Movimento Sociale. E fatemi sperare che davvero dopo la tragedia fascista sta passando l’ultima farsa.

 

Redazione
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Un commento

  • ALCUNI SUGGERIMENTI SOVVERSIVI
    Segnalo (dal bellissimo blog «Luna nuvola» di Maria G. Di Rienzo) il post intitolato «Suggerimenti sovversivi» che pone fin dall’inizio la questione decisiva. Ecco le prime righe:
    «Vuole il “movimento popolare a guardia del potere costituito”, la “sola vera opposizione nel Paese”, gli “unici che difendono i cittadini” – così fra gli altri autoincensamenti si definiscono i movimentisti a cinque stelle – davvero sovvertire l’assetto di questo Paese? Ribaltarlo sottosopra? Cambiarlo totalmente? Allora avvii, a cominciare dal proprio interno, un’onesta conversazione sulla visione tossica e distorta che in Italia abbiamo della mascolinità, del sesso e del potere. Aggiunga un non-articolo ai suoi non-statuti e non-regolamenti, del tipo: “Il Movimento ripudia il sessismo, riconoscendolo come fonte primaria della violenza contro le donne”».
    Mi permetto di sottoscrivere questa richiesta (e tutto l’articolo di Maria G. Di Rienzo ovviamente) anche per coerenza con il mio ultimo voto. Infatti quando mesi fa mi sono recato nell’urna – che fatica – ho dato due voti sui tre che avevo proprio a Cinquestelle. Aggiungo che, tutto sommato, non mi dispiace quel che 5stelle da allora ha fatto nelle istituzioni (intendo: a paragone degli zombies che circolano) ma trovo intollerabile il sessismo che emerge molto spesso. Si obietterà che sessisti sono anche quelli che oggi fingono di indignarsi: lo so bene e non lo dimentico ma io ho votato Cinquestelle appunto perché speravo fossero diversi in tutto. In tutto. In tutto.

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