Suicidio a Casalecchio

di Vito Totire (*)

Una donna di 35 anni si è suicidata dandosi fuoco all’interno della sua vettura, dopo aver accostato in strada vicino a Casalecchio.

Questa impressionante vicenda ripropone il tema della prevenzione. Ne abbiamo scritto sia in occasione di un tragico evento verificatosi a Bologna, sia in occasione della giornata mondiale di prevenzione celebrata a settembre.

La domanda è semplice: possiamo fare di più per la prevenzione?

Noi pensiamo di sì e da decenni suggeriamo alle istituzioni di avviare la costituzione di una rete. Il suicidio è un comportamento umano possibile ma anche prevenibile. E’ un evento che ha andamento oscillante nel mondo influenzato da fattori socio-economici, psicologici e relazionali a volte molto chiari. In alcune aree del pianeta (Asia e Cina per esempio) c’è stato un salutare crollo del fenomeno grazie a una svolta decisiva nella condizione femminile.

Negli anni sessanta del secolo scorso il Centro di prevenzione di Los Angeles mise in pratica un approccio innovativo centrato sulla “autopsia psicologica post-suicidaria”. Questo lavoro mise in luce la frequente prevedibilità e quindi prevenibilità della condotta suicidaria. Figure come il medico di base, l’insegnante, l’assistente sociale (e anche familiari o amici ovviamente) sono raggiunte molto spesso da segnali premonitori che è possibile decodificare salvo pentirsi sinceramente dopo per “NON AVERE CAPITO…”.

Occorrono attenzione, empatia, disponibilità, esperienza, il tutto supportato anche da corsi di formazione. Oggi purtroppo è attecchito un atteggiamento che oscilla fra la rimozione e la delega al tecnico dove “tecnico” significa soprattutto multinazionali del farmaco che propongono merci e prodotti non solo non risolutivi ma spesso controproducenti.

Dobbiamo viceversa rafforzare il “fattore umano” nella percezione e nella capacità di aiuto di sostegno. Certo occorre lavoro e organizzazione. Per esempio è necessario – pur essendo un lavoro triste e faticoso – in ogni territorio organizzare una sorta di registro degli eventi associando appunto a questa misura la citata “autopsia psicologica”.

L’evento di Casalecchio colpisce particolarmente per la giovane età, fase della vita in cui le possibilità di ripresa sono ancora molto grandi. I suicidi sono sempre un lutto ma in questo caso si associa anche un sentimento di rammarico per l’enormità della perdita e per la relativa “facilità” dell’intervento di prevenzione.

NOI PROPONIAMO DI COSTITUIRE UNA RETE PER LA PREVENZIONE.

CHI E’ IN SINTONIA CON QUESTA IPOTESI DI LAVORO DIA UN CENNO.

(*) Vito Totire, medico psichiatra, a nome del circolo “Chico” Mendes e del centro Francesco Lorusso

Redazione
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Un commento

  • maurizio marchi

    Scrive il caro Vito Totire:”NOI PROPONIAMO DI COSTITUIRE UNA RETE PER LA PREVENZIONE.

    CHI E’ IN SINTONIA CON QUESTA IPOTESI DI LAVORO DIA UN CENNO.”
    io sono perfettamente d’accordo, e scrivo da un comprensorio dove i suicidi da intossicazione da mercurio sono frequenti.
    Maurizio Marchi MD Val di Cecina

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