SUL MURO

(di Pabuda)

 

ho letto ier l’altro

scritto in alto sul muro blu

della caserma delle guardie

appena ritinta color volante

un concetto, un pensiero

talmente chiaro e schietto

e conclusivo

che –  s’avessi avuto

della vernice

intonata colla tinta

di quel muro di cinta

e una scala e il pennello

e un po’ più d’equilibrio

e di cervello –

l’avrei scritto volentieri

io stesso

un piccolo ragionamento

rotondo,

definitivo e bello

come quello.

(grosso modo) c’era

scritto

su quel muro,

che nasconde

le più segrete esercitazioni

della sbirraglia addetta

a vegliare sulla sicurezza

di tutti noi:

“t’amo così tanto

che se un giorno

tu dovessi andartene

con un altro

io verrei con voi”.

muroorecchiuto

NDR – oggi Pabuda si è dimenticato di inserire un’immagine: io volevo mettere una foto del film “Jules et Jim” di Truffait però magari… non ho capito un cecio. Così ho messo questa, più generica. Mi correggerà il neuropoeta se vorrà… intanto state attenti: i muri – forse per vendicarsi delle scritte brutte? – a volte vi spiano. (db)

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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