SUL MURO
(di Pabuda)
ho letto ier l’altro
scritto in alto sul muro blu
della caserma delle guardie
appena ritinta color volante
un concetto, un pensiero
talmente chiaro e schietto
e conclusivo
che – s’avessi avuto
della vernice
intonata colla tinta
di quel muro di cinta
e una scala e il pennello
e un po’ più d’equilibrio
e di cervello –
l’avrei scritto volentieri
io stesso
un piccolo ragionamento
rotondo,
definitivo e bello
come quello.
(grosso modo) c’era
scritto
su quel muro,
che nasconde
le più segrete esercitazioni
della sbirraglia addetta
a vegliare sulla sicurezza
di tutti noi:
“t’amo così tanto
che se un giorno
tu dovessi andartene
con un altro
io verrei con voi”.
NDR – oggi Pabuda si è dimenticato di inserire un’immagine: io volevo mettere una foto del film “Jules et Jim” di Truffait però magari… non ho capito un cecio. Così ho messo questa, più generica. Mi correggerà il neuropoeta se vorrà… intanto state attenti: i muri – forse per vendicarsi delle scritte brutte? – a volte vi spiano. (db)