Bogart e i cinesi a Casablanca
di Antonella Selva (*)
Continua a leggereil Blog di Daniele Barbieri & altr*
di Antonella Selva (*)
Continua a leggeredi Antonio Mazzeo (articolo pubblicato in Casablanca, numero 52, gennaio-febbraio 2018)
Continua a leggeredi ANTONIO MAZZEO (*) Nel sistema educativo sembra non esserci più cittadinanza per la pace. Quella vera, disarmata e giusta. Nessuna intenzione di riflettere sul ruolo della Sicilia negli scenari di guerra planetari, sulla iperdronizzazione di Sigonella o sul MUOStro di Niscemi. Da Messina a Trapani, Catania o Comiso, “militari Usa brava gente”. E l’inno dei sommergibilisti prende piede. Sembrava
Continua a leggereUna testimonianza arrivata alla “bottega” e un articolo di Sara Borrillo (ripreso da «Reset)
Continua a leggereNella città di Hoceima, nella regione marocchina del Rif, un ordinario sequestro di merce si è trasformato in tragedia. Molti paragonano la morte del pescatore berbero Mouhcine Fikri, tritato vivo in un camion dell’immondizia, a quella del tunisino Mohamed Bouazizi nel dicembre 2010, considerato la scintilla che diede inizio alla cosiddetta Primavera araba. di Valerio Evangelista (*)
Continua a leggereLa conferenza sul clima avviene in un Marocco che si muove fra economia verde, ambiguità (affari loschi con l’Italia in testa) e grandi mobilitazioni ambientaliste di Antonella Selva
Continua a leggereA Bologna venerdì 9 ottobre (alle 17,30) un incontro sorprendente fra due rive, a colpi di strisce disegnate
Continua a leggeredi Antonio Mazzeo (*) Un disastro ambientale di proporzioni enormi, ingiustificato, inaccettabile. Per nome e conto del complesso militare-industriale-finanziario e di chi, da tempo immemorabile, stupra i territori e il paesaggio per
Continua a leggeredi Mohamed Malih (*) Mia nonna ogni tanto partiva dalla campagna e ci veniva a trovare a Casablanca. Aveva un buon odore mia nonna. Io non sono di quei nasi che basta
Continua a leggeredi Mark Adin Chi ha visto il film di culto “Casablanca” ricorderà il comandante Renault, che per giustificare agli occhi dei Tedeschi, nel Marocco francese da essi occupato, una qualche attività di polizia, non esitava ad impartire un ordine, passato nella storia del cinema per un topos tra i più citati: “Fermate i soliti sospetti”.
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