Mia città, tu che arresti i poeti – di Mark Adin

Telegramma alla amata Sibilla: “Arrestato a Novara vieni a vedermi”. E’ l’undici settembre millenovecentodiciassette. (Dino Campana, “Opere e contributi”, vol. II, Vallecchi) Il grandissimo del secolo scorso, poeta d’impeto, precursore dei beat, alfiere barbaro e fervente sacerdote della lingua più sonora, fermato e rinchiuso perché privo di documenti. Sans papier. Imprigionato perché di identità incerta. Clandestino.

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Jam session più abbecedario

Ravenna, (festival delle culture: http://festivaldelleculture.wordpress.com) 5 giugno: Round Midnight, a mezzanotte circa. Però sotto la tenda non c’è Thelonius Monk con Dexter Gordon ma Ale cioè Alessandro Taddei (senza piano, purtroppo) poi raggiunto da Db alias Daniele Barbieri (senza sax, per fortuna). Ale scrive foglietti e li butta in uno scatolone Db: «Ciao… Ma quando sei tornato dal Medio Oriente?».

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Il progresso è finito? (2)

di Mauro Antonio Miglieruolo È molto che meditavo di fornire una risposta alla interrogazione-provocazione diffusa da Fabio Calabrese il 5 luglio 2010 (e su codesto blog… poco fa) risposta che l’autore indubbiamente merita se non altro per la responsabilità che si è assunto di riformulare, radicalizzandoli, alcuni punti di vista sull’ormai vetusta questione, che sta molto a cuore a tutti

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Non siamo Stato noi

Si accostino senza pregiudizio siore e siori al tendone, anzi al dirigibile ancorato fra i cirri. In sprezzo al pericolo e in spregio alla logica mercantile (aggratis dunque) Daniele Barbieri tenterà un triplo, quadruplo, forse ventottuplo (?) salto mortale carpiato e avvitato senza rete. Non fatevi ingannare dalla (finta) pancia e dal (vero) naso rosso da clown-beone, la difficoltà è

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