Bolivia: perché adesso a sinistra tacciono?

Il duro atto d’accusa di Itzamná Ollantay – nei confronti di indianisti, indigenisti, ambientalisti e femministe, di coloro insomma che, da sinistra, criticavano Evo Morales quando era a Palacio Quemado, senza peraltro preferire i golpisti (come è ovvio) – farà sicuramente discutere. A pochi giorni dalle presidenziali che, ci auguriamo, possano sancire la vittoria di Luis Arce e del Mas, il

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La Bolivia laboratorio della contrainsurgencia

La presidenta Jeanine Añez concede le elezioni presidenziali il prossimo 6 settembre, ma il governo confida nella strategia della tensione e nell’emergenza sanitaria (gestita malissimo) per frenare Luis Arce, il candidato del Mas avanti nei sondaggi. L’estrema destra boliviana, divisa e rissosa al pari di quella venezuelana, guarda proprio al golpismo antibolivariano e al duqueuribismo colombiano per scongiurare il ritorno

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Bolivia: «Noi donne indigene abbiamo…

… sentito il golpe nel corpo» di Alessandro Peregalli (*) In dialogo con Adriana Guzmán e Diana Vargas, femministe aymara attive in uno spazio politico chiamato Femminismo Comunitario Antipatriarcale, che in questi anni ha partecipato, seppur con una visione critica dei governi di Morales, al cosiddetto proceso de cambio. L’autore le ha incontrate a El Alto, nella zona metropolitana di

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