La guerra spinge il riconoscimento facciale

di Fabio De Sicot, aka jolek78 pubblicato originariamente su Guerre di Rete, progetto nato della collaborazione tra la newsletter creata dalla giornalista Carola Frediani e il gruppo cyber-attivista Cyber Saiyan Nella guerra in Ucraina, anche la biometria e il riconoscimento facciale hanno svolto un ruolo. In una lunga intervista con Techcrunch, il ministro della Trasformazione digitale ucraino Mykhailo Fedorov ha

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Russia: così viene aggirata la censura internet

di Fabio De Sicot, aka jolek78 pubblicato originariamente su Guerre di Rete, progetto nato della collaborazione tra la newsletter creata dalla giornalista Carola Frediani e il gruppo cyber-attivista Cyber Saiyan Era il lontano 2009 e sul popolare sito libertarium.ru – piattaforma che, dal 1994, diffondeva le idee libertarie in Russia – appariva un documento piuttosto particolare. Descriveva il funzionamento di

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Chi ha paura della RuNet

Secondo alcune notizie rilasciate dal canale Telegram Nexta_tv e secondo alcune dichiarazioni rilasciate da Dmitry Chernyshenko, sembra esserci una seria possibilità che l’internet russa, nei prossimi giorni, venga disconnessa dalla rete internet globale. Cercando di approfondire l’argomento, sia da un punto di vista storico che tecnico, proviamo a fare un minimo di chiarezza. Con un forte ringraziamento a Yandex Translate.

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Censura e rete: TOR nella guerra Russia-Ucraina

di jolek78 Nella notte fra sabato e domenica, fra un bicchiere di rhum, un pezzo di cioccolato (del commercio equo) e l’altro, spulciavo i dati mondiali relativi all’utilizzo di Tor. Voilà, era successo esattamente quello che mi aspettavo: un aumento del traffico sia in Ucraina, sia in Russia. Sorprendente? No. Ovunque vi sia censura utilizzare i sistemi che permettono di

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Open Office e dintorni: gentile reprimenda a «Comboni-fem»

di jolek78 Il magazine Comboni-fem è una rivista che – come viene scritto sul loro sito – «promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive orientate al bene comune». Da ateo materialista, vedo nel metodo scientifico il faro che dovrebbe condurre la nostra società e dunque

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