Intervista a Mariam Rawi…
… di RAWA (Revolutionary Association Women of Aghanistan) di Alessandra Garusi (*)
Continua a leggereil Blog di Daniele Barbieri & altr*
… di RAWA (Revolutionary Association Women of Aghanistan) di Alessandra Garusi (*)
Continua a leggeredi Mahnaz Rezaie (ma alla fine leggete anche, per favore, L’INCONSUETA NOTA che chiude il post) Questo articolo «Crimini d’amore» è tratto da: «How My Friend From Kabul Escaped an Honor Killing and Saved Her Life», dicembre 2012, traduzione di Maria G. Di Rienzo.
Continua a leggeredi Maria G. Di Rienzo Anisa muore il 2 dicembre scorso mentre torna da scuola, grazie ai sette colpi d’arma da fuoco che un gruppo di uomini le scarica addosso. Aveva, forse, 18 anni (spesso in Afghanistan le nascite delle femmine non sono registrate) ed era una volontaria del ministero della Sanità del suo Paese: vaccinava bambini
Continua a leggeredi Valentina Acava Mmaka La prima volta che ho incontrato Bashir Sakhawarz era il 2005, in occasione di un convegno svoltosi a Ferrara sulle Letterature Migranti. Nel contesto del Festival c’era
Continua a leggeredi Noorjahan Akbar (corrispondente dall’Afghanistan per «Safe World for Women», 23.11.2012; traduzione di Maria G. Di Rienzo) Salve, signore. Non conosco il suo nome ma
Continua a leggeredi Noorjahan Akbar, attivista per i diritti delle donne, corrispondente dall’Afghanistan per «Safeworld»; traduzione di Maria G. Di Rienzo. Mah Gul era una giovane donna di Herat, in Afghanistan. E’ stata decapitata dalla famiglia di suo marito, nell’ottobre 2012, perché rifiutava di prostituirsi. Aveva vent’anni.
Continua a leggeredi Maria G. Di Rienzo «Ci rivolgiamo alla popolazione affinché si assicuri che le sue donne coprano teste e volti negli spazi pubblici. Se troviamo qualsiasi donna scoperta le spruzzeremo acido in faccia. Se scopriamo
Continua a leggeredi Stephanie Hegarty («Afghanistan’s supergran crimebuster on wheels» per la BBC, 27.5.2012. Traduzione di Maria G. Di Rienzo)
Continua a leggeredi Maria G. Di Rienzo Nadia Anjuman, artista afgana, morì nel 2005 per il brutale pestaggio di suo marito. Aveva 25 anni. Le sue “colpe” erano aver pubblicato poesie ed essere diventata famosa in ragione di ciò. In Afghanistan si può morire di errori umanitari, di armi intelligentissime maneggiate purtroppo da perfetti idioti, di matrimonio, di parto, di religione, di
Continua a leggeredi Noorjahan Akbar (traduzione e adattamento di Maria G. Di Rienzo) «Questa è anche la mia città» è un documentario diretto e prodotto da una giovane afgana, Anita Haidary, del gruppo “Giovani donne per il cambiamento”. Il filmato tratta delle molestie subite in pubblico dalle donne afgane. Noorjahan Akbar è un’aderente all’associazione. http://youngwomenforchange.org/ Sono cresciuta a Kabul
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